Alla radio cinquant'anni di storia Fiat di Simonetta Robiony

Alla radio cinquant'anni di storia Fiat Una trasmissione in venti puntate, curata da Valerio Castronovo, sull'azienda torinese Alla radio cinquant'anni di storia Fiat Tra documentario e sceneggiato, con registrazioni dell'epoca ROMA. «Ho l'impressione che l'automobile segnerà un rinnovamento della vita sociale dalle fondamenta». Con queste parole pronunciate dal senatore Giovanni Agnelli nel 1898, un anno prima di fondare la Fiat, ma ovviamente lette da un attore chiamato a interpretarlo, si aprono le venti puntate di mezz'ora ciascuna del programma radiofonico che la Rai ha dedicato alla Casa automobilistica come spaccato per una microstoria dei primi cinquanta anni del nostro secolo. Titolo del programma: «La Fiat del senatore Agnelli», sottotitolo «Dalla Belle epoque al secondo dopoguerra», per chiarire ulteriormente, anche ai più distratti, che il Giovanni di cui si parla è il fondatore della Fiat e non l'avvocato Giovanni suo nipote. A firmare queste dieci ore di storia raccontata alla radio, in onda sulla terza rete, il mercoledì e il venerdì alle 22,30 a par- tire dal 24 gennaio, è lo storico Valerio Castronovo, studioso della materia nonché autore negli Anni 70 di un volume su questo tema edito dalla Utet. Naturalmente, come ha sottolineato Castronovo, una cosa è scrivere una biografia del senatore Agnelli con taglio economico-storico, un'altra è costruire un programma radiofonico, sia pure culturale, ma per sua stessa natura divulgativo e quindi bisognoso di una qualche forma di drammatizzazione. Per far questo sono stati seguiti due criteri. Il primo, il più ovvio, è stato quello di utilizzare fonti scritte: giornali, almanacchi, poesie, libri specialistici, lettere private e farli leggere a voci diverse come in uno spettacolo teatrale. Il secondo, meno scontato, ritrovare materiali sonori autentici, per lo più inediti, e proporli direttamente all'ascólto. Tra le cose scritte le più curiose sono alcune canzo- nette popolari mai incise su disco e ricantate per l'occasione, da quella sulla Balilla a quella sugli operai della Fiat: «I migliori sul lavoro», come recita il testo. Tra il materiale rinvenuto presso la Discoteca di Stato, l'Istituto Luce, l'archivio della Fiat, la BBC e la Fondazione Ford, c'è perfino una testimonianza sonora della voce del «Senatore», la sola ritrovata: l'occasione è un discorso fatto da Mussolini nel '32 agli operai del Lingotto. Frequenti, nel programma, le citazioni di Gramsci e della stampa comunista e sindacale di allora, la recita di versi di Gozzano, Oxilia, D'Annunzio, Marinetti, pagine dal diario che Ettore Conti, allora presidente della Banca Commerciale, quella che più finanziò la nascente industria italiana, tenne per tutta la vita. Molto spazio, ha spiegato Valerio Castronovo, è stato dato ai momenti difficili attraversati dalla Fiat nei suoi primi 50 anni: quello del processo per aggiotaggio intentato al senatore Agnelli e conclusosi poi con la sua assoluzione, l'occupazione della fabbrica da parte degli operai nel '20 in clima post bellico, lo scontro con i Perrone dell'Ansaldo di Genova, infine il rischio corso negli Anni 30 quando Ciano aveva tentato di favorire l'installazione in Italia della Ford. «Volevo fosse chiaro ■— ha detto Castronovo — che il motto "Ciò che va bene per la Fiat va bene per l'Italia" non è stato sempre vero. Tutt'altro. Gli interessi di ogni grande azienda, anche quelli della Fiat, sono entrati spesso in conflitto con quelli altrui ed è questa complessità che ho cercato di evidenziare nel programma, evitando, come ho potuto, il pericolo di cadere nell'apologia industriale». Simonetta Robiony

Luoghi citati: Genova, Gozzano, Italia, Roma