Lo scandalo Van Gogh

Lo scandalo Van Gogh Bond vuol rivendere il quadro comprato coi soldi di Sotheby's: e ora la casa blocca i prestiti ai clienti Lo scandalo Van Gogh Perché gli «Iris» tornano all'asta NEW YORK. La Sotheby's non effettuerà più prestiti ad acquirenti di opere d'arte, dopo le critiche suscitate dal prestito ad Alan Bond di 31,2 miliardi. Questa operazione ha permesso al finanziere australiano di pagare il prezzo più alto mai raggiunto ad un'asta (62,4 miliardi) per gli «Iris» di Van Gogh nel novembre del 1987. Ora Bond, il cui impero finanziario sta crollando, avrebbe preso in considerazione la rivendita del quadro. Michael Cross, l'amministratore delegato della Dallhold Investments — la società che gestisce gli interessi e gli acquisti di opere d'arte di Bond — ha dichiarato al The New York Times: «Molti ci hanno avvicinato e abbiamo avuto colloqui con numerose controparti, ma, per ora, non vi è nulla di conclusivo». Giovedì a New York, il presidente della Sotheby's, Michael Ainslie, ha confermato che la casa d'aste metteva persone interessate in contatto con Bond: «Il quadro gli appartiene, quindi, sta a lui trattare; se lo ven¬ de, deve rimborsare il prestito alla Sotheby's prima di trasferire i diritti di proprietà». Ainslie ha anche aggiunto che meno di 25 miliardi del prestito erano ancora da rimborsare. Negli ultimi anni la Sotheby's permetteva agli acquirenti di comprare «on tick», facendo loro credito. Di norma, la casa d'aste era disposta a prestare fino al 70% del prezzo per un massimo di 6,275 miliardi, mentre somme superiori erano oggetto di trattative. A seguito della polemica attorno al prestito effettuato a Bond — generata dalle rivelazioni di The Independent — è stato deciso di abolire le agevolazioni, come dice Ainslie: «E' sorto il timore di inflazionare i prezzi. Dato che la credibilità del mercato sta a cuore alla Sotheby's, abbiamo ritenuto importante affrontare la questione, benché siamo convinti che le agevolazioni non abbiano causato inflazione dei prezzi». La stampa americana aveva attaccato la Sotheby's per il prestito a Bond. Tuttavia, Ain¬ slie sostiene che la casa d'aste ha effettuato solo sei prestiti a compratori per un valore superiore a 1 miliardo e 255 milioni, e uno solo superiore a 6,275 miliardi — quello erogato a Bond. I prestiti al compratore rappresentano solo il 10-15% dell'insieme dei prestiti accordati a clienti, che ammontano a quasi 200 miliardi: la società, infatti, presta anche ai venditori e contro garanzia di opere d'arte non in vendita. Ainslie ha sottolineato che tre potenziali acquirenti degli «Iris» avevano fatto offerte al di sopra dei 50 miliardi. In futuro la Sotheby's non accorderà più prestiti prima dello scadere dei 90 giorni dalla vendita contro opere d'arte acquistate alle proprie aste. I compratori dovranno pagaie l'intera cifra e se desiderano richiedere un prestito più tardi, la Sotheby's prenderà in considerazione l'opera d'arte come garanzia collaterale solo se appare «fresca e vendibile». Geraldino Norman Alan Bond vicino al Van Gogh che ha acquistato tre anni fa per 62 miliardi

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