Prima neve, ma per ora è un piccolo regalo

Prima neve, ma per ora è un piccolo regalo Dopo oltre due mesi di siccità riaperti molti impianti, si spera nella nuova perturbazione in arrivo. Prima neve, ma per ora è un piccolo regalo Record in Valle d'Aosta: 50 centimetri AOSTA DAL NOSTRO INVIATO «Si informa la spettabile clientela che l'innevamento è buono e che gli impianti sono tutti aperti», ripete monotona la segreteria telefonica alle funivie di Val Veny. In orario d'ufficio, un'impiegata spiega cortese che «sì, la neve è abbondante, almeno 50-70 centimetri», ma che le piste sono spazzate da maligne raffiche di vento, violente soprattutto sullo Checrouit, una delle mete preferite della Valle d'Aosta. «Ciò che conta è questa inversione di tendenza, finalmente si è rotto il fronte del bello stabile, prima o poi cala anche il vento e resta la neve», dice fiducioso Albert Tamietto, responsabile degli albergatori valdostani. Dopo un mese di cielo terso e clima asciutto, sono ricomparse le nubi e subito si sono sentiti gli effetti: 25 centimetri di neve a Courmayeur, 50 a La Thuile, 30 a Pila, 10 a Etroubles. Resta un dubbio: basteranno queste spruzzate a richiamare i turisti delusi ancora una volta dai capricci di un inverno particolarmente asciutto? «E' vero, la risposta della gente resta una grande incognita», ammette Tamietto, informato dello stillicidio di rinunce e disdette di prenotazioni piovute su tutti gli alberghi. Si allarga il buco rosso del bilancio, i proprietari di sciovie, skilift e seggiovie per il terzo anno denunciano gravi flessioni di introiti fra Natale e Capodanno, «perdite secche del 65-70%». E ora quasi ovunque stanno saltando anche le settimane bianche. La neve, caduta l'altra notte e, a ondate, anche ieri, ha mobilitato il personale degli impianti di risalita. «Finora ne sono entrati in funzione 120 su 192, 85 non hanno mai aperto», dice Ferruccio Fournier, presidente dell'associazione impianti a fune. Hanno lavorato e continueranno a lavorare quelli dell'Alta Valle, dove le ultime precipitazioni integrano e perfezionano i «paradisi programmati» a colpi di cannone. Alberghi e aziende di soggiorno di Courmayeur e La Thuile, di Pila e Cervinia, di Cogne e Gressoney sono stati tempestati di telefonate. «Chiama gente da tutta Europa — racconta Paola Jantet Roullet dell'Hotel Bellevue di Cogne —. In Belgio s.'era diffusa la notizia che fossimo sotto una coltre spessa 60 centimetri». E invece le risposte sono spesso sconfortanti. Poca neve in Val di Cogne, così come nella Valle del Lys e in Val d'Ayas, mestamente brulle le piste di Torgnon e La Magdeleine, di Chamoix e Brusson. Qui resiste solo l'anello artificiale (5 chilometri) voluto dall'intera comunità per ospitare Albarello e altri campioni di fondo impegnati nella Coppa Consiglio di venti giorni fa. Qualche notizia buona, sul fronte del Rosa, arriva dal Ga- biet e dalla Bettaforca, «dove oggi e domani gli impianti saranno aperti», informa Adrien David. Ma per arrivarci «si attraversano prati appena spruzzati di bianco». Quindici centimetri di neve a Cervinia («Ma nel pomeriggio c'era già un po' di sole»), 20-25 sul Plateau Rosa, secondo le informazioni raccolte dalla Scuola sci di Cervinia. Per avvertire «contenuta soddisfazione, fatti i debiti scongiuri», bisogna risalire in Val Veny o raggiungere La Thuile, dove annunciano: «La neve è buona, 15 centimetri in valle, più di mezzo metro in quota, gli impianti sono tutti aperti». «Da noi si va da un minimo di 40 a un massimo di 60 centimetri, oltre i duemila metri», calcola Sergio Vitali, amministratore delegato di Pila. Tutti gli impianti sono in funzione, gli alberghi sono tempestati di telefonate: «E' vero che c'è neve?». E' la domanda che ha investito ieri anche i centralini del centro prenotazioni del Valdhotel, cui fanno capo 102 alberghi. «La gente si informa, riorganizza le settimane bianche», spiega Cleto Benin. Il quale però già pensa a campagne1 promozionali invernali senza fare appello alla neve: «Qui, in fondo, la gente ha come minimo la certezza di trovare silenzio e aria pulita, lontano dalle città chiuse per smog». Renato Romanelli

Persone citate: Adrien David, Albarello, Albert Tamietto, Cleto Benin, Ferruccio Fournier, Paola Jantet, Renato Romanelli, Roullet, Sergio Vitali, Tamietto