In Usa scoppia la guerra sul bilancio della pace

In Usa scoppia la guerra sul bilancio della pace Per i repubblicani la crescita economica consentirà di ridurre il deficit, i democratici replicano: «Sono fantasie» In Usa scoppia la guerra sul bilancio della pace La Casa Bianca si rifiuta di utilizzare i tagli alla Difesa per le spese sociali WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dal punto di vista letterario, il bilancio per il 1991 che verrà sottoposto al Congresso domani è il più colto e divertente mai preparato da un governo americano, zeppo di metafore barocche. Ma dal punto di vista economico è forse il più velleitario, anche alla luce degli straordinari eventi del blocco sovietico e dei problemi interni degli Usa. Il suo principio informativo è che i cosiddetti dividendi della pace, ossia i risparmi sulle spese militari, sono quasi inesistenti, e comunque vanno usati come strumenti di crescita per l'economia e non come veicoli di riforme sociali. L'irosa reazione dei democratici potrebbe portare alla richiesta di ridimensionare le difese richiamando molte truppe dall'Europa. Il «New York Times», che ha messo le mani sulle bozze del ministro del Bilancio Richard Darman, lo sintetizza così. Mille 233 miliardi di dollari di uscite, solo il 3% in più del '90; un deficit dimezzato, da 123 miliardi di dollari nel '90 a 63 miliardi di dollari, grazie ai maggiori introiti fiscali dovuti allo sviluppo economico, ma senza aumento delle tasse; ricorso al surplus della «Social Security» ossia del ricco fondo pensioni per ridurre l'enorme debito pubblico, che quest'anno supererà i 3 mila miliardi di dollari; e stanziamenti militari per 292 miliardi di dollari, un po' più del '90 in termini monetari, il 2% in meno in termini reali, tenuto conto dell'inflazione. Nel prologo al bilancio, Darman, ex star di Wall Street, ha diffidato il Congresso dal cambiarlo. «Il bilancio — ha scritto — è una mostruosità. Contiene 190 mila calcoli: per verificarne uno al minuto, otto ore al giorno, quindi molto in fretta, ci vorrebbe un anno. Esclusi il Giappone e la Germania, le sue uscite superano il prodotto nazionale lordo di tutti gli altri Paesi». Darman ha anche ammonito i parlamentari che in futuro il bilancio dovrà aumentare di meno: rifacendosi a un programma televisivo per bambini, Sesame Street, lo ha paragonato al «Cookie Monster», il mostro dei biscotti, una bestia amichevole, ma che non sa controllarsi, e divora tutto ciò che vede. La reazione dei democratici, che hanno la maggioranza al Senato & alla Camera, è stata negativa, a causa sia del contenuto del bilancio sia del linguaggio del ministro. Il senatore Lloyd Bentsen, capo della commissione Finanze, ha definito «fantasie» le proiezioni di Darman. «In assenza di nuove tasse, la riduzione del deficit è affidata a uno sviluppo dell'e¬ conomia che non ci sarà», ha detto. «Siamo e saremo in fase di ristagno. Le uscite inoltre non sono mai salite del 3% annuo, ma del 6-7%. Secondo i nostri calcoli il deficit nel '90 sarà vicino ai 150 miliardi di dollari, e non vediamo come possa scendere sotto i 100 miliardi nel '91». Bentsen ha polemizzato soprattutto sulle spese militari. Ha osservato che il ministro della Difesa Cheney vuole chiudere «le basi che si trovano nei collegi elettorali democratici ma non in quelli repubblicani», e ha lamentato che intenda indirizzare i risparmi «alle grandi industrie e.ai finanzieri anziché alle minoranze». Il senatore ha insistito per un aumento delle tasse, sottolineando che «non necessariamente ne andrebbero di mezzo i contribuenti». Bentsen ha ricordato che i singoli cittadini forniscono il 43% del gettito fiscale in imposte di¬ rette e il 34% in versamenti alla Social Security mentre le grandi corporation forniscono solo l'I 1%. «Si possono anche rendere le imposte più progressive», ha concluso. Con la fecondità della sua prosa, Darman ha creato i presupposti per uno scontro feroce tra il governo e il Congresso. Il ministro ha chiamato il Congresso «il paese delle meraviglie» per quanto riguarda il bilancio; ha definito le spese sociali i «pac men», da un videogame in cui gli omini si eliminano a vicenda; e ha accusato i democratici di «involgarire» la straordinaria metamorfosi dell'Est europeo, correndo a mettere le mani sui presunti risparmi del Pentagono. «Mentre all'estero lo spirito umano si alza al di sopra delle contingenze alla ricerca della libertà — ha concluso — in America l'opposizione cerca di tornare allo statalismo». [e. e]

Persone citate: Bentsen, Cheney, Darman, Lloyd Bentsen, Richard Darman

Luoghi citati: America, Europa, Germania, Giappone, Usa, Washington