Balestre e Senna? Due amiconi di Cristiano Chiavegato
Balestre e Senna? Due amiconi A Montecarlo strana marcia indietro del presidentissimo nei riguardi del brasiliano Balestre e Senna? Due amiconi «Voglio solo la pace, rum pretendo le sue scuse» MONTECARLO dal nostro inviato E' arrivato a bordo di una lussuosa berlina, con autista naturalmente, bandierina sul cofano. Da far impallidire il principe Ranieri. Come se alle spalle avesse avuto i suoi 90 milioni di affiliati ed i vessilli delle 120 nazioni che costituiscono la Federazione Internazionale Automobilistica. Poi è sceso circospetto, guardandosi attorno, forse per vedere l'effetto della scena. Giubbottino e pantaloni neri, pieno di distintivi e patacche, come un generale da operetta. Ma Jean-Marie Balestre, presidente della Fia o di molti altri enti, non ha poi tenuto la promessa conferenza stampa. In mattinata infatti aveva fatto appendere nella sala stampa del rally di Montecarlo un comunicato nel quale annullava l'incontro. La chiacchierata con i giornalisti sarebbe stata sostituita, così era detto, da una serie di comunicati. La tentazione di parlare però è stata troppo forte e così Balestre ha iniziato, con i presenti, un discorso. Allucinante, per non usare altri termini. «Voglio la pace, la pace, la pace — ha esordito, riferendosi al caso Senna —. Sono stanco, basta con le polemiche. Non è giusto che i piloti siano sottoposti ad ulteriori pressioni. I giornalisti non hanno pietà, vogliono solo scrivere. Non esiste una questione Senna, semplicemente perché non ha ancora chiesto la superlicenza. Ha tempo fino al 15 febbraio». Ma allora, perché tanto baccano? Perché i comunicati da Parigi che minacciavano il brasiliano? «Non so. Lui non ha domandato nulla ed io non posso negargli ciò che non ha chiesto. Tutto è stato strumentalizzato. Anzi debbo dire che ho apprezzato la discrezione di Senna, malgrado l'assalto che la stampa gli ha fatto mentre era in vacanza, malgrado anche le insistenze di una giornalista dalla coscia leggera (sic!). Abbiate pietà di Senna, lasciatelo riposare». A parte il riferimento alla collega che non ha certamente bisogno di offrire le sue grazie al giovane pilota, ci sembra che in queste frasi ci sia tutto Balestre, ancora una volta: le sue incongruenze, i voltafaccia, l'assurdità di certi comportamenti. Ma continuiamo. Cosa succederà Ora? E Balestre così risponde: «Non voglio le sue scuse. E' il Consiglio mondiale della Fia che desidera un preciso chiarimento. Questo Consiglio vuole che il brasiliano riconosca di essere stato male informato, quando ha sostenuto che il campionato, l'anno scorso, era stato manipolato (da Balestre a favore di Prost, ndr). Credo che sia un ragazzo intelligente. Capirà. Non abbiamo mai parlato della superlicenza, anzi nessuno può neppure sapere se la chiederà... Ma se desidera vincere ancora il mondiale non può pensare che un titolo sia fatto oggetto di manipolazioni». Alla fine di questo discorso senza capo né coda, Balestre se ne è andato, annunciando che avrebbe poi tenuto una conferenza stampa al termine della prima prova speciale del rally in montagna, nella notte, dove avrebbe fatto da apripista su una vettura guidata da Jean Alesi, il giovane talento emergente della Formula 1. Ai lettori, a chi segue la Formula 1 l'ardua sentenza: cosa ha voluto dire Balestre? Come si concluderà questa vicenda che lascia tutti abbastanza perplessi? Cosa è successo per modificare l'atteggiamento del presidente della Fia? L'unico fatto certo è che Senna sarà al via del prossimo mondiale. Tutto il resto è nebuloso, e soltanto il' futuro chiarirà questi strani giochi. Cristiano Chiavegato
Persone citate: Jean Alesi, Jean-marie Balestre, Prost, Senna
Luoghi citati: Montecarlo, Parigi
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