Salvemini a Bari, un profeta in patria di Bruno Bernardi

Salvemini a Bari, un profeta in patria Salvemini a Bari, un profeta in patria «Il mio merito: acquisti e mentalità» «Battere una grande è Vesame-Uefa» «Puntare alla zona-Uefa non è sognare per questo Bari». L'allenatore pugliese Gaetano Salvemini non si nasconde dietro il dito e guarda in faccia la realtà. Lunedì compirà 48 anni e dalla sua squadra, come regalo, s'aspetta due punti contro la Sampdoria «orfana» di Gianluca Vialli, ma con un Mancini scatenato a ritmo di doppietta. «Abbiamo superato il record che apparteneva al Bari di mezzo secolo fa, quello dei dieci risultati utili consecutivi, perdendo poi soltanto all'ultimo minuto contro il Milan, l'avver • sario che mi ha impressionato di più. Ma ci manca una perla: battere una grande», dice Salvemini al telefono. E aggiunge senza tema di esagerare: «E' una sfida che vale un esame... europeo». Pugliese, nativo di Molfetta, in provincia di Bari, il tecnico è finalmente profeta in patria. Tornato dopo oltre cinque lustri nella sua terra d'origine, ha ottenuto la promozione in Serie A con un campionato chiuso alla vertiginosa quota di 51 punti e con una serie di ben sedici partite senza sconfitte. Salvemini non era nuovo ad imprese del genere: già con l'Empoli aveva centrato lo storico traguardo della promozione nella massima divisione. «Mi chiedevo spesso, nelle cinque stagioni trascorse in Toscana, perché una cittadina di 45 mila abitanti come Empoli fosse approdata in A e Bari, grossa città con oltre mezzo milione di anime, stentasse a risalire», ricorda Salvemini. Poi incontrò Vincenzo Malarrese, da sette stagioni al timone del Bari e subentrato al fratello Antonio, attuale presidente della Federcalcio, e nacque quello che Salvemini definisce un «amore sbocciato all'improvviso». Un matrimonio riuscito, destinato a durare anche se Salvemini comincia ad entrare nel mirino di grossi club. «Il mio contratto scade a giugno, ma con il presidente è bastata un'occhiata per trovare l'accordo: rimarrò perché vogliamo migliorare questo bel giocattolo senza porci, al solito, la salvezza come obiettivo», spiega Salvemini. Quali sono, dunque, i segreti di questo Bari-miracolo? «Non sono uno che sa vendere bene la sua merce ma, al di là della preparazione e degli schemi, imperniati sul marcamento misto uomo-zona, credo di aver contribuito anch'io a dare una mentalità professionistica: forse, l'unico nostro segreto è quello di essere sempre sottovalutati», risponde Salvemini. E ne sanno qualcosa la Juventus, che piegò immeritatamente il Bari a Torino, e l'Inter che soffrì moltissimo per pareggiare a San Siro contro i galletti biancorossi. Il Bari ha indovinato l'estate scorsa i tre stranieri, due brasiliani, Joao Paulo e Gerson, e un argentino, Lorenzo. «E senza grosse spese, grazie al fatto di aver saltato alcuni mediatori ed aver parlato direttamente con i giocatori», puntualizza Salvemini. E' soprattutto Joao Paulo la rivelazione. L'ex ala del Guarani, società di prima divisione dello Stato di Campinas, impressionò Salvemini per la sua velocità con il pallone incollato al piede. «Era questa l'arma che ci vo¬ leva in Serie A e mi sono innamorato vedendolo in filmati che si riferivano a partite disputate contro squadre europee: l'altra qualità era ed è che, pur subendo molti falli, non si lascia mettere in soggezione, non si tira mai indietro e ricomincia daccapo», sottolinea Salvemini. E continua: «L'ho affiancato a Maiellaro dando più peso e consistenza alla manovra offensiva». E' molto soddisfatto anche dell'altro brasiliano, Gerson: «Aveva già uno stile europeo cor. piedi che, per modesti che fossero, erano superiori a quelli di molti giocatori italiani sul piano tecnico». Gerson si è subito trovato bene in un centrocampo che ha in Carbone un giovane, già Nazionale Under 21, per il quale Salvemini prevede un futuro con grandi prospettive. Del libero argentino Lorenzo, vittima di uno stiramento muscolare che lo terrà fermo per tutto gennaio, Salvemini afferma che, dopo difficoltà di adattamento al nostro campionato, si era brillantemente inserito dando l'indispensabile potenza al telaio difensivo del Bari che si avvaleva di Carrera, eclettico ma debuttante in A, e del più esperto Loseto, uno dei pochi superstiti del Bari dell'ultima retrocessione, al termine del torneo '85-86. «Il Bari, dopo aver pagato all'inizio del torneo lo scotto della matricola, ha acquisito una sua personalità: ha margini di miglioramento e può misurarsi con qualsiasi avversario», assicura Salvemini. La Sampdoria di Boskov, attesa domani in Puglia, è avvisata. Bruno Bernardi Nàto a Molfetta il IS gennaio 1942, Gaetano Salvemini prima di salire in A con il Bari c'era riuscito con l'Empoli

Luoghi citati: Bari, Empoli, Molfetta, Puglia, Torino, Toscana