Uccide il figlio handicappato

Uccide il figlio handicappato Uccide il figlio handicappato Telefona alla moglie: ho dovuto farlo, poi fugge MILANO. Il figlio cerebroleso ha una crisi nervosa, il padre, sconvolto, spara. Due colpi di rivoltella: ii ragazzo muore, l'uomo fugge. Ieri ha telefonato ai figli annunciando di volersi costituire, però fino a notte non è comparso. Venerdì sera pochi minuti hanno sconvolto la vita della famiglia di Giacomo Quartieri, 60 anni, commerciante di scarpe a Zelo Buon Persico, frazione di Paullo, vicino a Milano. Intorno alle 23, nella sua piccola villa, l'uomo stava chiacchierando con la moglie, Albertina Bruchi, 52 anni, quando è comparso in pigiama il figlio Paolo, 25, che li aveva appena salutati annunciando di voler dormire. Era la loro croce, quel figlio: cerebroleso in seguito a un parto difficile, durante il quale il cervello era rimasto per qualche secondo senza ossigeno. Davanti ai genitori il giovane ha cominciato a inveire, la madre è uscita per chiedere aiuto agli altri figli, Claudio di 34 anni e Antonio di 31. Abitano proprio sopra a un supermercato di calzature di proprietà della famiglia, lavorano con il padre. Cosa sia successo, venerdì sera, potrebbe raccontarlo sola¬ mente il commerciante, che era l'unica persona presente e contro il quale il magistrato non ha ritenuto finora di spiccare ordine di cattura. C'è il dubbio che abbia agito per legittima difesa. In casa di Antonio è arrivata la telefonata del padre: «Sono stato costretto a sparare», ha detto. Due colpi di «Beretta» calibro 6,35 avevano raggiunto il ragazzo al petto e al collo. I fratelli e la madre hanno chiamato un'ambulanza e si sono precipitati a casa, arrivando quasi assieme ai lettighieri. Paolo stava morendo, i familiari lo hanno caricato sull'ambulanza. Antonio è salito con lui sull'automezzo, Claudio si è portato a casa la madre in stato di choc, il padre si è messo al volante della sua auto. Per un po' l'uomo ha seguito l'ambulanza diretta al pronto soccorso dell'ospedale di Melegnano. A un certo punto però Antonio ha guardato dietro e si è accorto che la macchina non c'era più. Paolo intanto era morto durante il tragitto. I figli temevano che il padre volesse suicidarsi. I carabinieri hanno setacciato la zona e scandagliato l'Adda. Poi la telefonata del commerciante: «Sto bene. Voglio un avvocato, mi costituirò». Altre volte i due fratelli erano dovuti intervenire; le crisi di Paolo le conoscevano e temevano. Urlava, spaccava tutto quel che gli capitava sottomano, buttava a terra e contro le pareti mobili e suppellettili, minacciava, una volta era venuto alle mani anche con il fratello maggiore. Finita la crisi, ritornava docile e mite, anche per periodi lunghi; a volte aiutava i familiari nel supermercato, più sovente se ne stava chiuso in casa, un po' introverso e un po' crucciato anche per la piccola statura. Nell'adolescenza tuttavia la sua situazione non sembrava preoccupante. «Era sempre gentile, salutava per primo, disponibile appena gli chiedevi un favore», ricordano i vicini. «A ripensarci adesso però, qualcosa di strano c'era: per esempio si offendeva per nulla, oppure dava risposte sconclusionate». La piccola villa ha due piani; la famiglia abita in quello terreno, e sopra, fino a qualche mese fa, c'erano altri condomini. «Paolo andava sovente da loro a giocare a Monopoli», proseguono. Aveva anche preso la patente. Ma con l'andare degli anni, le crisi diventavano sempre più frequenti. Furono necessari parecchi ricoveri all'ospedale di Codogno. Un dolore che la famiglia Quartieri sopportava in silenzio, con discrezione. I vicini la descri- vono «molto riservata, tant'è vero che ieri mattina, in azienda, il personale sapeva solamente che Paolo era morto durante la notte. La tragedia l'hanno appresa dai giornali». Ornella Rota A sinistra Giacomo Quartieri, il commerciante sessantenne che ha sparato al figlio Paolo, 25 anni, cerebroleso (a destra)

Persone citate: Beretta, Giacomo Quartieri, Ornella Rota, Quartieri

Luoghi citati: Milano, Monopoli, Paullo, Zelo Buon Persico