«Lituani, pensateci mille volte» di Enrico Singer
«Lituani, pensateci mille volte» Gorbaciov ribadisce che ci sono altre vie per l'indipendenza delle Repubbliche «Lituani, pensateci mille volte» II leader nazionalista: «Menzogneper i creduloni» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «L'Urss deve rimanere unita, l'indipendenza è prima di tutto sovranità economica, politica e culturale. Ma la Costituzione assicura alle Repubbliche anche il diritto di uscire dalla federazione e questo diritto sarà reso applicabile da una legge». Michail Gorbaciov ha lanciato la sua bomba politica davanti agli intellettuali lituani incontrati a Vilnius in un'ora di teso dibattito. L'impero può essere smembrato. L'ipotesi di una secessione dall'Unione, che racchiude oggi 15 Repubbliche, diventerà legale. Lo era già, formalmente, perché iscritta all'articolo 72 della Carta fondamentale dello Stato. Ma quell'articolo, come altri, era più un orpello giuridico che una reale possibilità. E nessun altro capo del Cremlino aveva deciso di conferirgli applicabilità. Certo, anche per Gorbaciov l'uscita dall'Unione è un «estremo rimedio» al quale sarebbe meglio non ricorrere. Al centinaio di intellettuali che lo incalzavano con i loro argomenti per l'indipendenza, il presidente sovietico ha detto che c'è «un'altra via» per realizzare le aspirazioni nazionali. E' la via del dialogo — «quello che la perestrojka ha reso possibile» — e della cooperazione tra le diverse componenti dell'Urss. Anzi, nel caso dellaLituania Gorbaciov ha detto apertamen¬ te che un distacco gli sembra «impossibile». Ha riproposto il suo piano di riforma della federazione che dovrebbe restituirgli vitalità e autonomia. Ma ha anche annunciato che «la legge di applicazione dell'articolo 72 sarà messa allo studio e sottoposta a una discussione nazionale nel più breve tempo possibile». Ai suoi interlocutori, riuniti in una grande sala, Gorbaciov ha anche detto che la legge «garantirà i diritti di tutti i popoli dell'Urss». Più tardi, di fronte a una platea di operai, il capo del Cremlino ha aggiunto che «quelli che credono di poter lasciare l'Unione Sovietica debbono ripetersi mille volte che c'è un meccanismo costituzionale da rispettare». E questo meccanismo, per Gorbaciov, deve tenere conto dei «problemi di difesa, di comunicazione, di rispetto delle minoranze». Le cautele, i limiti si annunciano forti. Ma il principio, finora confinato nelle prestigiose quanto formali affermazioni costituzionali, è recuperato e diventerà tema di battaglia politica. A Vilnius lo è già diventato perché la reazione al progetto di Gorbaciov è stata immediata e infiammata. Secondo il leader del movimento nazionalista Sajudis, Vitautas Landsberghes, la nuova legge «è una menzogna per gente credulona, soprattutto per l'Occidente». E non ha alcun collegamento con la realtà lituana: «Accettare un tale progetto si- gnificherebbe riconoscere che noi facciamo parte dell'Urss, mentre è l'Urss che deve riconoscere l'annessione illegale del nostro Paese». Il capo della Lega per la libertà, un gruppo ancora più radicale, ha detto che «la nuova federazione di Gorbaciov sarà identica all'antico impero russo» e che non sarà la legge a dare l'indipendenza alle Repubbliche che la reclamano. «Il muro di Berlino — ha detto Antanas Terletskas — è caduto per le manifestazioni e noi dobbia¬ mo seguire quella strada». Ma anche alcuni esponenti del partito comunista lituano, che rivendica la sua autonomia da Mosca, hanno espresso riserve sulle dichiarazioni di Gorbaciov. Per Algimentas Cekuolis, membro del Comitato centrale del pc, le proposte del capo del Cremlino sarebbero un modo per «prendere tempo». E potrebbero diventare «una base di discussione» soltanto se fossero riunite tre condizioni: «smilitarizzazione dei Paesi baltici, autonomia economica totale e li¬ bere elezioni». Le «libere elezioni», per l'esponente comunista lituano dovrebbero essere assicurate prima di tutto nella Repubblica federativa russa, quella che con i suoi oltre cento milioni d'abitanti invia il maggior numero di rappresentanti al Congresso dei deputati e che, quindi, «influenza tutte le scelte legislative centrali» e costituisce una «minaccia per le piccole Repubbliche». Enrico Singer L'incontro tra la popolazione e Gorbaciov a Siauliai, nel Nord della Lituania
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