Vietnam, cicatrici di memoria
Vietnam, cicatrici di memoria Sugli schermi «Vittime di guerra» di De Palma con Michael J. Fox e Sean Penn Vietnam, cicatrici di memoria Da un episodio reale accaduto nel 1966 Nessuno può uscire indenne dall'orrore SAIGON cadde 14 anni fa, la guerra del Vietnam continua nel cinema americano ed è divenuta ormai La Guerra: momento rivelatore, occasione di perdita di sé o di coraggio, test di tenebra, {genere cinematografico. Un conflitto morale, più che lo scontro bellico, sta al centro della storia abietta e semplice, ispirata a un episodio reale del 1966: spinti dal proprio sergente, alcuni soldati americani in missione di ricognizione sugli altopiani rapiscono una ragazza contadina vietnamita per usarla come «distrazione portatile», la violentano, alla fine la ammazzano. Soltanto uno di loro tenta di opporsi al sequestro, rifiuta di partecipare allo stupro collettivo e all'omicidio, resiste alla pressione ricattatoria e intimidatoria del gruppo, denuncia i colpevoli, li vede condannati dal tribunale militare. Ma non può dimenticare. Nel film la storia è infatti ricordata oggi, evocata in Michael J. Fox dall'incontro con una ragazza asiatica su un tram di San Francisco, conclusa da un invito all'oblio: «Ha fatto un brutto sogno, vero? Ora è passato». L'espediente narrativo poco felice serve a dire che anche il soldato onesto e coraggioso è a suo modo, nei tormenti dell'intransigenza e della memoria, una vittima di guerra: come la ragazza vietnamita martoriata e uccisa; come i soldati colpevoli il cui mondo s'è squilibrato in Viet¬ nam sino a far apparire normali la paranoia, la crudeltà e l'assassinio; come tutti i morti, i mutilati, i feriti che formano il sanguinoso paesaggio della vicenda. E come il senso morale: sarà davvero giusta l'idea che il buon soldato ha dell'incerto confine che sul campo di battaglia separa gli eroi dai criminali, è così sicuro che uccidere i nemici sia naturale mentre rapire violare e uccidere una ragazza sia un delitto ingiustificabile, è possibile introdurre simili distinzioni nella carneficina della guerra? Da una storia semplice, De Palma ricava un film complesso, problematico e emozionante, ben scritto dal commediografo David Rabe, girato (in Thailandia) con una intensità e sobrietà da tragedia classica, senza indulgenze o compiacimenti grandguignoleschi neppure nelle scene di stupro. La grande maestrìa spettacolare del regista perde qui ogni gratuità esibizionista magari presente ne «Gli intoccabili»: le inquadrature vertiginose esprimono lo smarrimento morale dei personaggi, lo straordinario pezzo di bravura dell'uccisione della ragazza è una pertinente coreografia d'orrore. Michael J. Fox e Sean Penn sono tutt'e due efficaci e bravi, anche se la parte del buon soldato è più impegnativa della parte del cattivo sergente; la musica di Morricone è facile, inadeguata alla qualità alta del film. Lietta Tornabuoni VITTIME DI GUERRA (Casualties of War) di Brian De Palma con Michael J. Fox, Sean Penn Thuy Thu Le Produzione americana 1989 Drammatico . Cinema Ambrosio di Torino Manzoni di Milano Adriano, Admlral di Roma Nelle due foto Sean Penn e Michael J. Fox, un cattivo sergente e un soldato coraggioso in «Vittime di guerra» di Brian De Palma
Luoghi citati: Roma, San Francisco, Thailandia, Torino, Vietnam
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