L'insider diventa reato in Italia di Roberto Ippolito
L'insider diventa reato in Italia Oggi la Camera voterà il provvedimento sull'utilizzo di informazioni privilegiate L'insider diventa reato in Italia Ma la Consob non avrà un suo corpo di polizia ROMA. La Consob non avrà suoi «poliziotti». La commissione che controlla le società quotate in Borsa non disporrà di propri agenti per le inchieste sull insider trading, cioè l'utilizzazione indebita di notizie riservate per speculare sulle azioni. L'idea di una super Consob, infatti, non piace ai deputati. La svolta è arrivata ieri con un voto della commissione Giustizia della Camera che si è detta contraria all'istituzione di un corpo speciale per indagare contro l'insider trading, dando però parere favorevole al disegno di legge sugli abusi di notizie riservate. Analogo giudizio è già stato espresso dalla commissione Affari costituzionali. Stamane, perciò, la commissione Finanze di Montecitorio, che deve pronunciarsi sul provvedimento, non può che prendere atto della tendenza prevalente. «A questo punto — commenta il presidente, il socialista Franco Piro — non mi sembra opportuno insistere sull'idea originaria, dal momento che sono state manifestate molte perplessità. D'altra parte, è importante che finalmente anche in Italia si riesca a introdurre il reato di insider e che la Consob possa indagare su vicende sospette». A questo punto, il provvedimento potrà forse camminare più rapidamente, dopo una ge- stazione lunghissima: la prima iniziativa parlamentare è proprio di Piro, risale al 1983 ed è stata riproposta all'inizio della legislatura nel 1987. Successivamente, anche il governo ha presentato un suo progetto. Da stamane la commissione finanze è chiamata a esaminare il testo unificato predisposto dal comitato ristretto e può cominciare a votare i singoli articoli. Approvando il provvedimento, afferma il presidente della commissione Giustizia, il de Virginio Rognoni, si colmerà «una lacuna sia del nostro còdice penale sia della legge sulla Consob che attualmente non prevedono alcuna sanzione penale per reprimere comportamenti scorretti in grado di in¬ fluire sensibilmente sui mercati immobiliari e di danneggiare i risparmiatori». E' stato Rognoni a svolgere ieri alla commissione Giustizia la relazione sul disegno di legge per la repressione dell'insider trading. Condividendola, la commissione si è dichiarata contraria all'istituzione di sezioni speciali nei tribunali per i reati di Borsa e all'attribuzione di poteri di polizia giudiziaria ai funzionari della Consob (attualmente guidata da Franco Piga). Se i funzionari sospetteranno che c'è stato un uso illegittimo di informazioni riservate, in modo da alterare le quotazioni, dovranno avvisare il presidente della Consob che valuterà se è il caso di trasmet- tere gli atti alla magistratura. In base all'impostazione di Rognoni, qualora sia invece un giudice a presumere che sia stato compiuto il reato di insider trading, sarà compito suo informare la Consob. La Consob dovrebbe comunque essere in grado di adottare i primi provvedimenti, stando al meccanismo che Piro intende sostenere. Anche se non otterranno gli stessi poteri degli agenti di polizia tributaria (come prevedeva il testo unificato), gli uomini di Piga potranno disporre sanzioni amministrative ai trasgressori prima ancora che si svolgano gli accertamenti della magistratura. Le multe affibbiate ai colpevoli di insider trading dovranno servire a rasserenare il mercato. «A me interessa soprattutto difendere i risparmiatori», afferma Piro. Introdurre il reato di insider trading è un deterrente per tutelarli. Quello che conta, perciò, è che le sanzioni siano date con la massima sollecitudine». Anche per Rognoni la rapidità degli interventi contro l'insider trading è decisiva per non alimentare tensioni sui titoli: «Spetterà all'organizzazione interna dei tribunali provvedere celermente. D'altra parte, se si sono potuti fare di notte i provvedimenti per la Mondadori...». Roberto Ippolito
Persone citate: Franco Piga, Franco Piro, Piga, Piro, Rognoni, Virginio Rognoni
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