Ucciso anche il telefonista di Casella di Amedeo Lugaro

Ucciso anche il telefonista di Casella Ucciso anche il telefonista di Casella E' l'ipotesi dei giudici, preoccupati i genitori di Cesare PAVIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE^ Ora Pavia ha paura. «I quattro rapitori calabresi uccisi a Germignaga potrebbero appartenere alla banda che esattamente da due anni tiene prigioniero Casella». Il sospetto degli inquirenti e dei genitori di Cesare ieri sembra aver trovato una conferma: uno dei quattro banditi morti, Salvatore Romeo, era stato formalmente inquisito per il rapimento Casella. L'uomo aveva ricevuto dal giudice istruttore di Pavia, che aveva accolto una richiesta dei carabinieri, una comunicazione giudiziaria per sequestra di persona. L'avviso avrebbe dovuto consentire di sottoporre Romeo ad una perizia fonica per accertare se, come ritengono gli investigatori, fosse la persona che teneva i contatti telefonici con la famiglia Casella. Tre banditi sono di San Luca, uno di Natile di Careri, nomi e luoghi che si collegano inevitabilmente al rapimento del ragazzo di Pavia. Anche se Sebastiano Strangio non ha alcuna stretta parentela con quel Vincenzo Strangio catturato in Aspromonte il 24 dicembre scorso e ora rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Voghera (in provincia di Pavia), in attesa di essere processato. Ma durante il blitz di Natale che portò alla cattura di Vincenzo Strangio, due suoi complici riuscirono a sfuggire ai carabinieri: si trattava, secondo l'Arma, di Antonio Giampaolo e Giuseppe Mangia viti. Uno dei quattro rapitori uccisi si chiamava Sebastiano Giampaolo. E il nome degli Ietto è legato a doppio filo al sequestro dell'industriale della pelliccia Giuliano Ravizza di Pavia. Ora cresce l'ansia per Cesare. La gente, i genitori si pongono tante domande. Chi è rimasto in Aspromonte? La morte dei quattro calabresi pregiudicherà la trattativa? Chi può aver col¬ laborato con i carabinieri per portarli nella trappola di Garmignaga? Vincenzo Strangio, rinchiuso a Voghera e in attesa di processo, sta collaborando con la giustizia? Il magistrato che segue la vicenda-Casella, il sostituto procuratore Vincenzo Calia, interpellato in proposito non risponde e si trincera dietro un «no comment». Ma il sostituto procuratore di Varese, Giovanni Pierantozzi, ha dichiarato: «Nella zona erano in corso investigazioni e indagini nell'ambito dei sequestri di Cesare Casella a Pavia e Andrea Corteilezzi a Tradate». E proprio nel corso di queste indagini i carabinieri sono venuti a conoscenza dell'imminenza del sequestro conclusosi con l'uccisione dei quattro calabresi. In queste difficili ore non è facile indovinare le mosse dei banditi, anche perché la morte dei quattro nel Varesotto potrebbe aver gettato nel panico la cosca che tiene in ostaggio Cesare. Dice il sindaco di Pavia, Sandro Bruni: «Certo, sono momenti terribili per la famiglia e per tutti noi. Speriamo comunque che Cesare possa essere presto restituito alla sua famiglia e alla sua città. Bisogna avere fiducia e sperare, anche se restiamo tutti in apprensione». «Per quanto riguarda la manifestazione di solidarietà degli studenti in programma per oggi, a cui sono stato invitato, non potrà che svolgersi con lo spirito con la quale è stata organizzata — ha precisato Sandro Bruni —. I fatti di Varese non cambiano niente. Pavia è stata e intende rimanere aperta alla solidarietà con tutti perché ha piena fiducia di riabbracciare Cesare. Quello che è successo a Varese — ha continuato il sindaco — dimostra che presumibilmente l'organizzazione mafiosa è la stessa ma dimostrano anche che le forze dell'ordine lavorano. Pavia e i pavesi aspettano ora un riscontro con- creto». Stamani in città è in programma la preannunciata manifestazione di studenti. Oggi, infatti, è il secondo anniversario del rapimento di Cesare. I giovani manifesteranno la loro solidarietà con la famiglia dello studente e di tutti gli altri sequestrati. Il corteo silenzioso partirà dalla piazza della Vittoria, in pieno centro, si snoderà poi lungo Strada Nuova, corso Garibaldi con breve sosta davanti all'istituto per ragionieri frequentato da Cesare fino al 18 gennaio di due anni fa, e si concluderà poi davanti alla sede del Comune. Per l'occasione gli studenti hanno intenzione di lanciare un messaggio di solidarietà anche alla gente dell'Aspromonte e in particolare agli abitanti di San Luca, il piccolo comune della Locride ormai identificato con l'attività dell'Anonima sequestri. Amedeo Lugaro Antonella Dellea: «Durante la sparatoria mi sono riparata dietro la scrivania»