«Abbandonare gli anziani è eutanasia» di Marco Tosatti

«Abbandonare gli anziani è eutanasia» Le ricerche dimostrano come la solitudine nell'età avanzata sia una «malattia che uccide» «Abbandonare gli anziani è eutanasia» // cardinale Martini: anche i religiosi hanno le loro colpe ROMA. L'eutanasia nei confronti degli anziani ammalati ormai si è insinuata nei nostri comportamenti sociali, anzi «l'eutanasia non è che l'esito estremo di un atteggiamento troppo diffuso»: così l'arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, ha lanciato un duro atto di accusa verso la società attuale, che emargina gli anziani, li priva delle relazioni interpersonali necessarie a vivere e pratica nei loro confronti una vera e propria «eutanasia d'abbandono». Le responsabilità sono diffuse a tutti i livelli, e neanche la Chiesa è senza colpa. Parla poco degli anziani (il porporato ha citato lettere e «sofferte» proteste, per la tendenza degli ambienti ecclesiali a privilegiare i giovani); molti centri di assistenza, gestiti da religiosi, svolgono male il proprio compito. In generale gli istituti di ricovero obbediscono a una logica er¬ rata, «che sradica le persone dal proprio ambiente, e le fa sentire rifiutate». E' una logica accettata anche dalle case «gestite direttamente dalla Chiesa, o ad essa collegate». E' loro dovere invece «modificare comportamenti che possono determinare, incoraggiare o nascondere la violenza e l'abbandono». Non c'è bisogno di eutanasia «attiva» per uccidere e l'arcivescovo di Milano ha rivolto un appello appassionato contro tutte le forme di «morte dolce», soprattutto contro quella «che ha origine dai nostri comportamenti sociali, che creano violenza, abbandono, solitudine». «Una persona che si sente abbandonata, oppure che è trascurata, oggetto di piccole violenze anche verbali — ha spiegato — si lascia andare, non mangia più, non vuole più le medicine. E' un modo molto concreto di rifiutare la vita». Al contrario, se un anziano malato è assistito, dimostra gran desiderio di vivere. «Chi ha avuto modo di stare vicino ai morenti sa che non c'è richiesta di morte, ma di vita. L'eutanasia non è che l'esito estremo di un atteggiamento troppo diffuso». I dati esposti al convegno, organizzato dalla Comunità di Sani' Egidio, hanno dato forza alla denuncia del cardinale. Una ricerca che ha coinvolto 3132 anziani ha rilevato, nell'arco di 6 mesi, 205 «casi di abuso specifico». «Ancora più grave — sottolineano i ricercatori — è stata l'osservazione che la gravità e la frequenza degli abusi aumentano con l'aumentare della non autosufficienza, ovvero con l'aumentare della debolezza degli anziani». Il 43% degli abusi era concentrato contro persone fra gli 80 c gli 89 anni. La solitudine uccide come il fumo. Il prof Augusto Pana, ordinario di Igiene presso la se¬ conda Università di Roma, ha presentato un'analisi dai risultati impressionanti: «L'isolamento, la mancanza di supporti sociali e affettivi più comuni, provocano malattie, aggravano quelle esistenti e sono causa di un indice estremamente più alto di mortalità», rispetto a persone della stessa età, ma il cui contesto sociale sia differente. Ricerche mondiali in questo campo, soprattutto anglosassoni, dimostrano che il rischio di ammalarsi o di morire negli anziani che hanno perduto il loro «ambito relazionale», o che siano ricoverati in istituto, è più alto da 2 a 5 volte, rispetto a quello dei coetanei affetti dalle stesse malattie. La solitudine uccide: «La comunità scientifica concordemente la valuta come un gravissimo fattore di rischio e come causa conclamata di molti decessi». Marco TosattI

Persone citate: Carlo Maria Martini

Luoghi citati: Milano, Roma