L'haute couture rilancia le «giovani e belle» per la primavera-estate'90

Parigi scopre la donna ninfa L'haute couture rilanciale «giovani e belle» per la primavera-estate '90 Parigi scopre la donna ninfa Giacche con grandi scollature, abiti corti e attillati che pretendono gambe lunghe e perfette Ma Saint-Laurent, in omaggio a Dior, si oppone al nudo con spalle squadrate e tailleurs «seri» PARIGI. Di collezione in collezione, una radiosa donna francese, audace e tenera, indica le perentorie novità di primavera. Il suo tailleur può contare su giacche diverse, minute, corte, lunghe, l'essenziale è che abbiano perduto le spalle, lasciandole nude come in un vestito, e in caso contrario, si assicurino una scollatura da seno in vista e la propone persino l'ultraclassico Philipe Venet. In quanto al vestito è come un'attillata marsina, che abbia perduto la gonna, a primavera, le gambe che non finiscono mai, perché d'estate è la gloria dello chiffon, da avvolgere sul corpo. I maestri della haute couture devono essersi convinti che un padre facoltoso sia migliore acquirente di un marito, di un amante e d'una donna senza problemi finanziari. La giovinezza torna alla ribalta, purché fiera delle sue forme sode e prorompenti, come la nuovissima indossatrice di Karl Lagerfeld, stile Brigitte Bardot, acclamata dai fotografi ad ogni uscita in abito di velo, in quel colore che i francesi chiamano «rosa coscia di ninfa» e noi rosa carne. Tutto nuovo da Chanel, con un Lagerfeld in ottima forma che sopprime la gonna e ne sfoglia il ricordo in una balza plissé di chiffon per giacche in crèpe di lana, in tweed e allunga i cardigan lasciandone sporgere appena l'orlo d'una sottoveste volante in chiffon. Entrano in gioco piccoli bottoni bianchi, sinuosi tralci di corolle lavorate in raffia nera su bianco, in bianco su blu per sottolineare chiusure e tasche, in aggiunta ad impunture alla sellaio. Soprattutto per accompagnare l'ardita asimmetria delle giacche che si allungano in curva a destra per controbilanciare a sinistra un accenno di abito, inesistente e corto. Sono le giacche-abito di Chanel, vogliono gambe perfette, il passo sicuro sui tacchi a rocchetto. Anche la donna di Claude Montana, alla sua prima collezione per Lanvin, è giovane, non scherza in quanto a nudo trasparente, ma è contestataria del lusso. Nel suo dilemma, cangiante come il taffetas delle sue sahariane, indecisa fra certi bloomer in rosa arancio e trench color bronzo, scioglie e appiattisce i capelli come una penitente, fa di tutto perché la T-shirt rigata bianco e blu non appaia, come è, interamente ricamata in paillettes e sembrino di una seta cordonata e molto materica i blouson, i boleri da sera ricamati a perle nere. Se gli italiani, sia presentando i loro modelli in proprio, sia con marchio francese, non offrono il meglio di sé (anche Tarlazzi cercando di liberarsi del rigore di Laroche, ha attenuato perfezione e charme), non si può dire che tutto sfavilli, a Parigi, al di là dell'innegabile ricchezza, cura, ricami sontuosi onnipresenti, maestria del taglio. Perfetti, inventivi, riflessivi ci sono apparsi nell'ordine Lacroix, Chanel, Ungaro. Poi ha sfilato un Yves Saint Laurent volutamente in pieno disaccordo con le tendenze assaporate nella capitale francese per la prossima primavera-estate '90. L'abito accosto al corpo, il nu¬ do, il falso tailleur, la giaccavestito che denuda interamente le gambe, fluidità e chiffon? Niente di tutto questo: invece giacche ampie, squadrate nelle spalle; gonna né stretta né larga, corta ma non troppo, camicette in picchè e satin, per i più classici tailleur in corposo ottoman di cotone bianco, in shantung blu marino. La signora è ben costruita, la sciarpa fluttuante semmai l'appende al cappello di paglia, larghissimo o minuto, esce in abiti a camicia, al massimo in chemisier, ora accordando agri colori come il verde germoglio con il verde menta, ora affidandosi all'unione di bianco e crema, arancio e greggio. Non manca fra corti o lunghi abiti alla Luigi XV in splendidi tessuti, taffetas e satin stampati in corolle arancio, lilla e fucsia su fondi marezzati, l'omaggio a Dior. Immagine turchesca di anni lontani, come sa Yves Saint Laurent, che di Dior fu il primo delfino. Lucia Sollazzo in abito da sposa alle sfilate parigine

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