«Respingiamo gli ebrei fuggiti da Baku» di F. A.

«Respingiamo gli ebrei fuggiti da Baku» «Respingiamo gli ebrei fuggiti da Baku» Ipalestinesi dei Territori contro l'ondata di arrivi dall'Est TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO I palestinesi dei territori occupati hanno fatto ieri appello ai Paesi occidentali perché impediscano a Israele di alterare lo status quo demografico della regione «trapiantandovi» centinaia di migliaia di ebrei russi che potrebbero emigrare nei prossimi anni. L'appello è contenuto in un «memorandum», fatto pervenire ai consoli di Gerusalemme Est, firmato da una trentina di esponenti politici e religiosi dei territori fra cui spiccano il Muftì, sceicco Saed A-Din El Alami, e Faisal El Husseini, il noto attivista filo-Olp rilasciato lunedì scorso dopo un breve arresto. Il premier Vitzhak Shamir ha reagito all'appello sostenendo che El Hussei- "] ni «è ostile all'immigrazione ebraica e quindi è ostile alla pace» e che Israele intende intensificare gli sforzi per accelerare l'immigrazione degli ebrei russi, in primo luogo di quelli dell'Azerbaigian. El Husseini ha negato di essere contrario all'emigrazione degli ebrei dall'Urss. «Hanno il pieno diritto di lasciare il loro Paese, se lo credono — ha detto —; i loro diritti umani sono però violati quando viene imposto Israele come unica meta del loro esodo. Essi devono poter scegliere dove stabilirsi. In particolar modo non vogliamo che vengano costretti a insediarsi nei territori occupati». Nei giorni scorsi Shamir aveva affermato che «una grande immigrazione richiede una grande Israele» e che pertanto il suo governo avrebbe mantenuto anche in futuro il controllo sulla «Giudea-Samaria» (Cisgiordania) e su Gaza, dichiarazione che aveva provocato la reazione critica del Dipartimento di Stato americano. Nel memorandum i Paesi occidentali sono sollecitati a far pressione su Israele perché risolva la questione dei profughi palestinesi e di quanti vivono sotto occupazione militare prima di attuare qualsiasi cambia¬ mento nello status quo demografico dell'intera regione. Una delle strade indicate è quella dell'applicazione degli accordi di Helsinki, cioè di consentire agli ebrei russi che lo desiderano di stabilirsi in Occidente. «Il loro insediamento in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est — ha precisato Husseini — costituirebbe un ostacolo alla paco». Ieri intanto Shamir ha rivelato che il suo governo sta facendo ampi sforzi per far uscire dalla repubblica russa dell'Azerbaigian gli ebrei che lo chiedono e che alcuni di essi, che hanno lasciato la capitale Baku una settimana fa, sono giunti ieri a Tel Aviv via Mosca e Budapest. «La nostra rappresentanza a Mosca — ha aggiunto ■— fa tutto il possibile per farli uscire rapidamente». Osservatori occidentali hanno notato che l'immigrazione in Israele degli ebrei dell'Urss in generale e delle cinque repubbliche a maggioranza islamica del Sud della Russia in particolare potrebbe irritare i musulmani in tutto il Medio Oriente. Nei giorni scorsi il Movimento islamico Hamas ha già rivolto pesanti critiche a Mosca con volantini diffusi nei territori occupati. Secondo il quotidiano «Yediot Ahronot» Yasser Arafat avrebbe inoltre fatto un passo al Cremlino per chiedere una revisione della politica di liberalizzazione dell'emigrazione ebraica. Negli ambienti vicini all'«agenzia ebraica» vi era ieri la sensazione che l'emigrazione dall'Europa dell'Est debba essere accelerata prima che fattori estemi la congelino. [f. a.]

Persone citate: Alami, Husseini, Saed, Shamir, Yasser Arafat