Bush vince lo scontro sulla Cina

Bush vince lo scontro sulla Cina Veto sui visti Bush vince lo scontro sulla Cina WASHINGTON. Il presidente degli Stati Uniti George Bush ha evitato per miracolo, e solo grazie all'intervento dei pezzi da novanta del suo partito, una disfatta che lo avrebbe politicamente indebolito. Bush si è scontrato con il Congresso ponendo il veto alla legge che concede la residenza permanente ai 40 mila studenti cinesi negli Usa, quasi tutti rivoltosi contro Pechino. «Non rimanderò gli studenti in Cina contro la loro volontà, li terrò qui — ha promesso Bush —, ma non intendo isolare Pechino: con il tempo, la repressione in Cina finirà, e i nostri rapporti torneranno normali». Bush ha dichiarato che la sua vittoria — anche se di strettissima misura — equivale ad «un mandato per condurre nei confronti di Pechino la politica che ritengo più corretta», ossia un dialogo serrato per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. La sua dichiarazione ha però mandato su tutte le furie i leaders democratici. Per annullare il veto posto dal Presidente, la Camera e il Senato degli Stati Uniti devono votargli contro ciascuno coi due terzi dei voti. La Camera lo ha fatto a stragrande maggioranza, 390 voti a 25; il Senato non ci è riuscito per un soffio, 62 voti a 37, un divario di soli quattro voti. In aiuto di Bush è corso anche l'uomo dell'apertura alla Cina nel '72, l'ex presidente Nixon.

Persone citate: Bush, Cina Washington, George Bush, Nixon

Luoghi citati: Cina, Pechino, Stati Uniti, Usa