Servello: Badoglio a me? Me ne vado di Fabio Martini

Servello: Badoglio a me? Me ne vadoAl congresso del msi lo sfogo del presidente del comitato centrale, accusato di tradimento da Fini Servello: Badoglio a me? Me ne vado Sulfilo del rasoio la lotta dei due candidati alla segreteria Appello a tutti gli ex di Ordine Nuovo: rientrate nelpartito RIMÌNI DAL NOSTRO INVIATO «Fotografi, delegati, guardate, ecco il documento sottoscrìtto Sualche settimana fa da noi e alla corrente di Rautil Ecco la prova che noi volevamo l'unità del partito...». Al congresso msi di lumini, nella caccia spasmodica all'ultimo delegato, ieri è stata tutta una girandola di colpi di teatro. E il più efficace lo ha messo a segno Pinuccio Tatarella, vulcanico braccio destro di Fini, quando ha svelato un patto segreto firmato dalle correnti di Fini e Rauti, che prevedeva la conferma dell'attuale segretario e l'elezione a presidente del suo sfidante. Un patto scrìtto che i rautiani hanno violato, quando i vecchi «notabili» del msi, temendo di restare emarginati, nove giorni prima del congresso si sono precipitati ad offrire sul piatto d'argento la segreteria all'antico nemico Rauti. Il colpo basso di Tatarella non è stata l'unica sorpresa della giornata. In un congresso dove si parla pochissimo di politica e dove i delegati incerti si possono conquistare soprattutto con le emozioni, grande successo hanno riscosso gli interventi di due personaggi agli antipodi: il deputato in libertà provvisoria Claudio Abbatangelo, accusato di coinvolgimento nella strage di Natale del 1984, e Franco Servello, presidente del comitato centrale del partito, il più «integrato» tra i capi missini, bersaglio principale degli attacchi di Fini. Tirato fuori dal carcere da una «campagna» del partito, Abbat angelo ha svelato di aver subito nelle settimane scorse «pressioni» perché si schierasse da una parte o dall'altra e di essere «l'unico deputato italiano a subire intercettazioni telefoniche». E, a sorpresa, ha annunciato che voterà per Fini.. Un intervento applauditissimo che, secondo i «bookmakers» del congresso potrebbe avere spostato qualche delegato a favore del segretario. C'era molta attesa per l'intervento di Servello, che con il suo voltafaccia dell'ultima ora può aver deciso il congresso a favore di Rauti. Servello è uomo d'apparato. Per due anni ha appoggiato Fini, ma il 2 gennaio scorso è passato con Rauti. Tre giorni fa i «finiani» gli avevano gridato la peggior ingiuria per un fascista: «Badoglio». Ma ieri Servello ha riguadagnato le simpatie dei delegati con un discorso sapiente, unitario, che ha gettato un ponte verso Fini per il dopo-congresso. I delegati che aspettavano di conoscere le ragioni politiche della sua improvvisa alleanza con Rauti, però, sono rimasti delusi. Per mezz'ora Servello ha ricostruito tutti i passaggi della sua «conversione». Fini, secondo Servello, ha commesso un errore «incredibile»: «Aveva con sé il 72% del partito e aveva quindi il dovere di portare intatta al congresso tutta la maggioranza». Servello non perdona a Fini di aver cercato un accordo con Rauti «sopra la testa di tutti». Una ricostruzione, dunque, che non dissipa completamente i sospetti di Fini: i «notabili» del partito avrebbero fatto il «salto della quaglia» per mantenere il proprio potere. Ma Servello, a sorpresa, annuncia: «Non voglio più poltrone per me: e non mi ricandiderò più alla Camera», dove siede da 30 anni. Ieri hanno parlato anche Gui¬ do Lo Porto, del cartello antiFini, che ha corretto Rauti, sostenendo che «il capitalismo si è dimostrato capace di correggersi mediante il fascismo», e Domenico Mennitti (rautiano), che ha riproposto la sua «politica delle alleanze», rivolta soprattutto all'area laico-socialista. Un altro colpo di scena dovrebbe venire oggi dalla votazione di un ordine del giorno che chiede il rientro nel movimento sociale dei «tanti camerati che attendono un segnale perché si cammini insieme». L'appello, firmato da esponenti di tutte le correnti dell msi, si rivolge ai movimenti extrapar¬ lamentari, l'arcipelago di gruppi rivoluzionari che negli ultimi 20 anni sono sorti alla destra del partito. Il documento sembra rivolgersi a personaggi come Sandro Saccucci, agli ex ordinovisti come Elio Massagrande e Clemente Graziarli, che nel 1969 non seguirono Rauti quando rientrò nell'msi. E anche al recupero dei dirigenti di «Avanguardia Nazionale», l'organizzazione sciolta alcuni anni fa. Al congresso sono infatti presenti alcuni esponenti del movimento fondato da Stefano Delle Chiaie, tra cui Stefano Tilgher e Maurizio Giorgi. Fabio martini Sulla tomba di Mussolini. Una delegazione msi ha deposto una corona di fiorì nella cappella Mussolini di Predappio

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