«Ci vuole più entusiasmo intorno al Torino»

«Ci vuole più entusiasmo intorno al Torino» Il presidente Borsano fa il bilancio dei primi sei mesi di presidenza e condanna le fratture in seno ai tifosi granata «Ci vuole più entusiasmo intorno al Torino» «Ilprossimo anno, traguardo l'Uefa» TORINO. Due gare in casa contro Monza e Reggiana, quattro punti, otto gol all'attivo, nessuno al passivo, riaggancio del Pisa in vetta alla classifica della serie B, eppure intorno al Torino che insegue l'immediato ritorno in serie A manca il grande entusiasmo. La tifoseria granata, divenuta di colpo eccessivamente malata di estetismo, più sensibile a raccogliere gli aspetti negativi (vedi la vicenda Skoro) di quelli positivi, appare divisa: si intravede un accenno di frattura fra i club dei fans. Il presidente Borsano ne è giustamente preoccupato, ecco perché ieri ha fatto il punto sulla situazione della società subito dopo aver iniziato il girone di ritorno. Un bilancio sulla prima metà del campionato, sui primi sei mesi della nuova presidenza, un ottimistico augurio sul futuro, un accenno sulle ambizioni future una volta conquistata la promozione in serie A. «Ho accettato la presidenza del Torino solo quando sono stato sicuro di poterlo guidare da unico padrone, con la maggioranza delle azioni, per dirigerlo con mano ferma», ricorda deciso Gian Mauro Borsano. Una fermezza che trova pratica dimostrazione con il caso del giorno, quello dello jugoslavo Skoro il quale, escluso dall'undici titolare domenica scorsa contro la Reggiana, ha lasciato lo stadio per tornarsene a casa. «Skoro è stato multato e in maniera salata (nove milio¬ ni? ndr) perché non ha accettato decisioni che competono solo al tecnico. Ma non è vero che non abbia voluto andare in panchina. Il giocatore, conosciuta l'esclusione, ha replicato in modo non consono a Fascetti che l'ha invitato a lasciare gli spogliatoi». Disciplina ma anche salvaguardia del patrimonio societario che non può permettere la definitiva esclusione del giocatore dalla rosa di prima squadra. Skoro, che ieri mattina è stato al Filadelfia solo per effettuare i periodici test di Conconi sull'efficienza fisico-atletica, si incontrerà nel pomeriggio con l'allenatore Fascetti per il necessario chiarimento che riporterà lo jugoslavo a pieno titolo nella rosa granata facendo salve le facoltà di scelta del tecnico. La «ribellione» di Skoro trova spiegazione in Borsano con il «mondiale '90»: «E' un appuntamento troppo importante per molti giocatori italiani, ma soprattutto per tanti stranieri che militano nel nostro campionato. Stare fuori alla vigilia dell'amichevole di domani, per di più contro la sua Nazionale, rappresenta il sapore di uno smacco per Skoro che però non doveva dimenticare i doveri di un professionista. Doveri che una società seria e monolitica come vogliamo che sia la nostra deve fare rispettare ad ogni costo». Domani, a chiarimento avvenuto con Fascetti, Skoro pren- derà sicuramente parte all'interessante amichevole con la nazionale jugoslava che però lamenterà l'assenza di alcuni titolari ai quali non è stata concessa la disponibilità dai club europei in cui militano. Proprio in questa prospettiva il general manager Maurizio Casasco, nello stipulare il contratto dell'amichevole, si ò riservato di lasciar giocare Skoro nella nazionale jugoslava contro i granata. «Lo stabiliremo questa sera — dice Casasco — all'arrivo a Torino degli slavi». Capitolo chiuso. * Problema più complesso quello dei tifosi. «Domani sera — dice Borsano — incontrerò i responsabili dei club. Non mi piace la frattura fra i tifosi della stessa curva Maratona, fra quelli della Maratona e dei distinti o della tribuna. Con la tifoseria auspico un dialogo e serio. Accetto le critiche purché siano costruttive, non abbiano un obbiettivo singolo e, al massimo, siano rivolte alla società». Bilancio. «Sono contento dei risultati ottenuti e del gioco espresso. Spero che la squadra in questo girone di ritorno riesca a superare, soprattutto in trasferta, la mentalità titubante dimostrata qualche volta all'andata al primo impatto con la realtà della serie B. Ho fiducia che la squadra riesca a vincere il campionato perché, lo dico apertamente, ritengo il Torino superiore al Pisa». Fiducia. «Ho' confermato squadra e tecnico dopo la vittoria con il Monza. La ribadisco oggi. Con Fascetti il contratto è annuale per espressa volontà del tecnico, Con impegno di conferma in caso di vittoria del campionato o promozione. Al momento non è cambiato nulla: c'è stima, fiducia, simpatia personale. Sono soddisfatto di Fascetti, sinceramente, sì». Il tradizionale pragmatismo di Eugenio Fascetti (obbiettivo primo la promozione, va bene la vittoria in casa ed il pari fuori, senza correre rischi di sorta) sembra stia conquistando anche Borsano anche se il presidente si lascia scappare: «Qualche volta mi è più facile giustificare una sconfitta immeritata che non un pareggio quando si poteva vincere». Futuro. «Non mi piacciono le mezze misure. Se otterremo, come sono sicuro, la promozione, allestiremo una squadra di tutto riguardo come merita questa città e la sua tifoseria. Non ci saranno rivoluzioni. La nostra politica sarà quella di inserire di anno in anno, unadue pedine di assoluto valore. Il nostro obiettivo non sarà certo quello di ottenere la salvezza e nemmeno quello di un campionato senza problemi. Il nostro traguardo sarà subito a posizioni di vertice, la conquista della zona Uefa, per arrivare dopo un campionato che io definisco di assestamento, a lottare per qualcosa di più importante». Obbiettivi. «Non siamo stati con le mani in mano. Ci siamo già mossi. C'è già una pedina che ritengo capace di farci fare il salto di qualità. Non è detto che non sia stata già bloccata. Per quanto riguarda gli stranieri ci interessano giocatori già affermati, ma che possano progredire anche nei successivi quattro-cinque anni». Un Borsano amareggiato per gli eccessi di critiche, per il malessere di una tifoseria non più compatta nell'incoraggiamento alla squadra, ma soddisfatto ed ottimista: «Rifarei tutte le scelte fatte. Se qualche errore c'è stato, questo è avvenuto in buona fede». Rino Cacioppo Di nuovo insieme. Muller con la moglie Jussara e il figlioletto: il brasiliano e la moglie si sono riconciliati

Luoghi citati: Filadelfia, Monza, Torino