Tra sloveni e serbi duello al congresso

Tra sloveni e serbi duello al congresso L'esercito forza decisiva: non tollereremo che venga messa in pericolo l'unità del Paese Tra sloveni e serbi duello al congresso Fautori del pluralismo contro fedelissimi del vecchio corso ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Con la partecipazione di 1645 delegati inizia oggi a Belgrado il 14° Congresso straordinario della Lega comunista jugoslava. Convocata in anticipo rispetto alla procedura regolare, la massima riunione dei comunisti dovrebbe decidere la futu* ra linea politica del partito. Travagliata da conflitti interni, ideologicamente più divisa che mai, la Lega, che dall'ultimo congresso ha perso 200 mila membri, deve inoltre affrontare la nuova realtà politica del Paese, dove il pluripartitismo, in parte già legalizzato, sta per essere varato anche a livello federale. Ieri si è tenuto a Belgrado l'ultimo Plenum precongressuale del partito. Ai comunisti sloveni che avevano posto alcune condizioni precise per partecipare al Congresso la presiden¬ za del partito ha risposto col compromesso. Gli sloveni richiedono infatti l'abolizione del centralismo democratico, vogliono che la Lega Federale sia la Lega delle Leghe, ovvero un'alleanza di organizzazioni politiche autonome. La presidenza «suggerisce» al Congresso di appoggiare l'unità della Lega, tenendo però conto delle diversità di ognuno. Rispettando il turno previsto, il prossimo presidente del partito federale verrà scelto tra i tre candidati sloveni, anche se vi erano state delle forti opposizioni da parte dei rappresentanti di alcune altre Repubbliche. Il Plenum ha inoltre adottato la risoluzione sul Kosovo e quella sulle minoranze nazionali che vivono nei Paesi di frontiera. Per quanto riguarda la dichiarazione del partito, la presidenza ha suggerito che essa venga completata da ulteriori proposte che sorgeranno dal Congresso. Benché al Plenum di ieri abbiano prevalso i toni accondiscendenti, tutte le questioni roventi sono in realtà state delegate al Congresso. Il suo compito dovrebbe essere quello di definire una linea politica comune accettabile a forze che partono da posizioni diametralmente opposte. Oltre al programma radicale proposto dagli sloveni e a quello più dogmatico sostenuto dai comunisti serbi, alla vigilia del Congresso è stata presentata la piattaforma politica dei militari. A nome dei 75 mila comunisti dell'Armata popolare jugoslava, i delegati dell'esercito difenderanno la politica della Jugoslavia unita, della riforma democratica e della riforma all'interno della Lega. Ma il partito secondo loro deve rimanere un'organizzazione politica unica che funzionerà sul principio rinnovato del centralismo democratico. «Benché il plurali¬ smo politico sia la nostra realtà — hanno detto i militari — siamo contrari a tutti i partiti i cui programmi portano ad ulteriori divisioni, alle intolleranze nazionali e nazionalistiche, alla confusione e al richiamo dei fantasmi del passato. Quelli che chiedono un esercito apolitico vogliono in realtà la disintegrazione dell'Armata popolare jugoslava. Noi non siamo un'oscura forza conservatrice e dogmatica, come vogliono presentarci i malpensanti. Accetteremo le posizioni e la volontà della maggioranza, a condizione che gli altri facciano lo stesso. Accetteremo la concorrenza delle forze progressiste. Ma non rinunciamo all'idea del comunismo e non vogliamo cambiare il nome del partito.Difenderemo con fermezza la Jugoslavia e i rapporti democratici e socialisti». Ingrid Badurina

Persone citate: Ingrid Badurina

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Kosovo