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Andreotti costretto al voto di fiducia

Andreotti costretto al voto di fiducia La maggioranza, battuta alla Camera sull'editoria, corre ai ripari per la riforma degli enti locali Andreotti costretto al voto di fiducia Craxi rientra a Roma: «Al governo non serve la cura del sonno» ROMA. In un'improvvisa e istantanea riunione del Consiglio dei ministri, convocata ieri sera alla Camera, Giulio Andreotti ha proposto che il governo ponga la fiducia sull'articolo 4 della legge sulle autonomie locali. Questa decisione, che contraddice quello che finora era stato l'orientamento del presidente del Consiglio, è stata assunta al termine di una giornata caratterizzata da due fatti apparentemente estranei tra loro, ma in qualche modo collegati: la bocciatura alla Camera della mozione della maggioranza sull'editoria e il ritorno a Roma di Bettino Craxi. «La situazione di malessere che i socialisti hanno giustamente denunciato — ha affermato Craxi — può essere tranquillamente curata mediante normali terapie con esclusione della cura del sonno». Insistendo su questa metafora sanitaria, il segretario socialista ha parlato di uomini e partiti «in preda a febbri, febbriciattole, convul- sioni e, in qualche caso, allucinazioni», con trasparente allusione ad Arnaldo Fori ani e Paolo Cirino Pomicino, che avevano polemizzato con il psi. In altri termini, Craxi ha dato l'impressione di voler esercitare un vigile controllo sull'azione del governo, spingendolo a battersi con più decisione, ma escluden¬ do, per il momento, una crisi. Ad Andreotti, attraverso Claudio Martelli, ha fatto giungere un messaggio: se vuoi evitare la crisi, usa il voto di fiducia. Andreotti si è convinto, anche perché si è accorto, con la sconfitta subita, che la situazione alla Camera gli stava sfuggendo di mano. IL presidente del Consiglio, che ha ammesso l'esistenza di «scricchiolii» nella maggioranza pur non considerandoli «sintomi preoccupanti», pensava di muoversi diversamente. Aveva infatti spedito una lettera a Nilde lotti per sollecitare maggiore produttività dalla Camera e la presidente l'aveva invitato a una riunione dei capigruppo che avrebbe dovuto svolgersi ieri sera che è poi stata rinviata. Prima che Andreotti accettasse il consiglio di Craxi, Forlani, in mattinata, aveva negato di aver voluto, sabato scorso, polemizzare con il psi: «Non ho attribuito a un partito il disegno di elezioni anticipate. Ho detto semplicemente che i gruppi che dilatano i contrasti possono corrodere la maggioranza». Insomma, è stata una giornata volta al recupero di Craxi da parte della de. La situazione resta comunque tesa. Rimane l'ingorgo parlamentare, aggravato dall'ostruzionismo annunciato dal pei. E rimane l'insoddisfazione dei partiti laici, che insistono per un vertice. Sullo sfondo, la caduta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che, se sottrae a Craxi un'occasione di polemica, ne esaspera una nella de, che può produrre altri guai. Paolo Passarmi

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