Mondadori, la Cir contrattacca di Valeria SacchiEugenio Scalfari
Mondadori, la Cir contrattacca De Benedetti ricorre in tribunale contro la nomina di Leonardo al vertice Amef Mondadori, la Cir contrattacca La Cir: comportamento inqualificabile Replica Fininvest: pura farneticazione MILANO. Per Mondadori è ormai guerra totale. Edo Mazzi, vicepresidente della Siref e segretario del sindacato Amef. ha un bel problema da risolvere prima di lunedì pomeriggio, quando dovrà presentarsi alla assemblea Amef. Il dottor Mazzi è infatti amministratore della fiduciaria nella quale a suo tempo erano state depositate le azioni del sindacato Amef, e dalla quale sono state portate via recentemente dal custode nominato dal tribunale, Renzo Polverini, le azioni della famiglia Formenton. Il dilemma è questo: decidere come votare alla assemblea Amef di lunedì, o addirittura «se» votare. La questione nasce dal fatto che giovedì sera, dopo che Cir e il presidente Andrea Manzella se ne erano andati dalla riunione del sindacato, i rimasti (Berlusconi-Fomenton) hanno continuato, ignorando il rinvio deciso da Manzella. Hanno tenuto l'assemblea dando precisi mandati alla Siref: andare alla assemblea Amef lunedì, non far decadere i 3 consiglieri Cir e eleggere il nuovo presidente. Ma la Cir, considerando la riunione di giovedì notte «illegale» in quanto rinviata e non verbalizzata, si è ripresentata ieri, sotto le spoglie di Vittorio Ripa di Meana, alla stessa ora (17,30) nello stesso posto (la Mondadori di Roma), per riprendere la discussione. Si è però trovata sola, in compagnia del segretario Mazzi. Mancando il «quorum», la seduta si è sciolta. Ieri mattina Giovanni Panzarini, per la Cir, aveva presentato al presidente del tribunale di Milano una istanza urgente in merito ai poteri e ai diritti del custode Polverini in sede sia di sindacato che di Amef. Il magistrato ha detto che, prima di lunedì mattina, non depositerà la risposta. Sempre in mattinata, si era tenuta in seconda convocazione l'assemblea Amef, che però è stata subito rinviata a lunedì, sulla base degli impegni presi dalle parti davanti al giudice Papi. Indirettamente, alla lotta in corso in Mondadori ha accennato ieri, all'apertura dell'anno giudiziario, il Procuratore generale della corte d'appello di Milano, Adolfo Beria d'Argentine. Parlando di Milano capitale della finanza, Beria ha elencato quattro problemi principali: quelli legati alla Borsa, quelli connessi alla finanza illecita e al riciclaggio, quelli legati alle professioni terziarie e «quelli generati dall'incertezza della normativa sulle concentrazioni settoriali, con particolare accento sull'editoria» Intanto, l'attacco sferrato da Scalfari alla «banda all'assalto» ha surriscaldato il clima. «Noi non siamo una banda, tantomeno burattini» ha dichiarato ieri Leonardo Mondadori. Occorre ricordare che la famiglia Mondadori ha sempre avuto il 50,3% della Mondadori e quindi la maggioranza. Riesce difficile concepire come una maggioranza possa andare all'assalto di se stessa». Contro Scalfari ha scritto su II Popolo Giorgio Santerini, presidente dell'Associazione Lombarda dei giornalisti, uomo di area psi. Da registrare infine le ipotesi che circolano sulla composizione del prossimo consiglio Mondadori in caso di vittoria di Fininvest-Formenton: 15 membri di cui 2 alla Cir, 13 agli alleati. Per la presidenza, Luca Formenton e Leonardo Mondadori insisterebbero sul nome di Berlusconi, riservandosi le vicepresidenze. Valeria Sacchi Eugenio Scalfari. Pensa al quotidiano «L'Indipendente» Silvio Berlusconi. Vuole cambiare i dirìgenti dell'Amef
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