Please, non sparate sulla Roma di Curzio Maltese

Please, non sparate sulla Roma Momento delicato per Radice e i giallorossi che affrontano l'Inter a San Siro Please, non sparate sulla Roma E Trapattoni festeggia i trentanni di calcio MONZA DAL NOSTRO INVIATO Passata la festa e celebrato l'effimero ecologico, Milano ha ritrovato tutti i suoi veleni e le mascherine sulle faccine giallognole dei bambini in carrozzina. Oggi si potrà andare in auto allo stadio, ma pare difficile riempire San Siro con una partita che significa poco. La Roma parte da un vantaggio di due reti, l'Inter dovrebbe dimostrare di essere guarita da tutto, compresa la nota sindrome del mercoledì. Eppure sono i giallorossi a tremare. L'emergenza smog ha spinto la truppa giallorossa da tre giorni nel ritiro di Monza, la cittadella di Radice. E' sempre stato un privilegio del tecnico, alla Roma, scegliere la sede dei ritiri nel Nord. C'era una volta la Busto Arsizio di Liedholm (vicino al mago personale), c'è oggi la Monza di Radice e domani, scherza qualche giocatore, bisognerà rassegnarsi alla Bovisa (Bagnoli), nell'ipotesi peggiore, oppure a Bergamo (Ottavio Bianchi). Perché, in barba al ritiro ecologico, alla Roma l'aria è diventata irrespirabile. Il senatore Viola sparge veleni e biossido di carbonio ad ogni sconfitta. «Radice mi deve spiegazioni» ha detto l'altro giorno dopo la ba¬ tosta di Bergamo. Spiegare che cosa? Che la squadra era scarsa fin dall'inizio e non poteva competere con le milanesi o il Napoli? Che sen za Manfredonia la difesa fa ridere? Che mancano i leader, come alla Juve, e dunque non si può che affrontare un campionato da «voglio ma non posso», scontato alla vigilia, noioso alla fine? No, tutte queste cose il senatore le sa. E' soltanto un modo per dire in violese che a fine stagione, comunque vada, Radice farà le valigie. E' destino di questo allenatore, che piace tanto ai giocatori e tanto poco ai dirigenti, essere liquidato con largo anticipo e senza l'alibi dei risultati negativi. Da Torino lo cacciarono alla nona giornata, con una classifica tranquilla (7 punti). All'Inter fu messo alla porta dopo un terzo posto perfino lusinghiero. A Bologna gli accadde di peggio: scaricato prima dell'inizio del campionato. Qui gli toccherà bere fino all'ultimo l'amaro calice dell'allenatore, appena insaporito dal robusto ingaggio. Radice sembra non darci molto peso, l'aria romana l'ha ammorbidito. Esce dallo spogliatoio di Monzello con un'aria tranquilla e una coppola ope¬ raista che suscita l'ilarità dei giocatori. «Toh, è arrivato Bagnoli» sghignazza un giocatore ad alta voce. Ai tempi del Torino sarebbe stato fulminato dai famosi «occhi di ghiaccio». Radice si ferma appena, poi attacca a parlare: «Che volete, è un momento strano della Roma. Non si può dire che giochiamo proprio male. Ma in cinque giorni abbiamo perso due partite in contropiede. E questo deve far riflettere». Sarà anche che la Rometta s'era ubriacata di elogi. «Sì, può darsi. Un pizzico di presunzione c'entra, ma non si tratta di questo soltanto. In. ogni caso l'Inter è l'avversaria giusta». Ma davvero? «Davvero. E' una grande squadra, non rischiamo di sottovalutarla. E un successo, che poi in questo caso sarebbe raggiunto col passaggio del turno (quindi anche con una sconfitta, ndr) ci ricaricherebbe subito». Ha dato poi le spiegazioni chieste da Viola? Radice alza le spalle: «Ci siamo visti a cena. Mi è sembrato tranquillissimo. Forse s'era lasciato prendere dal risultato. Ma sei mesi di lavoro non possono essere bruciati dai dieci minuti finali di Bergamo». I più ottimisti dicono che una vittoria in Coppa Italia ravvi- / verebbe un po' la flebile fiamma dei rapporti tra Radice e Viola. Ma sembra una favola. Il senatore alza ogni volta il tiro. All'inizio della stagione gli bastava la zona Uefa, poi ha cominciato a parlare di scudetto, per la gioia dei gonzi, domani chissà. Tanto Radice se ne deve andare. Spetterà ad altri, Bianchi o Bagnoli appunto, ricostruire l'ultimai?) Roma di Viola e tornare a riempire il megaOlimpico dopo il '90. Ma guai a scriverlo, perché altrimenti il presidente romanista si arrabbia e alza la voce, come ha fatto ieri pomeriggio con un cronista romano, prima di abbandonare sdegnato l'albergo. Questa è la Roma dei veleni, che oggi farà barricata contro un'Inter mai così in salute. Trapattoni recupera Mandorlini e affronta tranquillo un'impresa difficile: «Parte la squadra titolare, tranne Matteoli, sperando di segnare subito. Altrimenti, si vedrà». La Coppa Italia non è più la ciambella di salvataggio nerazzurra. Trapattoni oggi fa trent'anni di calcio. Aveva esordito in A con un Milan-Spal del 24 gennaio 1960. Finì 3-0, quasi un augurio. Festeggerà, comunque, a cena con «l'amico Gigi». Radice, naturalmente. Curzio Maltese I, I panzer al lavoro. Klinsmann e Matthaeus, tedeschi dell'Inter, si preparano a dare l'assalto alle barricate della Roma