L'America povera va a Tokyo

L'America povera va a Tokyo Arkansas, Louisiana e Mississippi accusano Bush: non vuol aiutarci L'America povera va a Tokyo Tre Stati chiedono prestiti per investimenti WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il Giappone farà prestiti agli Stati Uniti? Sì, se andranno in porto le trattative in corso tra la Export-Import Bank giapponese e i tre Stati più poveri del profondo Sud americano, l'Arkansas, la Louisiana e il Mississippi. L'attività principale della Export-Import Bank di Tokyo è l'assistenza ai Paesi terzi più gravemente indebitati tramite prestiti a interessi ridotti. Ma l'azienda di credito a medio termine giapponese si è dichiarata disposta «ad aiutare in maniera analoga le aree sottosviluppate degli Stati Uniti». Sono stati i governatori dell'Arkansas, della Louisiana e del Mississippi, amareggiati per la mancanza di assistenza governativa, a rivolgersi al Giappone nel settembre dell'88. I tre governatori hanno assunto un'iniziativa senza precedenti: chiedere l'aiuto dell'alleato più ricco degli Stati Uniti, l'ex nemico, e da allora i negoziati hanno registrato progressi confortanti. La richiesta dell'Arkansas, della Louisiana e del Mississippi è questa: che Tokyo conceda loro crediti a tassi modesti per la costruzione di infrastrutture come strade, ponti, centri industriali e commerciali, porti e aeroporti, alberghi e via di seguito; e che favorisca poi investimenti dell'industria privata giapponese, come l'apertura di fabbriche e di uffici, in cambio di esenzioni o detrazioni fiscali. Il tutto, nelle regioni più arretrate. Per la Export-Import Bank giapponese sarebbe un salto di qualità straordinario, e per l'amministrazione Bush sarebbe un'umiliazione. Forse per questo, il direttore della sezione internazion-ile della Banca, Tadahiko Nakagawa, ha mo- strato qualche riserva: «L'idea è ancora in discussione in seno al nostro governo», ha detto. Il funzionario ha precisato però che il Giappone non chiederebbe che siano sue ditte a eseguire i lavori pubblici nei tre Stati. Fondata nel '50 per sussidiare le esportazioni giapponesi, la Export-Import Bank ha inaugurato il suo programma di assistenza all'estero nell'86. Con un surplus di 65 miliardi di dollari, Tokyo è in grado di soccorrere sia i Paesi terzi più indebitati, come il Messico, sia le potenze industriali in temporanea difficoltà. Una parte del governo vorrebbe soddisfare la richiesta dell'Arkansas, della Louisiana e del Mississippi. Ma non si può trascurare che da anni tante amministrazioni pubbliche, Comuni in testa, hanno potuto classare le cartelle fondiarie proprio grazie alle banche di Tokyo. [e. ci

Persone citate: Bush, Nakagawa