Schillaci di Bruno Bernardi

Schillaci Schillaci «Baggio dirà di sì» PORTO S. GIORGIO DAL NOSTRO INVIATO All'andata, Totò Schillaci ci mise lo zampino: una sua punizione, deviata da Destro, fissò il successo per 3-1 sull'Ascoli della Juventus che, dopo la quarta giornata, era prima in classifica a pari merito con il Napoli. Adesso, a quattro mesi di distanza e alla vigilia della sfida di ritorno con i marchigiani di Eugenio Bersellini, ben sei lunghezze dividono i bianconeri dai partenopei e di scudetto, a Torino, nessuno osa più parlarne anche se Zoff ed i suoi giocatori non hanno deposto definitivamente le armi. L'unico primato della Juventus è quello di essere la squadra più prolifica, con 32 gol, un terzo dei quali realizzati da Schillaci, capocannoniere con 11 insieme con Roberto Baggio, l'asso della Fiorentina che, salvo un clamoroso rifiuto, sembra destinato a far coppia con il bomber palermitano nella prossima stagione. «Non si può dire no alla Juventus — osserva Schillaci — anche se c'è chi pretende molti soldi o chi, come Baggio, ama Firenze. Lui è uno di quelli che fanno la differenza: tutti lo vorrebbero ma pochi lo possono avere. Se la Juventus riuscirà a prenderlo farà un grande acquisto anche in prospettiva ma dovrà affiancargli altri campioni». Non nasconde di ambire al trono di re del gol, e oggi cercherà di dare un dispiacere a Lorieri, ma ammette che è difficile competere con Van Basten e Baggio. Ringrazia Zoff che è disposto a lasciargli battere anche i rigori, se saranno utili a vincere il titolo, e si considera già soddisfatto del suo rendimento che l'ha mosso nel mirino del et azzurro Vicini, e degli stopper avversari: «E' meglio se una squadra non dipende da un uomo. La Juventus ha un gioco spiccatamente offensivo che consente anche ad altri di andare in porta. E zona Uefa, Coppa Italia e Coppa Uefa sono ancora alla nostra portata». Schillaci, personaggio naif, si volta un attimo indietro e s'accalora: «Ci mancano cinque punti e, se un giorno racconteremo ai nipotini la storia di questo campionato assurdo, non crederanno che la Juve non era inferiore a nessuno». Come dargli torto? Mercoledì, a Firenze, a prescindere dalle discutibili decisioni dell'arbitro Longhi, la Juventus s'è lasciata rimontare per la quinta volta. «Sul 2-0 avevamo la gara in pugno...», sospira Schillaci. Poi aggiunge: «Siamo consapevoli degli errori commessi. Per non ripeterli basta un pizzico di concentrazione in più. Il carattere non ci manca. Se avessimo vinto, affronteremmo con ben altri stimoli l'incontro di Ascoli. Comunque, anche senza Fortunato, Tricclla, Napoli e Marocchi, siamo sempre la Juventus». Zoff farà rientrare Bruno (su Garlini) e Brio (su Casagrande) in difesa, con Bonetti nell'inedito ruolo di libero, e Alessio a centrocampo, tenendo pronto Casiraghi in panchina accanto a Bonaiuti e ai tre «primavera»: Serena, Testa e De Min. «E' vero, siamo in ermergenza, ma l'organico mi offre buone alternative: vogliamo fare punti», assicura Zoff. Dopo le dichiarazioni polemiche del presidente Boniperti (che oggi non sarà in tribuna ad Ascoli) e Tacconi, i marchigiani temono che l'arbitro possa esserne condizionato. Ma lo stesso vale per la Juventus. L'Ascoli non vince da quasi tre mesi (1-0 in casa con il Milan il 29 ottobre) e, pur avendo squalificati Cvetkovic e Aloisi, ritiene di poter approfittare dei... resti della Juventus. Bruno Bernardi

Luoghi citati: Ascoli, Firenze, Italia, Napoli, Porto S. Giorgio, Torino