«Vogliamo Vienna nella Cee» di Enrico Benedetto

«Vogliamo Vienna nella Cee» ITALIA-AUSTRIA Il ministro degli Esteri in visita per discutere della Mitteleuropa «Vogliamo Vienna nella Cee» DeMichelis appoggerà la causa a Bruxelles VIENNA DAL NOSTRO INVIATO «L'Austria avrà il totale appoggio italiano per entrare nella Cee. Non solo: ci batteremo perché ai negoziati di Vienna con i Dodici si dia priorità assoluta», dice con foga Gianni De Michelis. Questa promessa disegna un sorriso sul volto fino ad allora corrucciato del suo collega austriaco, il cristianopopolare Alois Mock. Ma il capo della Farnesina incalza: «Visto che oggi le nostre relazioni sono eccellenti, approfittiamone per risolvere la questione Alto Adige. E' un accordo importante, perché farà da modello ai tanti contenziosi etnici che sta affrontando l'Europa». Prudente la replica di Mock: «Prendiamo atto delle ulteriori misure adottate dal Parlamento italiano. Ritengo si possa arrivare a una conclusione positiva». Entro giugno? «Forse sì». Sull'onda lunga dei cambiamenti all'Est, anche i colloqui italo-austriaci di ieri sono usciti dalla routine burocratica per assaggiare temi di ampio respiro, con Bolzano a fare da nave scuola per la futura Europa delle Regioni. Neppure un accenno alla «guerra dei Tir» (sarà discussa «a livello di ministri dei Trasporti»), ma, in compenso, ottimismo su una Helsinki bis da tenere entro il '90 a Vienna e grande entusiasmo per l'Iniziativa Adriatico-Danubiana, il recente asse Roma-Vienna-Budapest-Belgrado, cui verrebbe associata in tempi brevi anche la Cecoslovacchia. «Stiamo varando un primo programma d'interventi — ha ricordato De Michelis —: le Commissioni sono al lavoro e verso maggio i ministri degli Esteri faranno il punto preparando l'incontro fra i premier, il 31 luglio». Insomma, una specie d'Alpe Adria allargata in versione Est- Ovest, buone chances di sviluppo per Trieste e, soprattutto, l'Italia con rinnovate velleità di leadership. A questo progetto, la Farnesina annette grande importanza e il ministro l'ha ribadito al cancelliere Vranitzky in un lungo incontro serale, spiegando che Roma ha un ruolo importante da svolgere nei confronti dell'Est. Non casualmente, lo stesso De Michelis sarà oggi in Cecoslovacchia per incontrare Havel, Dubcek, il primate Tomasek, e ancora domani in Austria a fare il punto con il francese Dumas ma anche con Genscher, l'uomo della nuova Ostpolitik. L'Austria ritorna ad essere un osservatorio privilegiato. «Siamo il cuore nuovo dell'Europa», titolava il «Kurier», e ieri la notizia che l'Armata Rossa abbandonerà definitivamente l'Ungheria ha destato nuovo speranze. Enrico Benedetto