Andreotti, mano tesa a De Mita di Augusto Minzolini

Andreotti, mano tesa a De Mita Dopo dieci ore di scontro in direzione, una proposta trova la sinistra disponibile Andreotti, mano tesa a De Mita Un vertice per ricucire le divisioni ROMA. Dopo più di dieci ore di scontro in direzione, dalla mattina fino alle 22 di sera, il fossato che separa la maggioranza della de e la sinistra rimane largo. Lunedì, un fiume di parole (ci sono stati 25 interventi) non è riuscito a far rientrare le dimissioni di Ciriaco De Mita (presidente), di Guido Bodrato (vicesegretario) e dei responsabili di dipartimento. Anzi, le due de se ne sono dette di tutti i colori: si sono rinfacciate antiche promesse e hanno tirato fuori, vecchi e nuovi ritagli di giornale, per scambiarsi accuse. Tutto, però, nel rispetto della liturgia che consiglia di sancire le divisioni attraverso gli appelli all'unità del partito. Ora le ultime speranze per ricomporre la frattura sono affidate ad una riunione del «caminetto» (il vertice dei «capicorrente» nel gergo de) che dovrebbe svolgersi prima del consiglio nazionale previsto intorno all'8 febbraio: una proposta avanzata ieri da Giulio Andreotti (che ha indossato i panni del mediatore) e che trova la sinistra disponibile. Così, ad un anno dal caminetto che sancì l'elezione di Arnaldo Forlani alla segreteria, si svolge un altro vertice dei leader democristiani che dovrebbe definire la politica e gli equilibri nel partito da qui al prossimo congresso, previsto appunto fra un anno (anche se l'andreottiano Paolo Cirino Pomicino già ventila un rinvio: «se ci fossero le elezioni si an- drebbe almeno all'autunno del '91»). Un «caminetto» che darà anche il «via» alla corsa per la successione a Forlani. Sia pur timidamente, infatti, Ir correnti iniziano a fare i primi passi per disporsi in campo in vista della prossima assise: e mentre Mino Martinazzoli intravede la crisi del Caf, cioè dell'alleanza tra Craxi-Andreotti-Forlani («è un bricolage momentaneo»), Vittorio Sbardella sentenzia, «l'ultimo congresso è finito e bisogna pensare al prossimo». La direzione è stata proprio la fotografia di questi primi fremiti che percorrono la de. Nella sostanza nulla di nuovo, ma a leggere in controluce i discorsi si scoprono dei segnali ambigui e dei cambiamenti di ruolo nella geografia del partito. Se Forlani ieri ha aperto la direzione con dei toni insolitamente duri (è arrivato a definire gli esponenti della sinistra degli «sfasciacarrozze»), Andreotti è tornato, dopo molto tempo, ad usare un linguaggio ecumenico, tentando di assumere un ruolo di mediazione nel partito. Ha riempito il suo discorso di richiami alla «colleggialità» e si è mostrato aperto su tutte le questioni sollevate dalla sinistra, a cominciare da quelle dejl'informazione. Anche se non ha risparmiato una frecciata a De Mita: «Nella de c'è sempre chi denuncia il rischio di dittatura — ha detto all'ex-segretario — ma io e te siamo sempre so¬ pravvissuti». ,ì " La minoranza, invece, per il momento tasta il terreno e annusa l'aria. Bodrato ha precisato i termini dell'insoddisfazione della sinistra, mentre De Mita ha fatto di tutto per dimostrare che non ha nessuna avversione verso il governo. «Per me — ha spiegato — questa è l'unica maggioranza possibile per questa e la prossima legislatura». Nel suo mirino è finito soprattutto il segretario della de: quando Andreotti ha proposto il «vertice» dei capicorrente, l'ex segretario ha detto: «Il segretario del partito ci ripete che è pronto a discutere, ma poi non se ne fa nulla». Queste dieci ore, che sono servite a notificare le posizioni delle correnti, però, sono state costellate anche da tanti episodi che hanno dato al dibattito dei toni a volte surreali. Flaminio Piccoli, ad esempio, ha tirato fuori il ritaglio della terza pagina dell'Unità di lunedì per chiedere a De Mita a chi si riferisse quando ha pronunciato quella frase, «nella de invecchiando spesso si rincoglionisce». Il presidente della de, che nel rispondere ha dovuto calmare anche le ire dell'ottantenne Brusasca, responsabile del movimento anziani della de, ha spiegato: «Non ho detto questo, non ne ho fatto un problema generazionale, anche se può accadere che qualcuno invecchiando perda lucidità». Pure Salvo Lima ha tirato fuori un vecchio ritaglio dell'Ora di Palermo per polemizzare con la sinistra sulle vicende della giunta. «Non è vero che Ciancimino era amico di Andreotti. Quando fu sindaco era fanfaniano e fu appoggiato da Piersanti Mattarella». Tra ritagli di giornali e riferimenti ai «gerontocomi», anche alcune novità sono passate inosservate. Ad esempio, Vittorio Sbardella ha fatto un discorso molto aperto verso la sinistra. Tanto che alla fine della riunione De Mita gli ha fatto una battuta: «Ho commentato con Andreotti il tuo travaglio e lui mi ha risposto che dall'amor terreno sei passato all'amor celeste». Augusto Minzolini Ciriaco De Mita

Luoghi citati: Palermo, Roma