Leader in fuga dal pc tedesco di Alfredo Venturi

Leader in fuga dal pc tedesco Il sindaco di Dresda passerebbe ai socialdemocratici: «Hanno ottimi programmi» Leader in fuga dal pc tedesco E alcune correnti invocano l'auto-scioglimento BONN NOSTRO SFRVIZIO L'edificio della Sed-Pds, il partito comunista tedesco orientale, comincia a essere attraversato da crepe profonde. Esponenti di primo piano lo abbandonano, altri chiedono l'autoscioglimento. A meno di quattro mesi dalle elezioni, le prime in cui dovrà affrontare su un piede di parità un'agguerrita concorrenza politica, quello che fu il partito egemone della Repubblica Democratica deve fare i conti con una piazza sempre più inquieta, un'opposizione ormai incontenibile, e la cre| scente riottosità degli alleati. Come se tutto questo non bastasse, stanno montando anche i malumori interni. Con i primi risultati clamorosi: è di ieri la notizia che Wolfgang Berghofer, sindaco di Dresda e vicepresidente del partito, potrebbe lasciare la Sed per approdare alla Spd, il partito socialdemocratico. Si noti che Berghofer è con Hans Modrow, l'attuale primo ministro, uno degli esponenti dell'ala sassone del partito, caratterizzata da un riformismo di tipo gorbacioviano. Dunque uno degli uomini di punta della transizione. Secondo l'«Adn», l'agenzia di notizie di Berlino Est, il sindaco di Dresda ha definito l'Spd il partito con la forza politica e la visione programmatica più convincenti, fra quanti si apprestano a contendersi i favori dell'elettorato. Berghofer preconizza anche che, a breve scadenza, la socialdemocrazia tedesco-orientale troverà la sua base di massa. Quanto alla Sed, deve rassegnarsi al ruolo inconsueto di opposizione, inevitabile dopo le elezioni del 6 maggio, visto che nessuno vorrà saperne di averla come alleato, e la messe di voti non sarà certo copiosa. E' davvero singolare il fatto che autore di questa diagnosi sia il vicepresidente del partito interessato. Richiesto a questo punto se abbia intenzione di contribuire ai futuri successi dell'Spd, Berghofer ha detto di non escluderlo. La «Bild», il quotidiano popolare di Amburgo normalmente informatissimo su quello che accade nell'altra Germania, non esita nella sua edizione di oggi a dare il passaggio per scontato. Un altro dirigente comunista di rango, il sindaco di Halle, Eckhard Pratsch, ha già rassegnato le dimissioni dal partito. Non sono state precisate le ragioni del gesto, né se Pratsch intenda continuare a far politica sotto altri colori: ma si sa che ha avuto accenti fortemente critici sulla gestione del regime di transizione. A queste decisioni personali si accompa¬ gna, poi, la spettacolare iniziativa di alcune componenti del partito. Chiedono, informa l'«Adn», che il congresso straordinario venga riconvocato per decretare l'autoscioglimento sotto controllo pubblico della Sed-Pds. Una severa autocritica accompagna la proposta: il partito non ha saputo tradurre nei fatti la decisione, adottata dal congresso straordinario a dicembre, di trasformare radicalmente il Paese. Da questo deriva un crescente malumore popolare: e l'autoscioglimento si impone ormai, secondo gli animatori dell'iniziativa, anche per ragioni di sicurezza e di stabilità. Fra i promotori ci sono alcune sezioni illustri del partito: come quella dell'Accademia delle Scienze o quella dell'Università Humboldt. Inoltre ci sono alcune fra le correnti interne che emersero in occasione del congresso straordinario. Un eventuale scioglimento della Sed-Pds rappresenterebbe un enorme regalo all'Spd, il piccolo partito socialdemocratico che pochi giorni fa, uniformando la sua sigla a quella della potente socialdemocrazia federale, ha collocato le sue ambizioni in una prospettiva unitaria. La Sed, partito socialista unificato di Germania, nacque infatti dalla fusione forzata dell'Spd e del partito comunista. Lo scioglimento avrebbe un potente valore simbolico, restituendo all'Spd quello spazio potenziale che ha sempre massicciamente presidiato, soprattutto a Berlino. Questi movimenti all'interno del partito comunista avvengono proprio nei giorni in cui la Cdu, uno degli alleati minori del governo Modrow, sta dibattendo l'ipotesi di abbandonare un'alleanza che potrebbe rivelarsi politicamente mortale. Un altro dei partiti alleati, il liberal-democratico, ha dibattuto ieri il problema del governo in una riunione del suo vertice. Il capo de), partito, che è il presidente provvisorio della Repubblica Manfred Gerlach, ha chiesto subito dopo che il partito comunista liberi dei posti nel governo, e li metta a disposizione degli oppositori. Alfredo Venturi

Persone citate: Berghofer, Eckhard Pratsch, Hans Modrow, Humboldt, Manfred Gerlach, Modrow, Wolfgang Berghofer

Luoghi citati: Amburgo, Berlino, Berlino Est, Dresda, Germania