Pronto lo staff per Mondadori di Valeria Sacchi

Pronto lo staff per Mondadori Berlusconi entrerà nel consiglio d'amministrazione, ma non sarà presidente Pronto lo staff per Mondadori Per la guida di Segrate si fa il nome di Scognamiglio, smentita una vendita di De Benedetti I giornalisti di «Repubblica» hanno proclamato sciopero per il 25 «a difesa dell'autonomia» MILANO. Silvio Berlusconi entrerà nel consiglio Mondadori, ma per questioni di opportunità non ne sarà il presidente. E questo nonostante l'insistenza di Luca Formenton e Leonardo Mondadori. La lista del prossimo consiglio Mondadori da votare nell'assemblea fissata tra una settimana esatta, verrà decisa sabato prossimo, ma ieri i vertici di Fininvest si sono riuniti nel quartier generale di via Rovani per accordarsi sulle direttive di massima. Il consiglio, di quindici membri, ripartirà così le sue forze: 5 consiglieri Fininvest, 4 alla famiglia Formenton, 4 a Mimma e Leonardo, due alla Cir. Non è escluso che, come atto di buona volontà, Berlusconi rinunci a un seggio a favore di un rappresentante nominato dal giudice Clemente Papi. E la presidenza? Berlusconi non la vuole, Fedele Confalonieri è troppo targato. Scegliere tra Luca e Leonardo (che saranno vicepresidenti) è imbarazzante. Trovare un esterno non è facile, in questa situazione an¬ cora incandescente. Si fa dunque strada il nome di Carlo Scognamiglio, amico di Leonardo, già consigliere Mondadori, preside della Luiss. Il consiglio della casa editrice dovrebbe essere così formato: per Fininvest, Berlusconi, Confalonieri, Adriano Galliani, Vittorio Dotti e Giancarlo Foscale (o un rappresentante del Tribunale); per i Formenton, Alberto Predieri, Cristina, Luca e Pietro Formenton; per i Mondadori, Mimma e Leonardo Mondadori, Carlo Scognamiglio e Paolo Casella. Vanno aggiunti due uomini Cir. Mentre la Mondadori aspetta il cambio della guardia con un pacchetto già varato di tre giorni di sciopero, uno spiraglio di trattativa sembra aprirsi sul fronte di Repubblica. I violenti attacchi portati in prima persona da Eugenio Scalfari contro Silvo Berlusconi e la famiglia Formenton, gli alleati da lui definiti «la banda d'assalto», avrebbero suscitato in questi alleati una forte apprensione. Ramoscelli d'ulivo sarebbero dunque ripartiti, non si sa bene attraverso quali messaggeri, alla volta della capitale. Il tentativo è quello di garantire a Repubblica (non è chiaro se sola, o abbinata all'Espresso) una sorta di status separato. Se Scalfari se ne andasse a fondare un nuovo giornale, resterebbe infatti in Mondadori un quotidiano danneggiato e d:fficile da gestire. Uno spiraglio si apre e l'assemblea dei giornalisti del quotidiano ha ieri deciso che Repubblica non uscirà il 25 gennaio, in coicidenza con l'assemblea della Mondadori, in vista «di un esito nefasto» della assemblea stessa. Nel documento finale si preannuncia inoltre «la difesa ad oltranza delle caratteristiche di autonomia e di professionalità della testata» e si critica la Fnsi per la latitanza a proposito della legge antitrust. Intanto, sempre ieri, sulla scia di un improvviso rialzo in Borsa del titolo Cir, scattato in su del 4%, sono riprese a circolare le voci che Carlo De Benedetti stia trattando la sua uscita dal gruppo editoriale. Questo grazie a una nuova cordata che comprende Berlusconi e Robert Maxwell: insieme avrebbero offerto oltre 3000 miliardi, 2300 dei quali messi sul piatto da Maxwell per le azioni Amef e la partecipazione Cir in Sgb, mentre con altri 800 miliardi Berlusconi rilevarebbe i titoli Mondadori della Cir. La voce è stata smentita ufficialmente. Tornando a Segrate, è probabile l'uscita dell'amministratore delegato Emilio Fossati, che verrebbe sostituito dall'attuale direttore generale, Giampaolo Grandi, vicino a Luca Formenton. Alla direzione generale andrebbe invece un uomo Fininvest. Non sarà facile la posizione di altri dirigenti, come il capo del personale, della finanza e il controller, né quella di due responsabili dell'area libri, Marco Polillo e Ferrari, che a suo tempo avevano lasciato la casa editrice per dissidi con Leonardo Mondadori, emigrando in Rizzoli, per rientrare dopo l'uscita di Leonardo. Valeria Sacchi

Luoghi citati: Milano, Segrate