Tornatore, profumo di Oscar di Lorenzo Soria

Tornatore, profumo di Oscar Una vittoria più probabile, dopo il Golden Globe di Los Angeles Tornatore, profumo di Oscar // regista: «Porto la Sicilia a Hollywood» LOS ANGELES. La consegna dei Golden Globes è una sorta di anticipazione degli Oscar e le scelte delle giurie quasi sempre coincidono. Negli ultimi anni è stato così 8 volte su 11. Quindi è particolarmente felice Giuseppe Tornatore, il cui «Nuovo Cinema Paradiso» è stato premiato come miglior film straniero. «Mi sento molto gratificato — sostiene —. La mia storia è un atto d'amore per il cinema e il fatto che ora, dalla Sicilia, approdi a Hollywood mi commuove». Pensa già all'Oscar? «Per ora "Nuovo Cinema Paradiso" è solo il film presentato dall'Italia. Ce ne sono tanti altri degni di considerazione». Quando arriva il momento dei «Golden Globes», la premiazione annua organizzata dalla Hollywood Foreign Press, il mondo del cinema sta a sentire e la cerimonia viene trasmessa in diretta a livello nazionale, anticipazione alla notte delle stelle del 26 marzo. Se la coincidenza tra Globes e Oscar si ripeterà ancora una volta, la prossima potrebbe essere la notte di Oliver Stone e di Ron Kovic. Stone ci è abituato, 3 anni fa «Platoon» è stato il grande vincitore. Ma per Ron Kovic è un'altra storia, «Born on the Fourth of July» racconta la sua vita, quella di un marine che parte volontario per il Vietnam e torna paralizzato dalla cintura in giù, diventando uno dei simboli della protesta pacifista. Il film ha raccolto tutti i titoli più prestigiosi nella categoria «Dramma»: miglior film, regia, sceneggiatura e, per Tom Cruise, il Globo come «best actor». Come cosceneggiatore (con Stone), Kovic si è presentato sul palco su una sedia a rotelle. Raggiante di felicità, ha levato in alto il suo «Globo». E allora tutto il pubblico si è alzato in piedi, in un momento di emozione collettiva. Quando ha raccontato che esattamente 22 anni prima, il 20 gennaio del 1968, era stato ferito e paralizzato, molti non hanno trattenuto le lacrime. «Non sapevo neanche se sarei sopravvissuto e mai mi sarei aspettato di essere qui questa sera. E' il giorno più felice della mia vita». In sala stampa, Kovic ha ancora gli occhi che gli brillano e dice. «Spero che da questo film il pubblico tragga una lezione, che non si ripetano più altri Vietnam». Se un «Golden Globe» è un primo passo verso gli Oscar, anche Michelle Pfeiffer ha ragioni per essere eccitata. Per il suo ruolo di cantante di cabaret in «The Fabulous Baker Boys» è stata designata «migliore attrice drammatica». Chi è restato a mani vuote è Spike Lee: «Do The Right Thing» è stato battuto da Stone su tutta la linea. Lorenzo Soria

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Los Angeles, Sicilia, Vietnam