Il Papa da Capo Verde di Marco Tosatti

Il Papa da Capo Verde Il Papa da Capo Verde «La violenza nel Caucaso è una cosa negativa ma la Chiesa sa distinguere le guerre giuste» PRAIA (Capo Verde) DAL NOSTRO SERVIZIO Il Papa appoggia Gorbaciov, sia pure con toni molto cauti, suggerendo una soluzione negoziata al conflitto nel Caucaso, e augura al segretario del pcus di poter disporre del «dono del buon consiglio». Il nuovo clima di relazioni tra Mosca e il Vaticano, e l'appoggio della Santa Sede alla perestrojka hanno avuto un'ulteriore conferma nell'incontro che il Pontefice ha avuto con i giornalisti sull'aereo che lo portava verso le Isole di Capo Verde, prima tappa del suo sesto viaggio africano. Fino a che punto si può giustificare l'uso della violenza, è stato chiesto a Giovanni Paolo II, con un riferimento all'Azerbaigian? Il Papa ha risposto che la violenza «è sempre una cosa negativa moralmente». Ma esistono distinzioni di cui non si può non tener conto: «Certamente ci sono situazioni in cui alla violenza provocata si risponde con la difesa — ha detto — che, essendo difesa anche bellica, diventa difesa violenta, in quanto la guerra è sempre violenta. Ma non possiamo negare — ha proseguito, il Papa rifacendosi alla dottrina tradizionale della Chiesa — il diritto alla cosiddetta guerra giusta, così si diceva nei secoli, all'autodifesa di un individuo, di una comunità, di un popolo, quando ha subito la violenza da parte di altri. Lo dico — ha aggiunto — non per giustificare la decisione del governo polacco nel 1939, ma per giustificare molti casi simili».. Per la prima volta il «volo papale» ospitava un giornalista sovietico, Pavel Negoitsa, di «Trud», l'organo dei sindacati dell'Urss, diffuso ogni giorno in oltre venti milioni di copie. Negoitsa ha chiesto che il Papa mandasse un messaggio all'Unione Sovietica nel momento in cui «si sparge il sangue» all'interno delle frontiere. «La missione della Chiesa — ha risposto Giovanni Paolo II — è sempre quella di sorvegliare, preservare, difendere la pace, e le soluzioni pacifiche, anche quando le tensioni sono giustificate o giustificabili». Ecco il consiglio del Papa: «Difendere le soluzioni pacifiche, col dialogo, per arrivare a quello che in queste tensioni può essere giustificato e risolto in giustizia. Questo è il messaggio in generale, senza entrare nei casi concreti e individuali». Le Chiese possono avere un ruolo nella crisi attuale? Il Papa ha ricordato che in Urss si tratta soprattutto di fedeli ortodossi; «ma le Chiese cristiane in generale seguono gli stessi criteri sui problemi della pace, su come risolvere le tensioni e su come influenzare le parti che si trovano in queste tensioni, che qualche volta giungono fino allo spargimento del sangue. Ma l'Urss — ha continuato — è un Paese molto complicato, dal punto di vista religioso: ci sono popoli diversi con diverse discendenze culturali e religiose. E una parte notevole dei cittadini sovietici è musulmana, si parla di 70 milioni». E a Gorbaciov — gli è stato chiesto — che augurio farebbe in questo momento? «Se potessi esprimerlo con linguaggio religioso e teologico — ha risposto — gli augurerei soprattutto quel dono dello Spirito Santo che si chiama dono del buon consiglio». Il Papa ha definito «specialmente dolorosi» gli avvenimenti del Caucaso; «cerchiamo di partecipare a tutti questi processi e avvenimenti con la preghiera». E ha rivelato un dettaglio del suo incontro del primo dicembre scorso in Vaticano con Gorbaciov. «Se posso dire questo senza tradire un segreto personale, il mio interlocutore era particolarmente contento della preghiera del Papa, diceva che la preghiera è un segno dei valori spirituali e noi abbiamo tanto bisogno di questi valori». Il Papa ha concluso dicendo che Oriente e Occidente non devono sentirsi dispensati dalla «responsabilità comune verso il Sud, e l'Africa in particolare». Marco Tosatti

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Gorbaciov, Pavel Negoitsa

Luoghi citati: Africa, Azerbaigian, Capo Verde, Mosca, Praia, Unione Sovietica, Urss