Il jeans italiano scommette su Gorby

Il jeans italiano scommette su Gorby Riorda vende in Francia i capi prodotti in Urss Il jeans italiano scommette su Gorby TORINO. Il jeans italiano crede in Gorby. Convinti che la Grande Madre Russia diventerà un mercato gigantesco, su Mosca puntano (e scommettono) ormai i grandi produttori italiani: il Tacchella Group, controllato dall'omonima famiglia (marchi Carrera, Vagabond, G.B. Pechini), la Gepiafin dei fratelli Perna (marchi Pop '84, Taverner, Trussardi Action, Trussardi Jeans) e la Riorda di Fossano. Ognuna ha scelte strade diverse. Il primo ha messo il casual made in Italy alla portata del consumatore sovietico e si prepara a esportare vagoni di jeans da vendere in tutta l'Unione Sovietica. La seconda invece ha giocato le sue carte su uno stilista di Leningrado per lanciare in tutto il mondo il marchio Soviet. La terza, la Riorda, produce direttamente i jeans in Urss per venderli, oltre che sul territorio sovietico, anche in Europa. E' di pochi giorni fa la notizia che il gruppo di Fossano ha firmato un importante accordo con il colosso francese della distribuzione Lafayette per vendere nei 350 magazzini Monoprix i jeans Berjotzka che la Riorda produce con la Sorix, la sua concessionaria moscovita. L'accordo è stato firmato con la mediazione della Rica Lewis, azienda francese controllata dal gruppo di Fossano, che distribuirà nei magazzini Lafayette anche i suoi prodotti. Controllata dall'omonima famiglia, la Riorda è oggi una delle più importanti aziende di abbigliamento presenti sul mercato: fondata nel 1947, ha 400 dipendenti e un fatturato che si aggira sui 100 miliardi. Il 30% di questo fatturato viene esportato. Oltre che in Russia, il gruppo Riorda vende molto di Francia dove quattro anni fa ha acquistato lo stabilimento e il marchio Rica Lewis, la più antica fabbrica francese di jeans. Da poco Francesco Riorda, 60 anni, titolare del gruppo di Fossano, ha concluso un altro importante accordo con l'azienda calzaturiera torinese De Fonseca (un fatturato di 80 miliardi l'anno) per produrre e distribuire una nuova linea di abbigliamento sportivo che prenderà il nome dell? snarpete Koro (una versione indistruttibile delle già note Lungamarcia). Ma il colpo grosso la famiglia Riorda l'ha fatto in Urss firmando nell'agosto dell'88 una importante joint venture da cui è nata la Soriks (50% Riorda, 50% sovietica) con la creazione di una fabbrica a Krasnogorsk (seimila dipendenti in 5 stabilimenti) da cui escono quasi 2000 «pezzi» Berjozka al giorno, tra jeans e giubbotto, che fino a dicembre hanno invaso i 250 punti vendita della Standa e ora vengono distribuiti in 500 negozi italiani. Dagli stabilimenti di Fossano escono invece 20 mila capi al giorno suddivisi in cinque linee: Fw Corporation, i Roeri e Real Collegio (le collezioni maschili, che vanno dal classico allo sportswear), la Rica Lewis e la Lws Cote d'Azur France pensata, spiegano alla Riorda, «per un pubblico raffinato». Alla vigilia del '93, la Riorda non vuole perdere l'autobus e nei piani del gruppo di Fossano ci sono joint ventures sparse nel vecchio Continente, a partire dalla Germania che resta il concorrente più temibile, ma anche il mercato più appetibile degli Anni 90. Sul mercato sovietico (dove il gruppo di Fossano è presente da 12 anni) il discorso è diverso. I Riorda stanno per aprire un punto vendita a Mosca, cui seguiranno altri in ognuna delle capitali delle Repubbliche sovietiche, [c. rocl