Con un «sì», le doppiette in soffitta di Maria Grazia Bruzzone

Con un «sì», le doppiette in soffitta Con un «sì», le doppiette in soffitta Chiesta l'abrogazione della legge 968 del 1977 Se vincono i favorevoli la caccia sarà abolita ROMA. Esultano gli ambientalisti, tremano i due milioni di cacciatori italiani: la caccia potrebbe davvero essere del tutto vietata. Doppiette, carnieri, tutto l'armamentario venatorio rischiano di finire in soffitta. Segugi, pointer, spinoni e setter di essere messi per sempre a riposo. Perché uno scenario del genere si avverasse, basterebbe che vincessero i «sì» a uno solo dei referendum: quello che chiede l'abrogazione di tutti gli articoli della legge 968 del 1977 che riguardano la caccia. Spiega la verde "Sole che ride" Anna Maria Procacci: «Gli articoli che ammettono e regolano a loro modo la caccia rappresentano infatti una deroga — vale a dire un'eccezione — al principio generale della legge, il cui scopo è quello di proteggere e tutelare la fauna. Non a caso l'articolo 1 riconosce espressamente questa come "patrimonio indisponibile dello Stato che lo tutela nell'interesse della collettività"». Cancellando quegli articoli dunque — che rappresentano un lungo elenco — non si resterebbe "senza legge", ma con una normativa diversa. «Una legge migliore, direi quasi perfetta» è naturalmente il parere di Procacci. «Per noi Verdi, che siamo abolizionisti — spiega — la caccia al giorno d'oggi è un puro fatto consumistico e va totalmente e semplicemente eliminata». Questione di punti di vista. Se a favore dell'abolizione si schierano anche radicali e demoproletari, sono contrari comunisti e socialisti che pure figurano tra i promotori del referendum. I «moderati» concordano nel chiedere l'abrogazione dello vecchie norme, ma per sostituirle con regole nuove. Il secondo referendum, del resto, va già in questa direzione: chiede infatti di cancellare un articolo del codice civile (il n. 842, che risale agli Anni Trenta) che obbliga a «ospitare» i cacciatori su tutti i terreni privati, o quasi, riconoscendoli come «corpi paramilitari». «In pratica — spiegano gli ambientalisti — se vai a fare una-scampagnata o a esercitare il bird-watching, ii padrone può cacciarti via, se vai a caccia no». In positivo, per regolamentare la caccia senza eliminarla del tutto, esistono già una decina di proposte di legge di vari partiti, più una popolare elaborata dall'Unavi, l'unione di tutte le associazioni venatorie. Secondo questo progetto, il territorio I nazionale verrebbe. viso in tre zone: per il 25% riservato ad aree protette da cui la caccia sarebbe esclusa, per il 15% destinato alla caccia a pagamento gestita privatamente, e per il resto affidato a una gestione sociale con la collaborazione dei cacciatori. Verrebbe inoltre ridotta la stagione venatoria e proibita l'ucccllaggione, l'antico sistema di cattura degli uccelli con le reti, largamente praticato in Friuli. Nel timore del referendum, le associazioni dei cacciatori si stanno mobilirando. L'Arcicaccia cercherà di portare a Roma buona parte dei suoi 200.000 iscritti. La Federcaccia, forte di 800.000 adesioni, concluderà oggi con i Paesi della Cee un accordo per la costituzione della federazione europea della caccia che a febbraio sarà sottoscritto anche dai Paesi dell'Est, per essere ufficializzato in giugno. Le associazioni chiedono di accelerare l'approvazione di una nuova legge. Ma i Verdi hanno già annunciato un duro ostruzionismo. Maria Grazia Bruzzone La Verde Anna Maria Procacci

Persone citate: Anna Maria Procacci, La Verde Anna, Procacci

Luoghi citati: Friuli, Roma