«Il poup è morto, W il poup»

«Il poup è morto, W il poup» Il segretario alla vigilia del Congresso: il socialismo reale è Mito, chi non lo capisce è perduto «Il poup è morto, W il poup» Rakowski spiega l'eutanasia del partito VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO Il comunismo polacco è giunto al capolinea, domani celebrerà i propri funerali con 1' 110 congresso straordinario che sanzionerà la fine del Poup, il partito operaio unificato polacco, ed insieme la nascita di una nuova formazione della sinistra svincolata dal marxismo e proiettata verso il modello socialista occidentale. Sgominato la scorsa estate sul piano elettorale dall'avvento di Solidarnosc sulla scena politica, il pc ha scelto la precaria strada della rifondazione nel segno di un difficile compromesso fra le velleità riformiste della maggioranza e l'intransigenza della vecchia guardia conservatrice. Oltre 1600 delegati in rappresentanza di due milioni di iscritti si riuniranno per tre giorni nell'orribile Palazzo della Cultura in un clima arroventato da delusioni, sconforto, polemiche capaci di sfociare in una clamorosa spaccatura dei ranghi. Alla vigilia del congresso ne parliamo con Mieczyslaw Rakowski, segretario uscente, l'ex primo ministro che aveva passato le redini del governo al cattolico Tadeusz Mazowiecki. Il suo partito ha fatto una spietata autocritica dei 44 anni di potere assoluto. Basterà il cambio di etichetta per riconquistargli credibilità e consensi? La conclusione dell'impietosa analisi interna era evidente. La piattaforma programmatica alla quale aderiva il Poup ha ormai esaurito il suo compito storico. Non basta cambiare insegna, occorre assumere una visione diversa della situazione. Perché il socialismo reale è fallito, ha fatto fiasco non soltanto da noi ma nel resto dell'Europa orientale. E chi resta fermo al palo è perduto. La rivolta della base, che accusa il vertice di troppa condiscendenza nei confronti di Solidarnosc, prelude a scissioni traumati¬ che, come in Jugoslavia, o prevarrà la linea unitaria? I sussulti dei conservatori non costituiscono a mio avviso nessuna minaccia seria alla nostra futura coesione. C'è invece da spiegare una cosa, l'origine della levata di scudi contro la direzione del partito, me compreso, sono le frustrazioni ed il rammarico per il comando del Paese sfuggito di mano. Si cerca quindi di individuare i colpevoli del collasso. Un tempo avevamo il comfort del potere assoluto e nessuno ammetteva di aver sbagliato. Oggi siamo alla resa dei conti, pia passerà ancora molta acqua sotto i ponti della Vistola prima che tutti i comu¬ nisti lo capiscano. Come si chiamerà il nuovo schieramento? I nomi in gara sono sei e deciderà il congresso: partito socialista della Polonia, partito socialista dei lavoratori, partito socialdemocratico della Polonia, partito polacco dei lavoratori, partito polacco della sinistra socialista, partito polacco del lavoro. E' chiaro che intendiamo attingere ai valori del socialismo europeo, sia quello classico che la componente socialdemocratica in quanto la differenza sulla loro matrice ideologica alimenta unicamente dispute di lana caprina. Insomma rinuncia totale allo spirito ed alla lettera della Terza Internazionale, entrata in sfacelo come dimostrano i recenti avvenimenti cecoslovacchi, romeni, bulgari. Però è andata male a Budapest al nuovo partito socialista ungherese, il quale a malapena racimola 35 mila tesserati, mentre il partito fratello della Germania dell'Est sta agonizzando. Perché non li avete invitati al congresso? Nulla di misterioso. La nostra assemblea sarà totalmente occupata di se stessa, di questioni interne, di panni sporchi da lavare in famiglia da non interessare gli stranieri, giornalisti a parte... La Polonia è stata la prima nazione del blocco orientale ad avviare il dialogo con l'opposizione, ma l'ultima a decretare l'autoscioglimento del pc. Sul ritardo pesa forse la paura di fare brutte figure alle elezioni amministrative della primavera? Macché ritardo! I partiti comunisti della Ddr e della Cecoslovacchia si sono disintegrati a causa del loro ritardo, il nostro invece potrebbe essere paragonato ad un esercito che batte in ritirata controllato dai suoi comandanti. Insomma un ripiegamento strategico, non la fuga delle truppe napoleoniche dalla Russia. Dirò di più, abbiamo sempre la chance di restare il maggior partito della sinistra nell'Europa centrale. Il nostro è il successo di tutte quelle forze che vogliono l'intesa nel quadro del pluripartitismo. Allora perché strillate contro la proposta di molti gruppi sociali che reclamano dal Poup la restituzione allo Stato degli uffici e dei beni conquistati di forza durante il regime quando invece numerose sezioni periferiche abbandonano volontariamente le sedi usurpate? Debbo subito precisare che il nostro «regime» è stato molto condiscendente, ad esempio verso la Chiesa ed il mondo rurale, dire che era totalitario è come pretendere che io fossi Khomeini. Siamo disposti ad alienare il nostro patrimonio, ma non sotto la spinta di rivendicazioni bolsceviche. Se ci saranno espropriazioni esse dovranno avvenire nell'ambito della legalità. La verità è che si pretende che facciamo harakiri allo scopo di impedirci di operare nel futuro. La vostra evoluzione politica avrà conseguenze sulla partecipazione al governo dove detenete i ministeri-chiave degli Interni e della Difesa? Difficile rispondere oggi. Da un lato dobbiamo sostenere riforme radicali, dall'altro non pos¬ siamo indulgere sul drastico costo pagato dai lavoratori. Senza passare all'opposizione il nostro obiettivo punta all'elaborazione di un piano alternativo al programma economico del governo nella visione creativa del socialismo alla polacca. Lech Walesa sostiene che la nomenklatura spicciola annidata nell'amministrazione pubblica saboti il processo di rinnovamento... Stupidaggini, i nostri contribuiscono alla rinascita della società con dedizione e cognizione di causa, sono competenti e mettono la loro esperienza al servizio dello Stato. Intende rimanere alla guida del partito o cederà il passo a personaggi meno compromessi, come Tadeusz Fiszbach? Mettiamo le carte in tavola, non mi considero compromesso. Per il resto vedremo. Quanto a lungo i polacchi sapranno sopportare i sacrifici della ristrutturazione economica o riesploderà la rabbia popolare? Mi preoccupano eventuali tensioni, ma la maggioranza della società nutre fiducia nel governo. Tutto dipende se saprà continuare a guadagnarla ed evitare lo spettro di una dittatura della destra. Piero de Garza rolli , ™ ' Il segretario uscente del poup Mieczyslaw Rakowski. Ha proposto lo scioglimento del partito e la nascita di una nuova formazione della sinistra

Persone citate: Khomeini, Lech Walesa, Mieczyslaw Rakowski, Mito, Rakowski, Tadeusz Fiszbach, Tadeusz Mazowiecki

Luoghi citati: Budapest, Cecoslovacchia, Ddr, Germania Dell'est, Jugoslavia, Polonia, Russia, Varsavia