Il sequestro fallisce: 4 morti di Renato Ambiel

Il sequestro fallisce: 4 mortiDalla Calabria per rapire la figlia di un industriale, un militare ferito Il sequestro fallisce: 4 morti I banditi uccisi dai carabinieri a Luino LUINO (Varo»») DAL NOSTRO INVIATO Erano venuti dalla Calabria per rapire una ragazza dì 27 anni, figlia di un industriale. Hanno trovato i carabinieri, avvertiti da una soffiata. Sono morti tutti e quattro: Sebastiano Sfrangio, 26 anni, Salvatore Romeo, 30, Giampaolo Sebastiano, 39, di San Luca, e Giuseppe Ietto, 29 anni, di Careri. Hanno precedenti per sequestro di persona e rapina. Quando hanno visto i militari hanno capito di essere finiti in trappola. «Ci hanno sparato contro — raccontano i carabinieri — uno di noi è rimasto ferito. Noi abbiamo risposto». Una battaglia intensa, ma breve: i rapitori sono morti subito. Un sottufficiale è rimasto ferito: ricoverato all'ospedale di Luino, guarirà in quindici giorni. Le vittime sono calabresi, arrivati dal Sud per un sequestro progettato da tempo. Forse qualcuno della banda ha parlato, una «soffiata» ha messo in allarme le forze dell'ordine, che da giorni avevano intensificato le indagini sui sequestri Casella e Cortellezzi. E ora è forte il sospetto che i 4 banditi uccisi facciano parte della stessa banda che ha rapito i due ragazzi. La sparatoria ieri a Germignaga, un paese sulla sponda lombarda del Lago Maggiore. Sono le 17,40.1 banditi arrivano al deposito dell'azienda dei fratelli Giovanni, Giuseppe e Luigi Dellea, i principali grossisti di prodotti petroliferi e laterizi della zona. Vogliono prendere Antonella, figlia di Giovanni. Lei è in ufficio. I banditi scendono dalla loro auto, una Golf bianca targata Como, rubata. Due indossano cappucci e restano in macchina, gli altri (Strangio e Ietto) sono travestiti da finanzieri: hanno il compito di avvicinare Antonella senza insospettirla. Ma ad aspettarli ci sono i carabinieri, appostati anche sui tetti. Da alcuni giorni una loro autocivetta sorveglia la zona. Stanno in guardia da quando, quest'estate, vicino a Luino sono stati arrestati tre calabresi con fucili e piantine di alcune ville. Ieri nel cortile del deposito i militari erano almeno dieci. Quando la Golf dei banditi ha imboccato la via che porta al deposito, un furgone delle forze dell'ordine ha chiuso la strada per bloccare ogni possibilità di fuga. «Abbiamo intimato l'alt ai banditi — raccontano — loro hanno risposto con le armi». I rapitori sparano all'impazzata con i fucili, un sottufficiale viene colpito ad un braccio. I carabinieri non si lasciano sorpren¬ dere. Due rapitori vengono uccisi nell'auto, i complici mentre tentano di scappare. Tutto è durato pochi minuti. Da Varese arrivano il procuratore Giovanni Pierantozzi e il sostituto Domenico Novara, che indagano anche sul rapimento Cortellezzi. Ascoltano i testimoni, come la donna che abita di fronte al magazzino dei Dellea: «Ho sentito gli spari. Tanti colpi, sembrava non dovessero finire mai. Quando tutto si è concluso mi sono affacciata, e ho visto due persone in divisa da finanzieri, distese sul selciato. Erano già morte». A proposito di Strangio, il giudice Pierantozzi non ha saputo dire se sia parente di Giuseppe Strangio, arrestato nell'ambito delle indagini sul sequestro Casella: «E probabile, ma è ancora presto per dirlo con certezza. E' un cognome fra i più diffusi nella zona di San Luca. Comunque, i banditi uccisi erano latitanti di un certo rilievo». Giuseppe Ietto è probabilmente legato alla famiglia che sei anni fa fu coinvolta nel sequestro del re della gastronomia torinese, Pietro Castagno. Un altro testimone. Romano Alborghetti, racconta: «Stavo tornando a casa dal lavoro, ho visto i morti sul selciato. C'erano moltissimi carabinieri. Uno di loro che stava bloccando il traffico è stato investito da una macchina, l'hanno portato in ospedale». Guarirà in pochi giorni. Renato Ambiel SVIZZERA LUGANO GERMIGNAGA ITALIA i

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