«Ha vinto la riforma slovena»

«Ha vinto la riforma slovena» «Ha vinto la riforma slovena» Bekes, uno dei leader, spiega la defezione ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Dopo la riunione del comitato centrale e dei delegati rientrati da Belgrado, Peter Bekes, membro della presidenza del partito sloveno, ha spiegato la clamorosa defezione slovena. Perché avete abbandonato il congresso? I delegati sloveni hanno abbandonato il 14° congresso straordinario della Lega, e non la Lega stessa, perche dopo tre giorni di lavoro estenuante, dopo numerossimi tentativi di dimostrare la validità delle riforme da loro richieste, hanno capito che la maggioranza dei delegati rifiutava tutti i cambiamenti concreti per la democratizza¬ zione della Lega. In particolare, i voti sugli emendamenti alla dichiarazione del partito, il più importante documento programmatico del futuro, hanno dimostrato che la Lega non era realmente pronta a lavorare su basi democratiche e riformiste. Votando contro l'emendamento che chiedeva l'entrata della Jugoslavia nella Cr:e, contro l'emendamento che voleva introdurre nel nostro diritto le normative internazionali sulla tutela dei diritti umani, contro l'emendamento che richiedeva l'abolizione della tortura, contro quello che chiedeva la condanna del blocco economico della Slovenia, voluta dalla Serbia, la Lega ha dato prova di non voler nessun cambiamento concreto. La democratizzazione per loro era soltanto a parole. La rottura al congresso significa la fine definitiva della Lega comunista? La Lega, come organizzazione monolitica che ha tentato d'imporre la politica nel Paese con i vecchi metodi dogmatici, è fallita. Paradossalmente, dopo il nostro abbandono del congresso, la Lega ha cominciato a funzionare come la Lega delle Leghe, cioè le delegazioni delle varie Repubbliche si sono riunite separatamente per decidere sul da farsi. Vuol dire che è prevalso lo spirito di autonomia delle organizzazioni nazionali, cioè quello che volevamo noi. E' vero che i comunisti sloveni formeranno un nuovo pc? Tutte le decisioni future verranno discusse alla prossima conferenza dei comunisti sloveni, convocata a Lubiana per il 2 febbraio prossimo. La vostra piattaforma politica è condivisa da tutti o vi sono anche all'interno del partito sloveno i fedeli al centralismo? All'interno del partito sloveno regnano la democrazia e il pluralismo, ma sui principali valori delle riforme abbiamo raggiunto la massima unità. Un'inchiesta condotta ad un mese dal nostro congresso ha rilevato che il 93 per cento dei membri condivide il programma del partito. Tra l'altro, all'interno della Lega comunista slovena stanno nascendo le prime frazioni: il Forum democratico dei giovani, i comunisti Verdi. Quali saranno le conseguenze della frattura all'interno del partito sul futuro del Paese? Se continuerà il processo di democratizzazione recentemente iniziato, la rottura al congresso potrebbe servire da acceleratore. Anche se avremmo preferito avere una Lega pronta ai cambiamenti, in fondo è stato un bene che siano stati smascherati i fautori della politica conservatrice. E' possibile anche un rafforzamento dell'ideologia autoritaria, conservatrice, ma dopo tutto quello che è successo nell'Europa orientale, lo ritengo poco probabile. Qual è in tutto questo il peso dei militari? I militari si sono dimostrati pronti ad accettare tutti i cambiamenti legalizzati dalla Costituzione rispettando il dialogo democratico. Ritiene possibile un ritorno dei delegati sloveni al congresso? Se accettassero le principali condizioni del nostro programma per la democratizzazione. Ma con una simile struttura dei delegati, lo ritengo praticamente impossibile. Ingrid Badurina

Persone citate: Bekes, Ingrid Badurina, Peter Bekes

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Lubiana, Serbia, Slovenia, Zagabria