Arbore e Banfi, dalla Puglia con umore di Marinella Venegoni

Arbore e Banfi, dalla Puglia con umore Alle 20,30 su Raiuno la prima puntata del programma «Aspettando Sanremo» con l'inedita coppia di conduttori Arbore e Banfi, dalla Puglia con umore Sono gli opposti estremisti del varietà «E così al Delle Vittorie si divertono» ROMA DAL NOSTRO INVIATO Raiuno ha finalmente realizzato le proprie ambizioni ecumeniche. Mettendo insieme per le 5 puntate di «Aspettando Sanremo», che debutta stasera alle 20,30, un argomento ultrapopolare come il Festival della Canzone e una strana coppia di pugliesi che dovrebbe piacere agli spettatori di «Fantastico» come agli orfani di «Indietro Tutta», la rete tradizionalmente più seguita si candida ad un ascolto record. Renzo Arbore e Lino Banfi, il predemenzial/goliardico e l'avanspettacolista storico, gli opposti estremisti del varietà, hanno presentato il loro show in Viale Mazzini, in un'atmosfera carica di entusiasmo e avara di notizie, secondo la collaudata tecnica Arbore, che torna a sbattere la sua faccia vincente e sempre abbronzata in tv, per la prima volta da «Indietro Tutta», e per la prima volta di sabato sera e su Raiuno dai tempi di un altro show di celebrazione, l'ormai remoto «Cari amici vicini e lontani». Il direttore Fuscagni esprime la contentezza di rete, «anche senza suonar le trombe»: «Sanremo in fondo è patrimonio Rai. Era importante celebrarne i 40 anni, e anche in modo insolito». Si punta soprattutto su Arbore e Banfi, due personaggi con stili tanto diversi. Arbore aveva suggerito la candidatura di Banfi, poi Banfi è stato delega¬ to, con successo, a convincere Arbore a rimettersi in video. Che barba, con questa storia che lui non vuole apparire: «Sono un lavoratore dello spettacolo, volevo fare il marinaio semplice dietro le quinte, come per "Doc". Poi durante le riunioni con Lino mi è sembrato un reato non dar vita a questa strana accoppiata. Noi ci stiamo divertendo, nonostante l'ampollosità del Delle Vittorie andiamo a braccio: io per la mia storia, la radio, la mania dell'improvvisazione. Lino, poi, ha 52 anni di gavetta vissuta come piace a me, il paese, le piazze, la fame: cose che io sfortunatamente non ho provato». Banfi parla poco, alza gli occhi al cielo: «Il baricentro continua ad essere lui. Sono sempre arrabbiato perché i giornali non si occupano di me, gli ho detto: alla prima copertina che farai da solo, me ne vado. Però mi diverto: ci siamo guardati negli occhi e riconosciuti. Due bambinoni. Ieri, mentre provavamo uno sketch, ho riso come non mi succedeva da veni/anni». Amen. «Aspettando Sanremo» andrà in onda in diretta differita. Ci sono i «Campagnoli Belli», 8 musicisti capitanati da Stefano Palatresi che rieseguiranno alcuni brani sanremesi di cui si son persi gli interpreti storici; ci sono Catalano, Michele Santoro (quello di «Volante Uno a Volante Due»), c'è Michele Mirabella, altro pugliese per la ve- rità più simpatico in .radio che in tv: c'è Ugo Porcelli fra gli autori, regista è Rita Vicario di «Quelli della notte»: «Abbiam fatto tanti successi che io con lei firmerei anche una scamorza», dice galantemente Arbore. Poi si permette la stoccatina ai dirigenti di Raiuno: «I tecnici del Delle Vittorie mi hanno detto: finalmente ridiamo». Gi saranno filmati d'epoca. C'è poi un «concorsino sciocchino, senza sponsor, con il pubblico», come spiega sempre Arbore, di canzoni del Festival che gareggiano divise per decenni: i '50, i '60, i '70, gli '80, rappresentati visivamente nei costumi che Gabriella Rea ha realizzato per «32 ragazze 32» (che Banfi definisce «64 gambe 64»), divise in 4 gruppi. Si strappano i nomi degli ospiti canterini di stasera: per gli Anni 50, Nilla Pizzi e Consolini; per i 60, Betty Curtis e Modugnc; per i 70, Marcella e Ricchi & Poveri; per gli 80, Cutugno e Fiordaliso. Non si vedranno invece i cantanti legati da contratti stretti con Berlusconi, Iva Zanicchi, Little Tony, Bobby Solo e Drupi, perché una clausola impedisce loro di partecipare a trasmissioni su Sanremo prima del Festival; Arbore spiega però che ci sono state anche altre defezioni: «Interpreti che rifiutano il proprio passato e le canzoni che hanno portato al successo». Le sigle sono di Arbore/Banfi/Mattone. Ascolti previsti? Qui Arbore si scatena: «I dirigenti sperano, ma io sono una spina nel fianco dell'Auditel. Non ci lasciano neanche sforare oltre le due ore e 20, sennò usciamo dalla fascia della prima serata». In realtà, il suo cruccio è ancora «Doc», che non è stato ripreso per lo scarso ascolto: «Era l'unico programma esportabile, l'unico che offrisse musica non provinciale» (ha ragione: ma perché non chiede a Raiuno di farglielo rifare?). Curiosamente, la dedica finale è per il direttore dimissionario Agnes: «Gli invio un simpatico pensiero, perché mi ha sempre chiesto di far il sabato sera, e ora che lo faccio la responsabilità è anche sua». Marinella Venegoni

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