PANTA: PALESTRA DI NARRATIVA

PANTA: PALESTRA DI NARRATIVA PANTA: PALESTRA DI NARRATIVA EMULANO NO strumento intermedio tra il grande bazaar editoriale e il silenzio del proprio studio. Una rivista laica, aconfessionale, senza tendenze. Un laboratorio per la nuova narrativa europea». Il primo numero del quadrimestrale Panta, I nuovi narratori (Bompiani, pp. 159, L. 14.000), presentato ieri a Milano, è da oggi in edicola ed Elisabetta Rasy, nel comitato editoriale con Alain Elkann e Pier Vittorio Tondelli, la descrive così, insistendo che di «palestra» si tratta, una palestra invocata da quel gruppo di scrittori italiani cosiddetti «giovani» o «nuovi» e che hanno debuttato negli Anni Ottanta. Perché una rivista monografica e perché il primo numero è dedicato alla Paura? «E' stata scelta la via monografica perché non diventasse un'antologia di belle pagine. In questo modo è possibile rilan¬ ciare la committenza. Nove dei dieci racconti sono stati scritti ad hoc. «La paura, perché nelle riunioni preparatorie era il solo tema che interessava tutti». Chi comprerà il primo Panta, dentro il casto volumetto con copertina di Enzo Cucchi troverà dieci racconti. Degli italiani Albinati, Lodoli, Pardini, Rasy e Veronesi. Degli americani Mclnerney e Simpson; del francese Echenoz, del cinese Acheng (l'unico non scritto su commissione), dell'algerino Tengour. Con un appassionato omaggio a Frederick Prokosch. Tondelli rievoca un suo viaggio verso Grasse e l'incontro ormai impossibile con lo scrittore, morto poche settimane prima. Elisabetta Rasy non immagina quale possa essere il lettore di Panta: «E' da inventare». Nel secondo numero troverà il «Denaro», con testi di Busi, Palanchi, White... *

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