Precipitano sul ghiaccio per 400 metri
Precipitano sul ghiaccio per 400 metri Lui commerciante, lei insegnante stavano cercando di superare un canalone a Rhèmes Precipitano sul ghiaccio per 400 metri Un uomo e una donna uccisi da una slavina in Val d'Aosta AOSTA. Travolti da una slavina di neve e ghiaccio e gettati nel vuoto: un commerciante e una insegnante di Aosta sono morti così domenica pomeriggio durante una scalata nella vallata di Rhèmes, a venti chilometri dal capoluogo. Bruna Girotto, 31 anni, e Salvatore Mazza, di 30, sono precipitati per 400 metri, in fondo a un canalone che il mattino avevano salito con piccozze e ramponi. I loro corpi sono stati trovati nella notte dalle squadre di soccorso e recuperati ieri dall'elicottero della protezione civile. La disgrazia è accaduta a 1800 metri di altitudine, località Ligne, in direzione della «Becca du merlo», un picco di 29C1 metri sullo spartiacque tra la vallata di Rhèmes e Vaigli senche. I due amici, appassionati «ghiacciatoli» (specialisti in arrampicate sul ghiaccio) partono alle 7,30 di domenica da Aosta. Con loro tre amici. I cinque si dividono a Rhèmes-Saint-Georges. Girotto e Mazza decidono di raggiungere i contrafforti della «Becca du merlo», di fronte al piccolo paese. Il canalone che intendono affrontare è stretto, chiuso tra pareti che impediscono al sole di sciogliere neve e ghiaccio: condizioni ideali per risalirlo con il metodo del «piolet-traction», due piccozze nelle mani e i ramponi calzati. Il «camino» che parte da Ligne e raggiunge la «Becca du merlo» è a tratti molto ripido, ma concede pause a chi intende scalarlo, piccoli terrazzi, avvallamenti. Da giorni i due volevano cimentarsi nella salita, avevano nelle gambe alcune arrampicate più facili e parecchie ore di allenamento. Al mattino le condizioni del ghiaccio sono ottime: il commerciante e l'insegnante salgono legati e nei punti più ripidi si assicurano alla parete con i chiodi da ghiaccio. Poco prima di mezzogiorno hanno raggiunto la cima del canalone, una breve pausa poi la discesa: scelgono lo stesso itinerario. L'incidente accade, secondo la ricostruzione, nelle prime ore del pomeriggio. I due hanno quasi raggiunto metà canalone quando dalla vetta si stacca una lastra di neve gelata che, dopo alcuni metri, provoca una slavina. Per i due amici non c'è scampo, impossibile uscire dal canalone e trovare la salvezza sui lati rocciosi. Sono travolti, trascinati per 400 metri. L'allarme scatta in serata, quando gli altri tre non li trovano nel luogo dell'appuntamento, sulla strada di Rhèmes. Le guide alpine Alberto Cheraz e Ezio Marlier, aiutati dagli uomini della stazione forestale di Villeneuve, trovano Girotto e Mazza semisepolti dalla neve alle due di notte. Ogni tentativo di rianimarli è vano: gli alpinisti sono morti sul colpo. Le salme sono state trasportate al cimitero di Aosta ieri mattina. Bruna Girotto insegnava matematica alla scuola di agricoltura di Aosta. Era la responsabile del «settore censimenti», statistiche che l'istituto effettua nei Comuni. La passione per la montagna e per la tecnica del «piolet-traction» le aveva fatto conoscere «Joe», come gli amici chiamavano Salvatore Mazza. Lui, dopo alcuni anni di apprendistato da un commerciante di articoli sportivi, si era messo in proprio. Aveva aperto un negozio nel centro città. Gran parte della sua clientela era formata da giovani alpinisti. Da alcuni anni arrampicava: prima si era cimentato sulla roccia, in palestra, quindi alcune scalate, poi si era specializzato nelle salite sul ghiaccio. Enrico fVSartinet Precipitano sul ghiaccio per 400 metri Lui commerciante, lei insegnante stavano cercando di superare un canalone a Rhèmes Precipitano sul ghiaccio per 400 metri Un uomo e una donna uccisi da una slavina in Val d'Aosta AOSTA. Travolti da una slavina di neve e ghiaccio e gettati nel vuoto: un commerciante e una insegnante di Aosta sono morti così domenica pomeriggio durante una scalata nella vallata di Rhèmes, a venti chilometri dal capoluogo. Bruna Girotto, 31 anni, e Salvatore Mazza, di 30, sono precipitati per 400 metri, in fondo a un canalone che il mattino avevano salito con piccozze e ramponi. I loro corpi sono stati trovati nella notte dalle squadre di soccorso e recuperati ieri dall'elicottero della protezione civile. La disgrazia è accaduta a 1800 metri di altitudine, località Ligne, in direzione della «Becca du merlo», un picco di 29C1 metri sullo spartiacque tra la vallata di Rhèmes e Vaigli senche. I due amici, appassionati «ghiacciatoli» (specialisti in arrampicate sul ghiaccio) partono alle 7,30 di domenica da Aosta. Con loro tre amici. I cinque si dividono a Rhèmes-Saint-Georges. Girotto e Mazza decidono di raggiungere i contrafforti della «Becca du merlo», di fronte al piccolo paese. Il canalone che intendono affrontare è stretto, chiuso tra pareti che impediscono al sole di sciogliere neve e ghiaccio: condizioni ideali per risalirlo con il metodo del «piolet-traction», due piccozze nelle mani e i ramponi calzati. Il «camino» che parte da Ligne e raggiunge la «Becca du merlo» è a tratti molto ripido, ma concede pause a chi intende scalarlo, piccoli terrazzi, avvallamenti. Da giorni i due volevano cimentarsi nella salita, avevano nelle gambe alcune arrampicate più facili e parecchie ore di allenamento. Al mattino le condizioni del ghiaccio sono ottime: il commerciante e l'insegnante salgono legati e nei punti più ripidi si assicurano alla parete con i chiodi da ghiaccio. Poco prima di mezzogiorno hanno raggiunto la cima del canalone, una breve pausa poi la discesa: scelgono lo stesso itinerario. L'incidente accade, secondo la ricostruzione, nelle prime ore del pomeriggio. I due hanno quasi raggiunto metà canalone quando dalla vetta si stacca una lastra di neve gelata che, dopo alcuni metri, provoca una slavina. Per i due amici non c'è scampo, impossibile uscire dal canalone e trovare la salvezza sui lati rocciosi. Sono travolti, trascinati per 400 metri. L'allarme scatta in serata, quando gli altri tre non li trovano nel luogo dell'appuntamento, sulla strada di Rhèmes. Le guide alpine Alberto Cheraz e Ezio Marlier, aiutati dagli uomini della stazione forestale di Villeneuve, trovano Girotto e Mazza semisepolti dalla neve alle due di notte. Ogni tentativo di rianimarli è vano: gli alpinisti sono morti sul colpo. Le salme sono state trasportate al cimitero di Aosta ieri mattina. Bruna Girotto insegnava matematica alla scuola di agricoltura di Aosta. Era la responsabile del «settore censimenti», statistiche che l'istituto effettua nei Comuni. La passione per la montagna e per la tecnica del «piolet-traction» le aveva fatto conoscere «Joe», come gli amici chiamavano Salvatore Mazza. Lui, dopo alcuni anni di apprendistato da un commerciante di articoli sportivi, si era messo in proprio. Aveva aperto un negozio nel centro città. Gran parte della sua clientela era formata da giovani alpinisti. Da alcuni anni arrampicava: prima si era cimentato sulla roccia, in palestra, quindi alcune scalate, poi si era specializzato nelle salite sul ghiaccio. Enrico fVSartinet
Persone citate: Alberto Cheraz, Ezio Marlier, Girotto, Mazza, Salvatore Mazza
Luoghi citati: Aosta, Ligne, Val D'aosta, Villeneuve
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