Le discoteche in rivolta

Le discoteche in rivolta Nel Veneto si prepara la serrata contro la chiusura all'una Le discoteche in rivolta La giunta regionale approva la delibera dell'assessore, ilpsi si oppone Intanto i locali del Friuli posticipano gli orari per attirare clienti VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Quel Bottin mi pare Khomeini». Non usa mezzi termini Renato Giacchetto, dirigente del sindacato nazionale, locali da ballo, parlando dell'assessore regionale che ha proposto di anticipare la chiusura delle discoteche all'una di notte. Ma la giunta del Veneto ha dato via libera a Bottin: «C'era proprio bisogno di rispondere con un provvedimento umanitario per rispondere alla strage di ragazzi sulle strade, dopo l'uscita dai night», dice il presidente della giunta, Franco Cremonese. E così l'assessore presenterà la sua delibera, per marzo, al Consiglio. Giacchetto non ci sta. Il suo sindacato conta 6 mila aderenti, seimila in Italia, seicento nel Veneto. Centoquaranta soltanto nella provincia di Venezia, ventidue dei quali a Jesolo, seconda spiaggia d'Italia. I ventidue dancing di Jesolo, d'estate, al sabato, ' portano ventimila ragazzi a ballare. Sic¬ come la moda imperante è quella di Ibiza, si balla da mezzanotte in poi. «Io ho la licenza dalle 24 alle 8 di mattina, si figuri», dice Enzo Bellinato, titolare del Movida. «Credo che sia una mossa elettorale — continua — le discoteche non c'entrano con gli incidenti: se uno vuole ubriacarsi lo può fare anche a casa». Per Nicola Parente, gestore dell'Area di Cortina d'Ampezzo, orario 23-5 del mattino, «i motivi dell'assessore sono ridicoli. E comunque questa legge difficilmente riuscirà a portarla in porto». Infatti, il psi, partner di giunta della democrazia cristiana, non è affatto persuaso. Lo stesso ministro degli Esteri Gianni De Michelis un anno fa si era detto contrario, quando a parlare di chiusura anticipata erano i sindaci della provincia di Treviso. «E' un falso problema ed è antistorico», aveva detto il ministro. Ora tutto il suo partito si batte contro Bottin. Il vicepresidente della Giunta, Umberto Carraro, pretende che siano in¬ terpellati i gestori dei locali. E il sindaco di Jesolo Achille Pasqual, denuncia il provvedimento come «affrettato e preso alla luce di pure emozioni». Ci sono problemi di concorrenza: a Bibione, ad esempio, al confine col Friuli Venezia Giulia, c'è la concorrenza di Ligna^ no, che anzi per recuperare il turismo in calo consentirà l'apertura fino alle 6 del mattino. Ma l'assessore Bottin non si spaventa: «Mi sento incoraggiato dall'appoggio del presidente. Dalle nostre ricerche risulta che la maggior parte degli incidenti di notte è imputabile all'alcol. Ora, mica possiamo passare al proibizionismo. Una regolamentazione degli orari mi sembra la mossa più azzeccata». L'associazione delle discoteche potrebbe rispondere con una serrata di protesta: «Se vogliamo tornare ad essere i soliti veneti bigotti, andiamo avanti per questa strada — dice Giacchetto — noi ci opporremo fino all'ultimo». Mario Lodo