La lega all'attacco
La lega all'attaccoLa lega all'attacco Per un rilancio in grande stile alleanza Scotti-Montezemolo MILANO. Ieri la Lega del ciclismo professionistico si è riunita con il più impressionante schieramento di forze nella storia di questo sport da che è cominciata la crisi, cioè dal Tour di Gimondi 1965 (l'era Moser è stata una vacanza dalla crisi, non una cancellazione). Una sorta di stati generali, voluti e agitati dal presidente della stessa Lega, Vincenzo Scotti, importante uomo politico e da ieri importante uomo ciclistico. Una ricerca del ciclismo sintonizzato ai tempi moderni, dove proporre uno che soffre pedalando è puro masochismo. Aperta da Luca Montezemolo gran ciclofilo e uomo di idee e azioni, chiusa da Vincenzo Scotti, la giornata dovrebbe produrre effetti finalmente pratici, che sintetizziamo magari brutalmente, al solo scopo di essere chiari: 1) Separazione netta della Lega dalla Federazione, e finanziamento della Lega anche e soprattutto con i proventi di una lotteria sul Giro che verrà annunciata entro un mesetto. 2) Trasformazione dei gruppi sportivi professionistici in società per azioni: dovrebbero così sparire i piccoli gruppi avventurosi, mentre gli sponsor grossi avrebbero la certezza di investire in un'attività seria, ceritificata, ss del caso confortata dall'azionariato popolare. 3) Azione dura sulla Rai, per avere spazi speciali: rubrica settimanale rotocalchistica, mezzi massicci al seguito delle gare (sullo sfondo, la possibilità di una cessione del ciclismo alle televisioni private). Cose nuove e no: ma il fatto è che adesso, con Scotti, con la sua forza politica di presidente dei deputati del suo partito, c'è la possibilità che i progetti si realizzino. Ieri tutti hanno applaudito, anche quelli — Giro d'Italia, vecchia federazione — che dovranno rinunciare a posizioni feudali, e lasciar fare alla Lega. Montezemolo, da organizzatore, ha chiarito bene quale enorme patrimonio passionale il ciclismo ha disperso negli anni scorsi, e quale patrimonio ancora più enorme (la bicicletta che è costume, moda, salute, ecologia) non deve disperdere ora. Questo senza attendere (Scotti) che nasca il campionissimo, soluzione teorica e comunque passeggera; e invece pensando a trasformare in fenomeno blandamente agonistico la vita nuova della bicicletta, che si chiami montani bike o city bike, mai venduta come in questi tempi, [g. p. o.) La lega all'attaccoLa lega all'attacco Per un rilancio in grande stile alleanza Scotti-Montezemolo MILANO. Ieri la Lega del ciclismo professionistico si è riunita con il più impressionante schieramento di forze nella storia di questo sport da che è cominciata la crisi, cioè dal Tour di Gimondi 1965 (l'era Moser è stata una vacanza dalla crisi, non una cancellazione). Una sorta di stati generali, voluti e agitati dal presidente della stessa Lega, Vincenzo Scotti, importante uomo politico e da ieri importante uomo ciclistico. Una ricerca del ciclismo sintonizzato ai tempi moderni, dove proporre uno che soffre pedalando è puro masochismo. Aperta da Luca Montezemolo gran ciclofilo e uomo di idee e azioni, chiusa da Vincenzo Scotti, la giornata dovrebbe produrre effetti finalmente pratici, che sintetizziamo magari brutalmente, al solo scopo di essere chiari: 1) Separazione netta della Lega dalla Federazione, e finanziamento della Lega anche e soprattutto con i proventi di una lotteria sul Giro che verrà annunciata entro un mesetto. 2) Trasformazione dei gruppi sportivi professionistici in società per azioni: dovrebbero così sparire i piccoli gruppi avventurosi, mentre gli sponsor grossi avrebbero la certezza di investire in un'attività seria, ceritificata, ss del caso confortata dall'azionariato popolare. 3) Azione dura sulla Rai, per avere spazi speciali: rubrica settimanale rotocalchistica, mezzi massicci al seguito delle gare (sullo sfondo, la possibilità di una cessione del ciclismo alle televisioni private). Cose nuove e no: ma il fatto è che adesso, con Scotti, con la sua forza politica di presidente dei deputati del suo partito, c'è la possibilità che i progetti si realizzino. Ieri tutti hanno applaudito, anche quelli — Giro d'Italia, vecchia federazione — che dovranno rinunciare a posizioni feudali, e lasciar fare alla Lega. Montezemolo, da organizzatore, ha chiarito bene quale enorme patrimonio passionale il ciclismo ha disperso negli anni scorsi, e quale patrimonio ancora più enorme (la bicicletta che è costume, moda, salute, ecologia) non deve disperdere ora. Questo senza attendere (Scotti) che nasca il campionissimo, soluzione teorica e comunque passeggera; e invece pensando a trasformare in fenomeno blandamente agonistico la vita nuova della bicicletta, che si chiami montani bike o city bike, mai venduta come in questi tempi, [g. p. o.)
Persone citate: Gimondi, Luca Montezemolo, Montezemolo, Moser, Vincenzo Scotti
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