«Grande Europa subito» di Fabio Galvano

«Grande Europa subito» CEE Delors insiste per accelerare i tempi: unità entro il 2.000 «Grande Europa subito» Intervista a Antenne 2: dobbiamo prepararci ad accogliere anche l'Est Entusiastico sì all'ingresso della Germania orientale nella Comunità BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli Stati Uniti d'Europa entro il 2000, primo passo verso la confederazione europea accarezzata da Mitterrand che abbraccia anche l'Est e che potrebbe vedere la luce dopo altri dieci o vent'anni: in un'intervista televisiva destinata forse a segnare un nuovo ritmo nella crescita della Comunità europea, il presidente della Commissione Cee Jacques Delors ha abbandonato il linguaggio circospetto della diplomazia e si è fatto paladino di una nuova e urgente spinta europea. Sottolineata «l'urgenza» di rafforzare le istituzioni comunitarie di fronte agli avvenimenti dell'Est, ha spezzato una lancia in favore di una «armatura politica più forte». Nell'intervista in diretta, sulla francese Antenne-2, Dolore ha toccato altri tasti delicati: l'entusiastico sì di Bruxelles a uh ingresso della Germania orientale nella Cee, ma anche l'insofferenza per le pratiche commerciali del Giappone. Ma è stato il nuovo progetto di una grande Europa ad attirare le maggiori attenzioni. «La Comunità — ha detto Delors — non è oggi abbastanza solida per affrontare le sue responsabilità». Neppure il progetto di unione economico-monetaria «è più sufficiente per dare un nuovo impulso sulla via dell'integrazione». La conferenza intergovernativa della seconda metà dell'anno dovrà, a suo avviso, rivolgersi non solo alle revisioni del Trattato di Roma, ma anche a un rafforzamento delle istituzioni politiche in Europa». «E' necessario avere un esecutivo forte, responsabile davanti al Parlamento europeo quanto davanti agli Stati», ha aggiunto Delors auspicando la nascita di «una vera federazione prima che finisca il millennio». Negando di voler «cancellare gli Stati o i Parlamenti nazionali», egli ha precisato che essa dovrà essere articolata «in tre livelli: regionale, statale, europeo». In tema di riunificazione tedesca, Delors non ha esitato a superare le cautele di Mitterrand, riaffermando i diritti comunitari dei tedeschi orientali nel quadro di una Germania unita, «anche se non è cosa di domani». Non assumere fin d'oggi una posizione, egli ha aggiunto, «sarebbe un rischio per la costruzione europea». Il caso tedesco, ha insistito, è diverso da quello degli altri Paesi — l'Austria e la Norvegia, per esempio — che vorrebbero entrare nella Cee. L'intervento di Delors ha avuto una sola replica critica: quella di Tokyo. Il signor Europa, che secondo i sondaggi è più popolare in Francia dello stesso Mitterrand, non ha risparmiato critiche ai giapponesi, accusati di non applicare in materia di commercio internazionale gli stessi principi dell'Europa e degli Usa. Tokyo risponde acidamente che «si dovrebbe discutere tenendo conto dei fatti»: secondo le statistiche, «le importazioni del Giappone sono aumentate, soprattutto dalla Cee, di 30 miliardi di dollari». Fabio Galvano

Persone citate: Delors, Jacques Delors, Mitterrand