Siccità, è preallarme Vertice tra gli esperti della Protezione civile

Siccità, è preallarme Vertice tra gli esperti della Protezione civile Falde a livelli preoccupanti Siccità, è preallarme Vertice tra gli esperti della Protezione civile ROMA. Dopo due mesi di bel tempo, l'assenza di pioggia ha già messo in pre-allarme la Protezione civile, che ha convocato per la fine di questa settimana una riunione di esperti per decidere come intervenire nel caso che la siccità si prolungasse ancora per qualche settimana. Le falde idriche in quasi tutte le regioni d'Italia sono scese a livelli preoccupanti. «Siamo in paziente attesa — dice Agostino Mantovani, della Federazione agricoltori della Lombardia — ma non si può ancora parlare di danni». In Sardegna, però, gli invasi sono già quasi vuoti e le autorità regionali non escludono di proclamare nei prossimi giorni lo stato di calamità. Nelle altre regioni del Sud situazione meno allarmante perché un po' di pioggia è caduta. Ma al Nord, dove da mesi ormai il cielo è blu, l'attesa si fa sempre più apprensiva. L'anti-ciclone che impedisce il passaggio di correnti d'aria sull'Italia dà segni di sgretolamento e i meteorologi prevedono l'arrivo di precipitazioni nella seconda parte della settimana. Ma è ancora presto per capire se il periodo di siccità stia terminando. Germano Bulgarelli, presidente della Federgasacqua, l'associazione delle aziende municipalizzate che gestiscono le risorse d'acqua, invita a non sottovalutare i pericoli di una siccità anche parziale perché l'inefficienza della rete idrica italiana tende ad accentuarli. «La situazione — dice Bulgarelli — era seria anche prima della siccità perché le strutture sono sull'orlo del collasso: basta poco per mandarle in crisi». Le condutture sono in così cattivo stato che c'è ormai un 30% di perdite. E non è possibile programmare i flussi idrici perché la rete è composta da centinaia di piccoli acquedotti gestiti separatamente e non collegati tra di loro. Un centinaio di aziende municipalizzate gestiscono il 44% delle risorse. Il resto è in mano a più di 5000 enti comunali e consorzi. «Con una frantumazione del genere — dice Bulgarelli — andiamo verso il collasso. Ci vorrebbe una sola struttura capace di gestire tutto il ciclo dell'acqua: produzione, distribuzione, collettamento, fogne e depurazione». Se la rete idrica fa, letteralmente, acqua da tutte le parti è anche perché viene venduta a molto di meno che nel resto dell'Europa. In pratica l'utente paga in media 350 lire al metro cubo. Negli altri Paesi europei, il prezzo medio per un metro cubo d'acqua è di mille lire. Recentemente qualcosa si è cercato di fare per portare il prezzo dell'acqua più in linea con i costi di produzione. L'ultimo decreto sulla gestione delle risorse idriche sancisce che il prezzo dell'acqua non potrà essere inferiore all'80 per cento dei costi, [a. d. r.]

Persone citate: Agostino Mantovani, Bulgarelli, Germano Bulgarelli

Luoghi citati: Europa, Italia, Lombardia, Roma, Sardegna