Ferrovie, tutti in guerra

Ferrovie, tutti in guerra Ferrovie, tutti in guerra Da domani una raffica di scioperi ROMA. E' guerra aperta tra Schimberni e i ferrovieri, senza esclusione di colpi. I macchinisti Cobas fermeranno la maggior parte dei treni dalle 14 di domani alla stessa ora di sabato e tutti i ferrovieri Cgil-Cisl-Uil e Fisafs bloccherano il traffico sull'intera rete dalle 21 dell'8 febbraio alla stessa ora del 9. Ma è solo l'inizio di un'azione di lotta che verrà intensificata nelle prossime settimane e nei prossimi mesi (salvo sviluppi positivi), fino a gettare ombre preoccupanti sui preparativi e sullo svolgimento dei campionati mondiali di calcio. I Cobas protestano per il mancato rispetto, da parte dell'Ente, dell'intesa «separata» che riconosce ai macchinisti, in cambio di un aumento di produttività, un aumento di 400 mila lire nette al mese rispetto ad un «pari qualifica» che abbia lo stesso ciclo operativo. Lanciano strali acuminati contro Schimberni, ma anche nei confronti dei sindacati confederali che li avevano invitati a riprendere un dialogo. Ezio Gallori, coordinatore dei Cobas, precisa: «Proporre di sospendere lo sciopero in cambio della generosità di un incontro per martedì significa davvero vivere in un altro pianeta. Noi vogliamo che l'Ente riconosca la specificità lavorativa della categoria e i motivi che sono alla base delle lotte in corso da tre anni, così come pretendiamo dall'Ente il diritto legittimo a trattare per i lavoratori che il coordinamento rappresenta». In questa situazione, i Cobas confermano anche il previsto «sciopero bianco» che, partendo dalla rigorosa osservanza di leggi e regolamenti vecchi di decenni, provocherà gravissimi disservizi dalle 14 del 30 gennaio a tutto il 5 febbraio. I sindacati confederali e autonomi reagiscono invece con una prima astensione all'atteggiamento sempre più negativo assunto dall'Ente nelle trattative sul piano di ristrutturazione e l'avvio del negoziato contrattuale, ma soprattutto sui tagli di organico. «Le proposte dell'Ente sugli esuberi di personale — osservano le federazioni trasporti di Cgil-Cisl-Uil e la Fisafs — costituiscono un grave atto unilaterale, che indica la volontà di non negoziare con il sindacato». Aggiungono che la quantità degli esuberi è «del tutto priva di fondamento» rispetto alle imprescindibili esigenze di efficienza, sicurezza e qualità dei servizi del trasporto ferrovia¬ rio. Non solo: le previsioni di esubero comunicate al ministro dei Trasporti risultano di gran lunga superiori a quelle, anch'esse eccessive, programmate dall'Ente in occasione della formulazione dell' «inadeguato ed insufficiente piano 1990», consegnato in questi giorni alle organizzazioni sindacali. Inoltre, l'Ente Ferrovie mette in dubbio 1' utilizzazione dello strumento del prepensionamento, convenuta da oltre un anno con i sindacati, e che «richiede invece il massimo di iniziativa perché il Parlamento approvi al più presto il dispositivo di legge». Durissimi i commenti dei segretari confederali. Il leader della Uil, Benvenuto: «Schimberni deve smetterla di prendere in ostaggio i lavoratori per premere sul governo». D'Antoni, segretario aggiunto Cisl: «E' una gestione più portata a cercare il dissenso che il consenso col sindacato». Pizzinato, segretario Cgil: tutte le responsabilità di questo momento «ricadono sul commissario straordinario»; il governo Andreotti è reo «di non aver varato le misu¬ re di risanamento», ma l'Ente «ha compiuto atti che nessuna azienda, pubblica o privata, ha mai compiuto». Le Ferrovie cercano di smentire, ma in realtà ribadiscono il progetto di consistenti riduzioni di personale. Non sono previsti licenziamenti — affermano — ma solo modalità, previa consultazione di ciascun lavoratore, «per rendere possibile l'uscita di circa 29 mila lavoratori dal ciclo produttivo, ipotizzando percorsi differenziati, di minore o maggiore costo sociale a seconda della reale percorribilità e tenendo conto della presenza o meno di norme sui prepensionamenti». Nella vicenda esplosiva si inserisce il ministro dei Trasporti, il de Carlo Bernini, ricevendo lunedì i segretari generali di Cgil-Cisl-Uil. Non sarà, però, facile contenere la ribellione dei ferrovieri. Del resto, sostiene il segretario generale della Uil-Trasporti, Aiazzi, è evidente che l'Ente «ha ormai scelto la linea dello scontro frontale e premeditato con il sindacato, come dimostrano tutte le sue le risposte negative». [g. c. f.]

Persone citate: Aiazzi, Andreotti, Carlo Bernini, D'antoni, Ezio Gallori, Pizzinato, Schimberni

Luoghi citati: Roma