«Nell'anti-trust mettiamoci i tg» di Augusto MinzoliniClaudio Martelli

«Nell'anti-trust mettiamoci i tg» Il vice presidente del Consiglio fa una nuova proposta mentre il psi prende tempo «Nell'anti-trust mettiamoci i tg» Martelli: «Pubblicità e programmi delle reti tv non contano» E rimette in discussione l'accordo sulla «proposta-Mammì» ROMA. Dopo la lunga notte del rinvio della legge sulle emittenti televisive, dove punta il psi? 11 vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli lo spiega mentre lascia la sede di via del Corso, al termine della riunione della segreteria. «La normativa antitrust deve riguardare giornali e telegiornali. E' su questo che si deve concentrare una legge antitrust e non sulla*programmazione di tutte le reti o sulla pubblicità, perché allora si dovrebbe pensare anche alla vendita delle automobili...». Così, dopo una lunga serie di messaggi cifrati, l'obiettivo, se non è ufficiale (Craxi è ancora a Milano e tutti gli uomini della segreteria sono abbottonatissimi), almeno è chiaro: il numero due del governo espone una filosofia che rimetterebbe in discussione il risultato del lungo confronto tra i partiti della maggioranza e, soprattutto, quel disegno di legge Mammì, frutto di un sofferto accordo raggiunto nell'aprile scorso e ora all'esame del Senato. Basti pensare che delle tre reti televisive di proprietà di Silvio Berlusconi, nessuna, per ora, ha nel proprio palinsesto un telegiornale e, quindi, in teoria, nessuna rientrerebbe nella legislazione antitrust. Tutto il contrario di quello che è previsto nel famoso articolo 12 della proposta Mammì che prende come parametro «tutte le risorse complessive del setto- re» e vieta a chi ha l'8% delle tirature dei quotidiani di possedere più di 2 reti tv, a chi ne controlla tra l'8-16% più di una rete e a chi supera il 16% nel settore dei giornali di possedere una tv. Se fosse seguito questo criterio verrebbe stravolto il meccanismo del fatidico art. 12 del provvedimento del ministro delle Poste (quello che fissa i limiti proprietari dell'intreccio tra tv e giornali). Risultato: la concentrazione di giornali, e di giornali e tv, ieri impedita dall'accordo di governo per un De Benedetti che aveva scalato la Mondadori, e oggi impossibile per un Berlusconi che tenta di passare in posizione dominante nella stessa casa Editrice, di¬ venterebbe possibile solo a patto di rinunciare all'informazione sulle reti tv private. La conseguenza politica sarebbe una forte irritazione del pri, ai limiti della rottura. La sortita di Martelli è l'ultima prova che il confronto nella maggioranza sul provvedimento antitrust per l'informazione si sta trasformando in una commedia degli equivoci. Mentre si cammina sulle sabbie mobili, paradossalmente, abbondano le dichiarazioni ottimistiche (a partire da quelle del ministro Mammì). La questione gira attorno alla posizione del psi, che alterna nuove proposte a richieste di rinvio (ieri si è saputo che il prossimo vertice della maggio¬ ranza, previsto per martedì prossimo, affronterà solo i problemi Rai su richiesta socialista). Per prendere tempo il psi moltiplica gli argomenti di confronto. Nell'ultimo vertice ha posto a sorpresa il problema della regolamentazione delle concentrazioni editoriali per la carta stampata, approfittando del fatto che, a fine mese, la Corte Costituzionale affronterà le questioni proprietarie della Gemina, cioè della finaziaria che controlla il gruppo RizzoliCorriere della Sera. La nuova materia (anch'essa spinosa e controversa) allungherà i tempi del confronto tra i partiti, portandolo a ridosso, se non al di là, della data del 30 gennaio, la stessa fissata dalla Corte Costituzionale per la seduta sul decreto Berlusconi; inoltre, l'inserimento di questa normativa all'interno del disegno di legge Mammì non potrà non comportare delle modifiche all'art. 12. Insomma, i tempi si allungano e dietro l'angolo potrebbe esserci la sorpresa di una nuova proposta di Craxi che potrebbe rimettere tutto in discussione. Per questo nessuno scommette poi molto sull'attuale testo del provvedimento all'esame del Senato. Lo stesso a cui il pri ha legato le sorti di una sua permanenza nel governo. Augusto Minzolini Claudio Martelli. Il psi potrebbe preparare una proposta di legge sulle tv

Luoghi citati: Milano, Roma