LE DUE FATE

LE DUE FATE LE DUE FATE Morgana e Melusina: la madrina e l'amante Intanto precisiamo subito che le fate di cui stiamo parlando non sono nate come protagoniste di storie per i bambini ma per i grandi, anzi, nella loro versione colta erano scritte per le dame e i cavalieri che frequentavano le corti più raffinate, e gli autori di queste storie erano in prevalenza chierici. Nel «Nido de oro» ilgiornalista littóre Masina racconta igrandi cambiamenti dell'America ÌMlina negli Anni Ottanta ALLA tellurica palingenesi dell'Europa dell'Est fa da contrappeso, sulla bilancia della Storia, la resurrezione della democrazia in America Latina. Dopo anni lunghissimi di buio, e a prezzo di terribili sofferenze, in Argentina un governo civile ha posto fine al terrore sudicio dei militari. Ora, ecco seguirne un altro governo nato in virtù di libere elezioni, in Cile: le prime elezioni libere dopo quindici anni di Pinochet vedono, nel Cile lontano e solitario, spalancarsi al popolo «la grande Avenida della libertà», per citare le ultime parole di Salvador Allende. E anche nel Brasile immenso, dove la potenza industriale e il massacro della fame si coniugano, libere elezioni vedono il telegenico Fernando Collor, un socialdemocratico, regolare in volata il populista Luis Ignacio da Silva, Lula, l'operaio venuto dal Noitleste. Ancora: il ritorno della democrazia a Panama dopo l'abbattimento del narcodittatore Noriega (ancorché in forza d'un intervento, quello degli Usa, non proprio ortodosso); le imminenti elezioni in Nicaragua; la possibilità che in Salvador riprenda il dialogo tra quel regime sempre in camera di rianimazione (ame¬ Belle, ricche e soprannaturali Solo molto più tardi avremo delle trascrizioni o raccolte come quelle di Perrault e dei Grimm, pensate anche per i bambini. Quello che è tuttavia difficile da definire è fino a che punto i chierici di corte hanno inventato le loro storie, o qualche episodio di esse, oppure hanno dato forma scritta a leggende celtiche trasmesse sino ad allora solo per via orale, dal popolo. E ancora, fino a che punto queste stesse leggende possono essere state influenzate a loro volta da più antiche mitologie. Certi tratti delle fate, sia pure edulcorati, e spesso demonizzati dalla nuova religione cristiana, lasciano ancora intravedere alcuni aspetti delle più antiche Grandi Madri, uniche divinità delle religioni rivelate. Ma quali sono le caratteristiche delle fate? A parte quelle che si notano immediatamente, come una bellezza tanto strabiliante e abiti così ricchi e sontuosi da evocare immediatamente qualcosa che è più che umano, le fate hanno poteri soprannaturali che utilizzano essenzialmente in due modi. Le une, che vengono definite fate madrine, colmano di ogni bene il felice mortale che ha la fortuna di incontrarle e vivere con loro su questa terra. Le altre, fate amanti, tendono a trascinare nel loro mondo i cavalieri che incontrano, cercando di renderli ugualmente ricchi e potenti, ma al tempo stesso prigionieri del loro amore. La Harf-Lancner individua due modelli-tipo di fata, alle cui vicende possono essere ricondotte innumerevoli altre. Una è Melusina, l'altra Morgana. La storia di Melusina ha numerose prefigurazioni che risalgono fino all'ultima decade del XII sec. e all'inizio del XIII. Nelle sue due versioni definite e più estese, quella di Jean d'Arras iniziata nel 1392 e quella di Coudrette (1401-05), la storia di Melusina appare come una delle più belle e seducenti leggende medioevali, ed è strettamente legata al regno e al casato dei Lusignano. La fata bellissima e dall'aspetto ricchissimo appare ad un giovane cavaliere del Poitou vicino ad una fonte, nel corso di una caccia nella foresta. Gli propone di sposarlo e di render¬ 10 ricco e potente, e gli pone un unico divieto. Il giovane non dovrà mai cercare di sapere che cosa fa di sabato la sua sposa, quando si apparta per conto suo. Il cavaliere, che si è innamorato immediatamente di lei, accetta entusiasta e Melusina mantiene ad oltranza le sue promesse. Toglie Raimondino, 11 marito, dai guai in cui si era cacciato, gli procura un reame, costruisce per lui nottetempo fortezze e castelli, ma anche abbazie, e gli dà dieci figli, uno all'anno. Seduzione e paura Tutti adorano la bellissima Dama che è anche straordinariamente pia. I suoi unici desideri sono quelli di rendere felice il marito, creare un regno potente, amare teneramente i suoi figli e frequentare con assiduità le funzioni religiose. Purtroppo un giorno il marito, istigato da un fratello, decide di spiare la moglie e un sabato la scopre mentre fa il bagno: dalla testa all'ombelico è una bellissima donna ma nella parte inferiore è un enorme serpente. Poiché il divieto è stato infranto, la donna fugge dal regno e vola via dalla torre del castello sotto forma di drago (per gli autori medioevali serpente e drago erano simili). Da allora incomincerà la decadenza del casato dei Lusignano. Altro, ben diverso, è il modello proposto dalle storie di Morgana. Qui non c'è una fata che chiede di entrare nel mondo degli uomini, e il viaggio si svolge al contrario. L'eroe è attratto nell'altro mondo e spesso è trattenuto qui da una fata, sempre bellissima, ma che egli rifiuta perché la considera lussuriosa e vuole ritornare fra gli uomini. Anzi, a misura che il personaggio di Morgana si amplia, nelle narrazioni successive dei chierici, diventa un personaggio sempre più tenebroso e perturbante: e pensare che all'inizio, nella Vita Merlini del 1148, era soltanto una fata che guariva Artù (non ancora suo fratello), per permettergli di ritornare fra i suoi e riconquistare la Bretagna. D'altra parte, stava ormai per concludersi l'epoca delle fate del Medioevo. Al loro posto si stavano inventando le streghe, che sarebbero poi state bruciate — per davvero — nel Rinascimento. Tilde Giani Gallino Laurence Harf-Lancner Morgana e Melusina. La nascita delle fate nel Medioevo Einaudi, pp. 572, L. 48.000 i