«Hanno sparato per ucciderci»

«Hanno sparato per ucciderci» «Hanno sparato per ucciderci» Tre feriti sono gravi, uno ha perso le gambe BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Almeno una soddisfazione me la sono tolta. L'ho fissato negli occhi quel bandito e gli ho dato del delinquente». Graziella Callegari, 65 anni, è una dei tanti pensionati che ieri mattina erano in fila all'ufficio postale di via Emilia Levante, a Bologna. «Dovevo pagare la bolletta della Sip perché sabato, quando sono venuta a ritirare la pensione, me l'ero scordata. Ed 6 stato un guaio». La pensionata ora è ricoverata all'ospedale perché colpita alle gambe da numerose schegge di vetro. I feriti sono quarantasei, quasi tutti anziani. L'ufficio postale preso di mira dai banditi ha in carico circa 4 mila pensionati e ieri era giorno di paga per molti. «C'erano circa cento persone in attesa agli sportelli. Io, insieme con molti altri, sono riuscita a scappare fuori. I banditi hanno ripetuto più volte "Fuori tutti, uscite". Ma non tutti ce l'hanno fatta. I più vecchi sono rimasti dentro. Poteva essere una strage», commenta ancora sconvolta Teresa Pilati che era andata alle Poste per pagare l'affitto. «Io mi sono buttato a terra subito. Mi sembrava di essere in televisione». Angelo Marchesi, cinquant'anni, ha trascinato a terra con sé due anziane. «Siamo stati fermi contro il pavimento. Poi è arrivata l'esplosione. E' stato un inferno». Sotto le macerie sono rimasti il libretto e la pensione di Velia Cevenini, 80 anni. «Mia cognata è riuscita a ritirarla, ma era appena arrivato il mio turno quando sono cominciati gli spari». I soccorsi sono stati immediati. I feriti sono stati ricoverati nei due maggiori ospedali cittadini, il «Sant'Orsola» e il «Maggiore». Per garantire la massima assistenza, i medici del sindacato autonomo del Cosmed hanno revocato lo sciopero che avrebbe limitato la loro prestazione alle sole urgenze ospedaliere. La maggioranza dei ricoverati (quindici sono stati dimessi dopo essere stati medicati) è rimasta ferita dalle schegge di vetro volate in aria in seguito all'esplosione. Ma per alcuni la diagnosi è molto più grave. Giancarlo Amorati, 68 anni, ha perso tutte e due le gambe. Anche Enrico Cavina è rimasto ferito in modo grave ad una gamba, colpito da una scheggia di legno. I chirurghi sono riusciti a compiere un intervento conservativodella funzionalità dell'arto, ma la situazione è complicata da problemi cardiopatici del paziente. La prognosi rimane riservata in via cautelare anche per Romano Gregori, sottoposto ad un intervento chirurgico alla testa. «L'evoluzione è positiva ■— hanno detto i medici del reparto di Chirurgia dell'Ospedale Bcllaria —, la lacerazione non era particolarmente estesa e dopo l'operazione il paziente è vigile e respira normalmente». Per tutta la giornata, negli ospedali è proseguito il viavai di parenti e amici. Molti anche i cittadini che hanno voluto esprimere solidarietà e affetto ai feriti. Dopo l'attentato, di fronte all'ufficio postale si è radunato un folto gruppo di persone. Molte le invocazioni alla pena I di morte. «E' ora di finirla. I de¬ linquenti bisogna metterli al muro». E la rabbia della gente si è manifestata anche contro i magistrati, gli inquirenti e i giornalisti. «Ci vuole la pena di morte, basta con le protezioni». Per condannare il brutale assalto all'ufficio postale, i lavoratori postelegrafonici di Bologna hanno scioperato ieri dalle 12,30 alle 13,30. Oggi, sciopereranno, sempre per un'ora, negli uffici della Regione. A livello nazionale la categoria proporrà una fermata di 15 minuti in data da decidere. «L'astensione dal lavoro servirà anche per richiamare l'attenzione sui problemi della sicurezza negli uffici, della salvaguardia degli utenti e dei lavoratori e su una più puntuale lotta alla criminalità organizzata», commenta il segretario generale del sindacato di categoria, Gianfranco Testi. Per giovedì pomeriggio, i sindacati di Bologna hanno indetto una manifestazione davanti all'ufficio postale di via Emilia Levante. Anche il sindacato unitario di polizia ha aderito. Marisa Ostolani «Hanno sparato per ucciderci» «Hanno sparato per ucciderci» Tre feriti sono gravi, uno ha perso le gambe BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Almeno una soddisfazione me la sono tolta. L'ho fissato negli occhi quel bandito e gli ho dato del delinquente». Graziella Callegari, 65 anni, è una dei tanti pensionati che ieri mattina erano in fila all'ufficio postale di via Emilia Levante, a Bologna. «Dovevo pagare la bolletta della Sip perché sabato, quando sono venuta a ritirare la pensione, me l'ero scordata. Ed 6 stato un guaio». La pensionata ora è ricoverata all'ospedale perché colpita alle gambe da numerose schegge di vetro. I feriti sono quarantasei, quasi tutti anziani. L'ufficio postale preso di mira dai banditi ha in carico circa 4 mila pensionati e ieri era giorno di paga per molti. «C'erano circa cento persone in attesa agli sportelli. Io, insieme con molti altri, sono riuscita a scappare fuori. I banditi hanno ripetuto più volte "Fuori tutti, uscite". Ma non tutti ce l'hanno fatta. I più vecchi sono rimasti dentro. Poteva essere una strage», commenta ancora sconvolta Teresa Pilati che era andata alle Poste per pagare l'affitto. «Io mi sono buttato a terra subito. Mi sembrava di essere in televisione». Angelo Marchesi, cinquant'anni, ha trascinato a terra con sé due anziane. «Siamo stati fermi contro il pavimento. Poi è arrivata l'esplosione. E' stato un inferno». Sotto le macerie sono rimasti il libretto e la pensione di Velia Cevenini, 80 anni. «Mia cognata è riuscita a ritirarla, ma era appena arrivato il mio turno quando sono cominciati gli spari». I soccorsi sono stati immediati. I feriti sono stati ricoverati nei due maggiori ospedali cittadini, il «Sant'Orsola» e il «Maggiore». Per garantire la massima assistenza, i medici del sindacato autonomo del Cosmed hanno revocato lo sciopero che avrebbe limitato la loro prestazione alle sole urgenze ospedaliere. La maggioranza dei ricoverati (quindici sono stati dimessi dopo essere stati medicati) è rimasta ferita dalle schegge di vetro volate in aria in seguito all'esplosione. Ma per alcuni la diagnosi è molto più grave. Giancarlo Amorati, 68 anni, ha perso tutte e due le gambe. Anche Enrico Cavina è rimasto ferito in modo grave ad una gamba, colpito da una scheggia di legno. I chirurghi sono riusciti a compiere un intervento conservativodella funzionalità dell'arto, ma la situazione è complicata da problemi cardiopatici del paziente. La prognosi rimane riservata in via cautelare anche per Romano Gregori, sottoposto ad un intervento chirurgico alla testa. «L'evoluzione è positiva ■— hanno detto i medici del reparto di Chirurgia dell'Ospedale Bcllaria —, la lacerazione non era particolarmente estesa e dopo l'operazione il paziente è vigile e respira normalmente». Per tutta la giornata, negli ospedali è proseguito il viavai di parenti e amici. Molti anche i cittadini che hanno voluto esprimere solidarietà e affetto ai feriti. Dopo l'attentato, di fronte all'ufficio postale si è radunato un folto gruppo di persone. Molte le invocazioni alla pena I di morte. «E' ora di finirla. I de¬ linquenti bisogna metterli al muro». E la rabbia della gente si è manifestata anche contro i magistrati, gli inquirenti e i giornalisti. «Ci vuole la pena di morte, basta con le protezioni». Per condannare il brutale assalto all'ufficio postale, i lavoratori postelegrafonici di Bologna hanno scioperato ieri dalle 12,30 alle 13,30. Oggi, sciopereranno, sempre per un'ora, negli uffici della Regione. A livello nazionale la categoria proporrà una fermata di 15 minuti in data da decidere. «L'astensione dal lavoro servirà anche per richiamare l'attenzione sui problemi della sicurezza negli uffici, della salvaguardia degli utenti e dei lavoratori e su una più puntuale lotta alla criminalità organizzata», commenta il segretario generale del sindacato di categoria, Gianfranco Testi. Per giovedì pomeriggio, i sindacati di Bologna hanno indetto una manifestazione davanti all'ufficio postale di via Emilia Levante. Anche il sindacato unitario di polizia ha aderito. Marisa Ostolani

Persone citate: Angelo Marchesi, Cevenini, Enrico Cavina, Giancarlo Amorati, Gianfranco Testi, Graziella Callegari, Marisa Ostolani, Romano Gregori, Teresa Pilati

Luoghi citati: Bologna, Sant'orsola