L'uomo dei Novanta cambia pelle

L'uomo dei Novanta cambia pelle A Milano Collezioni gli stilisti rilanciano cappotti di cervo e gilet di camoscio L'uomo dei Novanta cambia pelle Ma c'è chi recupera camicie di velluto, mantelli e maglioni che sembrano usciti da vecchi bauli Nelle giacche dominano verde oliva e rosso intenso; tornano anche cardigan, trench e poncho MILANO. Un cappotto in morbido cervo a concia naturale, quindi beige pallido, collo piccolo in montone, ma le mostrine sulle spalle: sotto, un gilet in camoscio verde loden da posare su pantaloni in tessuto mélange e in testa un colbacco di lupo. E' il «Perestrojka Look» di Mario Valentino, lo stilista dalla straordinaria capacità nel trattare la moda in pelle. C'è la morbidezza consueta e la novità del cervo, ma anche del montone, ora stampato in toni selvaggi, ora con effetto pelliccia e il camoscio tagliato a striscioline lavorato a mano, a punto legaccio, per un gilet foderato di seta. Pelle e maglieria consolidano il loro ruolo di rinate protagoniste dell'inverno 1990-91. Una stagione ipotizzata come gelida, guardando ai tanti capi dei giovanotti immobili nelle statiche presentazioni di Milano Uomo. Da Iceberg, e il nome è tutto un programma, si consiglia una camicia in viyella stampata scozzese o di motivi barocchi, una felpa a grandi zone ricamate oppure un maglione con jacquard c intarsio, uniti a pantaloni in velluto, in fustagno e a tutta la teoria di giubbotti, bomber, fra pelle e matelassé, montgomery e montoni. In quanto a calore e bellezza non è da meno Mila Schòn. Le sue giacche sartoriali in Shetland a trama stuoiata, in donegal, in cover sostenuti, ma illuminati dalla preziosità delle fibre, i suoi completi nei toni del lichene, dell'oliva o nell'accesa presenza dei rossi Goya, si riscaldano con pulì e gilet, che riescono ad aggiungere nuove immagini a quanto le collezioni milanesi hanno offerto in tema maglieria. E i mantelli? Quasi pastrani, a trapezio, volumi comodi, doppiopetto ultrachiuso con 12, persino 24 bottoni. Moda maschile particolarmente in forma, ricca di idee e su fronti diversi. Anche per l'uomo lo stilismo ha un passato folto di archetipi e di avanguardie: riviverli non solo è permesso ma considerato di pungente attualità. Ci è guida Giorgio Arinani che, all'insegna dell'eleganza naturale e soffice, ha disegnato il signore tradizionalista, memore del sarto su misura, in giacche assestate, pantaloni a piega stirata, camicie luminose e trenches lussuosi; ha pensato al gusto intellettuale e vissuto del libero professionista, fornendogli proporzioni appena esasperate; senza dimenticare gli uomini che, con la moda, han voglia di divertirsi, grazie a giacche sfoderate, cappotti intimisti, molli maglioni e camicie trasgressive. Se il vestiario è un universo di segni, Barba's nella sua impeccabile collezione sceglie la giacca cardigan che sarebbe piaciuta a Gary Cooper e ironizza il cappotto da commendatore con la vita appena segnata, i risvolti importanti, la martingala ma in velour mélange, orsetto a pelo tagliato, alpaca leggerissimo. Luciano Soprani inclina ad atmosfere romantiche di grintosa disinvoltura nel deciso ritorno a volumi avvolgenti e stratificati: si comincia dall'iperblazer in colori polari o consunti, in sofisticati pastelli o toni cupi, si continua con giacchette in cover stampato a fiori, in velluto peso piuma per finire con paltò e ponchos, in un effetto fluido della figura. Poi c'è lo «stile libero» di Enrico Coveri, che mischia i capi informali, abiti da lavoro, da mare, da montagna con cappotti in perfetto stile «city», e sulla giacca da sera in velluto verde bottiglia, bordò, blu, posa mantelle o montgomery in panno doublé. Per la prima volta Dolce e Gabbana hanno firmato una collezione maschile: controcorrente, ma in sintonia con la loro donna mediterranea. Il loro giovanotto austero e rustico scambia volentieri la camicia con una maglia a coste, ampia e scampanata, squillante su pantaloni scuri, un po' da fantaccino un po' da pastore e si intabarra in mantelli, in giacconi lunghi, talvolta reversibili per guizzi di lusso gattopardesco, a contrasto con maglie sottratte ad antichi bauli. Lucia Sollazzo La «Perestrojka» di Mario Valentino: un cappotto di cervo con collo in montone

Persone citate: Dolce E Gabbana, Enrico Coveri, Gary Cooper, Giorgio Arinani, Goya, Lucia Sollazzo, Luciano Soprani, Mario Valentino

Luoghi citati: Milano