Eureka: senza gas città disinquinate di Franco Lucentini

Eureka: senza gas città disinquinate F&L annunciano: il premio La Palice per meriti scientifici ad alcuni Comuni italiani Eureka: senza gas città disinquinate CHI si preoccupa pei' lo scarso peso, lo scarso aiuto dato in Italia alla ricerca scientifica avrà avuto modo di ricredersi, in queste ultime settimane. Ambiziosi esperimenti che hanno coinvolto due grandi metropoli e milioni di persone sono stati concepiti, messi a punto e portati a termine senza risparmio di mezzi, ricevendo dalla stampa e dalla televisione tutta l'attenzione che meritavano. L'ipotesi era audace: si trattava di verificare l'intuizione di un team di studiosi secondo cui i fumi delle automobili e delle fabbriche inquinerebbero l'aria delle città. Un concetto rivoluzionario, destinato a ribaltare completamente le teorie fin qui prevalenti che attribuiscono l'inquinamento urbano ad altri fattori, quali la marmellata di fragole, il ricamo e il gioco degli scacchi. Ovvio che per ottenere risultati significativi la campionatura non si potesse limitare al vicolo dello Scarafaggio Surgelato o alla piazzetta di S. Maria dell'Appendicite. Il traffico — se era lui il colpevole — andava eliminato da vaste aree del centro e della periferia, mentre appositi, sofisticatissimi strumenti di rilevazione sarebbero entrati in attività misurando i tassi velenosi prima, durante e dopo l'esperimento. Che ha avuto, come ormai tutti, sappiamo, trionfale successo. Là dove motori e ciminiere sono stati fermati i gas micidiali sono scesi a livelli amabilissimi; e a con¬ troprova, le analisi hanno invece rivelato più nocivi addensamenti negli immediati dintorni delle zone testate. E' una scoperta che farà epoca, e sull'onda del successo già si vanno preparando altre consimili linee di ricerca relative al complesso nodo della convivenza urbana. E' tutto da dimostrare, ad esempio, che sia meglio salire al quinto piano in ascensore piuttosto che a piedi. Sopprimendo l'illuminazione di un intero quartiere, si otterrebbe probabilmente la prova definitiva che al buio i pedoni tendono a sbattere la faccia nei muri. E non è forse lontano il giorno in cui vedremo affrontato l'enigma che Galileo lasciò irrisolto: disponendo nei centri storici un numero adeguato di punti-fiamma alimentati da vecchi giornali, e sistemando su detti falò recipienti colmi di acqua fredda, non può darsi che, in un dato tempo, l'acqua diventi calda? Mentre aspettiamo col fiato sospeso giunge da Stoccolma la notizia di un ufficioso interessamento di quell'Accademia per talune giunte comunali italiane. Si parla di un possibile Nobel per le scienze lapalissiane, così chiamate in riferimento all'eroe dell'antica ballata francese, Jacques de Chabannes, signore di La l'alice, caduto alla battaglia di Pavia nel 1525, di cui i suoi soldati cantavano scientificamente che «un quarto d'ora prima di morire era ancora in vita». Carlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Carlo Frutterò, Jacques De Chabannes

Luoghi citati: Italia, Pavia, Stoccolma