Dc, è già caccia al sindaco

Dc, è già caccia al sindaco Le «ricette» di De Mita, Gava e Scotti per le amministrative di maggio Dc, è già caccia al sindaco 7/ capolista sarà sempre il supercandidato MILANO DAL NOSTRO INVIATO La de ha aperto la caccia ai sindaci. Da Venezia a Torino, da Milano a Napoli passando per Roma nessun esponente scudocrociato è seduto sulla poltrona di primo cittadino. L'unica eccezione di rilievo è Palermo, ma nella capitale siciliana Leoluca Orlando è a capo di una giunta «anomala», Mancano meno di cinque mesi alle elezioni amministrative: la campagna elettorale è già incominciata. Anche se nessuno lo confessa apertamente la «sindrome di Roma», dove lo scudocrociato si è confermato partito di maggioranza relativa, ma ha dovuto cedere la poltrona più importante in Campidoglio al socialista Franco Carraro, turba i sonni dei dirigenti di piazza del Gesù. A Milano, davanti a tremila donne che in due giorni hanno messo a punto la ricetta della de al femminile per governare le città, Antonio Gava, Vincenzo Scotti e Ciriaco De Mita hanno spiegato i loro piani per trasformare il prossimo test amministrativo in un appuntamento denso di soddisfazioni per i candidati del biancofiore. La prima proposta è di Antonio Gava. . Il ministro dell'Interno è preoccupato perché, all'indomani dei risultati elettorali, spesso i patteggiamenti tra le forze politiche e tra correnti all'interno degli stessi partiti «partoriscono» sindaci e giunte non in sintonia con il responso delle urne. «Insieme all'accettazione alla candidatura — ha detto Gava — dovremo far firmare al nostro capolista una dichiarazione con la quale accetta di fare il sindaco». E' un modo per impegnarsi preventivamente davanti all'opinione pubblica sul nome del primo cittadino. E' un avvertimento lanciato agli alleati e alle, spesso furibonde, lotte tra le correnti scudocrociate. Il ministro dell'Interno ha avvertito i so- cialisti che la de non si farà umiliare e che reclamerà una fetta di sindaci adeguata al suo peso elettorale. Ma, per quanto netta, la formula lanciata ieri a Milanofiori, dal responsabile del Viminale, è certo meno bellicosa di quella firmata da Ciriaco De Mita. La necessità di spiegare prima del voto quale maggioranza s'intende formare e quali programmi si vogliono portare avanti è un vecchio cruccio dell'ex segretario de. Anzi, De Mita ha sempre identificato nella mancanza di questi chiarimenti preventivi uno dei motivi della crisi di rappresentatività e di credibilità delle forze politiche. Ecco perché anche ieri a Milano il presidente democristiano ha rilanciato l'idea di un referendum capace di avviare il meccanismo della riforma elettorale. Rispetto a qualche giorno fa De Mita ha, però, smorzato il tono della sua proposta battezzata con il nuovo nome di «referendum propositivo e sollecitatore del Parlamento» e che «potrà essere presa in considerazione se in questa legislatura, fino al '92, non sarà possibile approvare la revisione delle regole elettorali». Ma le «tentazioni» referendarie di De Mita e di una parte della sinistra de non hanno convinto Gava e Scotti. Il ministro dell'Interno ha respinto la proposta dichiarandosi «contrario alle tendenze plebiscitarie». E subito dopo è toccato a Scotti, capogruppo dei deputati de a Montecitorio, sancire, probabilmente a nome della maggioranza che governa piazza del Gesù, la bocciatura della proposta dell'ex segretario. Per Scotti affidare a referendum una materia importante come quella dei meccanismi elettorali significa «assumersi la responsabilità di sancire la bancarotta del sistema». Gava, Scotti e De Mita si sono ritrovati d'accordo, invece, nel sottolineare che la riforma delle autonomie locali, presto in discussione alla Camera, deve essere approvata prima del 6 maggio nonostante esistano su alcuni punti (come sulla creazione di 11 aree metropolitane giudicate troppe dal ministro dell'Interno) parecchie perplessità. «La riforma è importante —ha detto De Mita — perché la nuova capacità fiscale dei Comuni responsabilizzerà gli amministratori locali e consentirà una legittimità democratica di chi governa con la quale sarà possibile essere più vicini ai problemi della gente». Gianni Pintus

Luoghi citati: Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia