«Ma piuttosto fucilateci...» di Omero Marraccini

«Ma piuttosto fucilateci...» Porto Azzurro in gran fermento, si teme l'inasprimento delle pene «Ma piuttosto fucilateci...» Due detenuti fanno lo sciopero della fame LIVORNO. Due ergastolani del penitenziario di Porto Azzurro, Nino Pira e Tommaso Scordo, in carcere da 15 anni il primo, da 7 il secondo, stanno attuando lo sciopero della fame per protestare contro quelli che definiscono «i tentativi politici per la riduzione o l'abolizione dei benefici della legge Gozzini introdotti per favorire la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena detentiva». La protesta dura già da quattro giorni e nel carcere c'è molto fermento. I due ergastolani hanno inviato anche numerose lettere ad alte autorità dello Stato chiedendo «di essere immediatamente giustiziati mediante fucilazione» se l'attuale normativa dovesse essere abolita. Polemizzano soprattutto nei confronti delle dichiarazioni del procuratore generale della Cassazione, Vittorio Sgroi, che in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario ha richiesto pene più severe. La protesta degli ergastolani Pira e Scordo viene in questi giorni ad aggiungersi alla presa di posizione della quasi unanimità dei detenuti di Porto Azzurro che hanno raccolto firme per l'abolizione dell'ergastolo e che stavano chiedendo proprio in questo periodo un provvedimento di indulto al presidente Cossiga da emanarsi in favore dei detenuti giudicati col vecchio Codice penale. Affermano infatti che siamo di fronte ad «una palese differenza di possibilità di difesa fra il vecchio e il nuovo sistema». «La grande promessa», il periodico interno al penitenziario che da anni fa da portavoce sotto la direzione di Lorenzo Bozzano, il genovese condannato all'ergastolo per l'omicidio di Milena Sutter, delle istanze che scuotono in questi giorni i sentimenti della colonia penale: «Qui in carcere e anche negli al¬ tri penitenziari — dice uno dei detenuti, Giuseppe Paderi — ci sentiamo vittime inermi di coloro che possono invocare la pena capitale mirando più concretamente a ripristinare un regime carcerario più duro ed opprimente». Fra i detenuti di Porto Azzurro diffuso è il timore che «gli ultimi interventi che si sono registrati in Italia possano rappresentare una spallata alla legge Gozzini», come afferma lo stesso Paderi che sta scontando 30 anni per una serie di vari reati contro il patrimonio. «Il popolo delle carceri è un popolo di colpevoli, ma spesso, e più di quanto non si sia disposti ad ammettere, è anche un popolo di innocenti, un popolo che si interroga su come alla fine si vuole agire nei suoi confronti: li aspetta la rieducazione o la vendetta?». Omero Marraccini

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