Le belle avventure dell'Arca rifugio dagli schiamazzi del sabato di Ugo Buzzolan
Le belle avventure dell'Arca rifugio dagli schiamazzi del sabato LA NOSTRA TV Le belle avventure dell'Arca rifugio dagli schiamazzi del sabato ELLA fiera in cui s'è trasformata gran parte della tv, tra pubblicità a scariche e miriadi di trasmissioni con quiz, giochini, ciarle e vociferazioni, mi sembra giusto additare le trasmissioni civili, quelle poche che mirano all'intrattenimento di qualità (il che non significa lezione paludata ma informazione allettante, provvista di «curiosità» giornalistiche). Fra queste trasmissioni si inserisce «Alla ricerca dell'Arca», che arditamente si colloca nella serata del sabato, dove di regola più forte è il baccano e più schiamazzano e strombettano gli imbonitori; e costituisce un'isola-rifugio per chi vuole prendersi una pausa dalla tv più corriva. Che cosa si vede nel programma? Il tema fondamentale, direi, è l'avventura «ragionata»: e il termine avventura ha qui un senso che può comprendere anche performances atletico-sportive di gran rilievo, ma che soprattutto si riferisce a singolari imprese umane in qualsiasi campo, quindi dalle ultime scoperte archeologiche alle più recenti conquiste medico-scientifiche, specie quello su cui si sono accese polemiche (vedi la pillola francese per abortire), dalla difesa delle foreste dell'Amazzonia e dal salvataggio di tribù perseguitate e massacrate dagli speculatori ai cento aspetti in cui oggi si configura il vasto, crescente movi¬ mento ecologico. Gli ospiti — ne sono annunciati parecchi anche stasera — sono sempre di rango, e spesso convocati da lontani luoghi d'ogni parte del mondo. E ci sono sempre, ad alimentare l'interesse, «sorprese» e anteprime di fatti ancora ignoti o di cui i mass-media hanno parlato poco e superficialmente. Sin (fui i meriti, ai quali vanno aggiunte un'accurata preparazione-organizzazione, e la non trascurabile caratteristica che «Alla ricerca dell'Arca» è una trasmissione televisiva al cento per cento, perché utilizza e amalgama studio e riprese filmate, collegamenti e interviste e spettacolarizzazione degli argomenti. E i difetti, ovvero i meccanismi da migliorare? Una volta, curiosamente, uno dei punti deboli era proprio lui, l'ideato¬ re, il conduttore e il regista del programma, Mino Damato, che si ostinava a portare sul video un volto scoraggiante, mesto e severo, senz'ombra di sorriso; ora si sforza d'essere più ilare e fiducioso, si permette persino qualche lieta papera e qualche inciampone in gradini-trabocchetto approntati subdolamente dall'azienda. L'impaccio del manager è stato, superato, e questo è un punto decisamente a favore. Quello che non pare migliorato è il ritmo complessivo: la rubrica è di proporzioni ampie (due ore e mezzo abbondanti), è colma di roba, eppure procede con cadenza flemmatica come se avesse davanti, ogni volta, quattro o cinque ore a disposizione: ci vorrebbero maggiore speditezza e verve, a costo anche di sacrificare certi interventi troppo prolissi. Altra raccomandazione, evitare il più possibile i toni edificanti da angolo del «buon cuore» (tipo l'appello a scrivere tante cartoline ad un bimbo malato per poi, tre minuti dopo, supplicare di non mandare cartoline perché il bimbo già rischia di essere soffocato da tonnellate di posta). Comunque, al di là dei difetti (eliminabili), «Alla ricerca dell'Arca» sta alla ribalta del sabato come programma di punta, offre la fantasia e la concretezza di molte avventure, e chiude bene la settimana di Raitre. Ugo Buzzolan
Persone citate: Mino Damato
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